Estratto dell’articolo di Luigi Ippolito per www.corriere.it
Una campagna di sabotaggi e attentati in tutta Europa orchestrata dai servizi segreti russi: è il quadro che si sta delineando dopo che in Inghilterra e in Germania hanno misteriosamente preso fuoco dei pacchi spediti per via aerea tramite il corriere Dhl.
Lo scorso 22 luglio, in un deposito di Birmingham, un carico giunto dall’estero su un aeroplano – non si sa se fosse un volo passeggeri o cargo – si è incendiato, senza però ferire nessuno: le fiamme sono state rapidamente domate dallo staff e dai pompieri.
Negli stessi giorni un incidente analogo si era verificato a Lipsia, sempre in un magazzino di Dhl, dove il pacco, giunto dalla Lituania, stava per essere caricato su un aereo, la cui partenza per fortuna era ritardata. In entrambi i casi, è stato fatto notare, se le esplosioni fossero avvenute in volo ci sarebbero state gravi conseguenze, col rischio che i velivoli precipitassero.
Sull’incidente di Birmingham sta indagando l’antiterrorismo britannico e gli inquirenti stanno cercando di capire i legami con il caso di Lipsia: ma la convinzione che si sta facendo strada è che si tratta di operazioni di sabotaggio da parte dell’intelligence militare russa.
Già a marzo aveva preso fuoco nell’est di Londra un deposito di un’azienda legata all’Ucraina, mentre a maggio un centro commerciale a Varsavia era stato distrutto dalle fiamme: il premier polacco Donald Tusk aveva apertamente addossato la responsabilità ad agenti russi, così come il capo dell’intelligence tedesca ha accusato il Cremlino di «comportamenti aggressivi» che «mettono a rischio la vita delle persone».
Ma il tentativo più clamoroso è stato quello di assassinare Armin Papperger, il ceo di Rheinmetall, l’azienda tedesca del settore della Difesa che rifornisce di armi l’Ucraina: il complotto, attribuito anche in questo caso ai russi, è stato sventato dai servizi segreti americani, anche se si teme che ci siano altri dirigenti d’azienda nel mirino. [...]
Adesso hanno riorganizzato la loro rete e sono passati all’offensiva con azione «coperte», la cui responsabilità viene ovviamente negata: l’obiettivo è quello di destabilizzare i Paesi europei, minarne il sostegno a Kiev e fomentare dubbi e confusione nelle opinioni pubbliche. [...]
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