(ANSA) - Il Consiglio superiore della magistratura ha approvato, con una larga maggioranza, la risoluzione per la tutela dei giudici di Bologna, gli stessi che rinviarono alla Corte europea di giustizia il decreto legge sui Paesi sicuri. La tutela non produce alcun effetto giuridico, ma rappresenta una posizione ufficiale del Csm sulla vicenda, stigmatizzando le dure reazioni del governo sui magistrati in merito a quel caso.
È la prima pratica a tutela che sfocia in una risoluzione del plenum negli ultimi 15 anni. Quella precedente risale al 2009 e riguarda il caso Raimondo Mesiano, estensore della sentenza sul lodo Mondadori.
Dopo il 2009 altre due pratiche erano giunte al plenum, nel 2019 e nel 2021, ma non riguardavano i rapporti con la politica ed erano invece in merito a servizi televisivi per vicende di cronaca. La risoluzione è stata approvata con 26 voti favorevoli (tra cui quello di tutte le toghe) e cinque contrari, ovvero quello dei componenti laici di FdI, Lega e Forza Italia. Il vice presidente Pinelli non ha partecipato alla votazione e nessuno si è astenuto.
Secondo la prima Commissione del Csm quel provvedimento era stato oggetto di "dure dichiarazioni da parte di titolari di alte cariche istituzionali non correlate al merito delle argomentazioni giuridiche sviluppate nell'ordinanza, che adombrano un'assenza di imparzialità dell'organo giudicante priva di riscontri obiettivi".
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raimondo mesiano con i calzini turchesi