Andrea Ducci per il “Corriere della Sera”
Su piatti e imballaggi di carta rischia di consumarsi una frattura tra la Commissione Ue e il governo italiano. Il dissidio è in corso da settimane, ma nelle ultime ore le parole dei ministri Giancarlo Giorgetti (Sviluppo economico) e Roberto Cingolani (Transizione ecologica), seguite dall' ennesimo allarme di Confindustria, confermano l' irrigidimento di una vicenda legata a doppio filo al destino di un comparto che occupa 50 mila lavoratori.
L' origine del problema sono le linee guida emanate dalla Commissione Ue due giorni fa per l' applicazione della direttiva 904 del 2019, la cosiddetta Sup (Single use plastic), che da quest' anno stabilisce la messa al bando delle plastiche monouso più inquinanti. Una norma che a partire dal 3 luglio mette fuori legge piatti, posate, cannucce, contenitori in polistirolo, cotton fioc e bastoncini per palloncini oltre che tutti i prodotti in plastica oxo-degradabile.
L' Italia ha recepito la direttiva, approvandola in via definitiva lo scorso 20 aprile. Senza tuttavia le prescrizioni che Bruxelles ha introdotto soltanto successivamente, stabilendo proprio attraverso le linee guida la messa al bando anche dei prodotti monouso in carta ricoperti da un velo di plastica (come, per esempio, i piatti e i bicchieri di carta).
Un dettaglio che modifica gli effetti della direttiva con impatti allarmanti per l' industria cartaria italiana, specializzata nella produzione di piatti e bicchieri di carta e di imballaggi, che impiega appunto 50 mila addetti nelle attività del packaging cartaceo.
L' applicazione della direttiva a partire dal 3 luglio rischia, insomma, di cancellare un settore dell' industria italiana.
Tanto che nelle settimane scorse, prima dell' emanazione del via libera alle linee guida, il ministro dello Sviluppo economico, Giorgetti, ha chiesto a Bruxelles di togliere il bando ai piatti e ai bicchieri che contengono uno strato di plastica. Anche il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ha fato un analogo tentativo scrivendo al commissario all' Economia, Paolo Gentiloni, affinché venissero modificate le linee guida. Il pressing però non ha dato l' esito sperato, la scadenza del 3 luglio appare dietro l' angolo e la frettolosa introduzione di una norma che vieta gli imballaggi di carta plastificata si configura come un danno all' economia nazionale.
Non a caso, anche ieri Giorgetti è tornato sulla questione spiegando:«La consapevolezza ambientale,progetto condivisibile e obiettivo da perseguire non può ignorare le conseguenze di un approccio ideologico che penalizza le industrie italiane lasciando sul terreno morti e feriti, in termini di fallimenti aziendali e disoccupazione».
Cingolani, in veste di titolare della Transizione ecologica, appare più duro e attacca Bruxelles: «si tratta di una direttiva assurda, per la quale va bene solo la plastica che si ricicla. Questo a noi non può andar bene. L' Europa ha dato una definizione di plastica stranissima, solo quella riciclabile - specifica il ministro - . Tutte le altre non vanno bene».
Sul piede di guerra Confindustria, che per bocca del presidente Bonomi lancia l' allarme: «Le linee guida sulla direttiva Sup chiudono di fatto un intero settore industriale.
Non vedo reazione decisa e coesa da politica, sindacati, imprese. Sembra non interessi il futuro dei lavoratori del settore del packaging, eccellenza italiana nel mondo».