Leonard Berberi per il "Corriere della sera"
Alle 16.54 di ieri l' Italia ha chiuso i cieli agli aerei provenienti dal Regno Unito bloccando migliaia di connazionali pronti a rientrare nel nostro Paese per qualche giorno di vacanza. Lo stop ai collegamenti durerà almeno fino alle 23.59 del 6 gennaio, ma non è esclusa la proroga.
In una domenica intensa, trascorsa a confrontarsi con gli scienziati e l' omologo del governo britannico, il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato l' ordinanza a metà pomeriggio. «La variante rende il contagio più veloce, ma non sembra fare danni maggiori sull' uomo - ha spiegato -. E, dalle prime informazioni, sembra che i vaccini possano funzionare ugualmente, ma servono informazioni più solide. Nel frattempo scegliamo la strada della massima prudenza».
PAOLA DE MICHELI ROBERTO SPERANZA
In un primo momento si pensava che il blocco sarebbe scattato alle 00.01 di oggi. Ma l' articolo 2 stabilisce che l' ordinanza «produce effetti dalla data di adozione», creando però più di qualche dubbio tra le compagnie aeree interpellate dal Corriere . Tant' è vero che il volo Alitalia AZ204 Roma Fiumicino-Londra Heathrow in partenza alle 14.25 è poi decollato alle 15.12 con 55 passeggeri a bordo.
Ma al ritorno l' Airbus A320 invece di imbarcare i connazionali è ripartito vuoto dal principale aeroporto oltremanica perché intanto era scattato il blocco confermato dal «Notam» (bollettino con informazioni aeronautiche) A8102/20 dell' Ente nazionale per l' aviazione civile (Enac) «su disposizione» della ministra dei Trasporti Paola De Micheli: stop dalle 16.54 - ora italiana - a «tutti i voli provenienti da Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord» con l' eccezione di quelli cargo e per le emergenze sanitarie.
Roma e Londra nelle prossime ore dovranno decidere cosa fare con i connazionali bloccati all' estero, se cioè organizzare dei collegamenti speciali di rimpatrio - come avvenuto durante la prima ondata - oppure no. Con una nota l' Enac «invita i passeggeri con voli prenotati da e per Regno Unito e Irlanda del Nord a contattare la propria compagnia aerea».
L' ordinanza non solo ferma i voli tra i due Paesi, ma vieta anche l' ingresso in Italia di chi negli ultimi 14 giorni è transitato da quelle parti. E chi si trova già qui ed è arrivato da quel territorio meno di due settimane fa «è tenuto a sottoporsi a tampone antigenico o molecolare contattando i dipartimenti di prevenzione». Stando all' analisi del Corriere sui movimenti in ventuno aeroporti italiani ieri sono stati 25 i voli arrivati da Londra, quattro da altre città britanniche con a bordo circa 2.500 viaggiatori, mentre 15 collegamenti sono stati cancellati.
Il Dpcm del 3 dicembre aveva rimosso dal 10 i controlli previo screening rapido negli scali italiani per i voli in arrivo anche dalla Gran Bretagna. Le norme prevedevano per i passeggeri in ingresso tra il 10 e il 20 dicembre il tampone (classico o rapido) con esito negativo prima dell' imbarco nel Paese europeo. In alternativa il viaggiatore poteva sì atterrare, ma doveva mettersi in quarantena. Ma a vigilare sul rispetto o meno della norma non c' era alcuna autorità, stando alle diverse segnalazioni che il Corriere ha raccolto questi giorni dai viaggiatori e dalle autorità aeroportuali.
Una lacuna nei controlli che l' ordinanza di ieri del ministro Speranza cerca di colmare. Anche se la variante inglese del coronavirus è già qui.