Michelangelo Borrillo per il “Corriere della Sera”
Finché Covid non ci separi. E per evitare che ciò avvenga è necessario il green pass. Il protocollo per i ricevimenti dopo i matrimoni e tutte le altre funzioni civili e religiose (compresi battesimi, prime comunioni e cresime) ha avuto ieri l' ok definitivo dal Comitato tecnico scientifico. È arrivata la conferma - che gli operatori attendevano - che non sarà previsto alcun «tetto» agli invitati (in realtà c' è un limite altissimo di mille invitati), ma il numero di chi potrà partecipare alla festa sarà determinato solo dagli spazi a disposizione del locale.
Confermata - con l' obbligo del green o Covid pass - anche la data di partenza: il prossimo 15 giugno. Gli operatori, nei giorni scorsi, erano stati chiari: «Bene che sia stata fissata la data di riapertura - aveva spiegato Michele Boccardi, presidente di Assoeventi di Confindustria - ma chiediamo che non venga inserita alcuna limitazione numerica se non quella basata sulla distanza interpersonale che è già stata ampliata da un metro a due metri». E così è stato.
Rispetto al primo protocollo recepito dalla Conferenza delle Regioni, quello vidimato ieri dal Cts ha tolto l' obbligo del Covid manager ogni 50 invitati. Successivamente alla cerimonia occorrerà comunque mantenere l' elenco dei partecipanti per un periodo di 14 giorni. Così come resta l' obbligo, per gli ospiti, di misurazione della temperatura corporea all' ingresso, con accesso vietato nel caso in cui dovesse risultare superiore a 37,5 °C.
Anche gli sposi dovranno avere il Covid pass, ovvero il certificato che attesta di essere stati vaccinati almeno con la prima dose (ma oltre i 15 giorni precedenti) o con la doppia dose, oppure di essere guariti o, ancora, di aver effettuato un tampone nelle 48 ore precedenti.
E per tutti - anche in questo caso, sposi compresi - vige l' obbligo di indossare la mascherina (chirurgica o superiore) negli ambienti interni (quando non si è seduti al tavolo) e negli ambienti esterni (qualora non sia possibile rispettare la distanza di almeno 1 metro). Gli ospiti potranno non indossare la mascherina chirurgica nei casi di allontanamento dal proprio tavolo (per andare al bagno o al bar) a condizione di rispettare il distanziamento interpersonale di 1 metro nel caso di soggetti non conviventi.
La festa è consentita anche al chiuso. Ma il protocollo raccomanda che lo svolgimento degli eventi sia, quando possibile, in aree all' aperto. Nel caso in cui debbano utilizzarsi ambienti chiusi va sempre garantito il ricambio d' aria.
Per i tavoli adiacenti, considerando l' ingombro delle sedie, la distanza minima deve essere di almeno 2 metri per garantire il passaggio dei camerieri. Il protocollo consiglia, però, se possibile, una distanza di 2,5 metri. I tavoli devono assicurare il distanziamento interpersonale di almeno 1 metro: i classici tavoli tondi da 8 persone lo garantiscono. Il buffet classico a self-service non è consentito. È possibile, però, organizzare un buffet con somministrazione da parte del personale incaricato: ma gli ospiti non potranno toccare quanto esposto.
I fotografi dovranno indossare la mascherina chirurgica se a distanza inferiore a 1 metro dagli invitati, mentre i gruppi musicali dovranno distanziarsi dal pubblico di almeno 3 metri, qualora non provvisti di barriere anti-droplet. All' esterno si potrà ballare tranquillamente. Dentro il locale, invece, va garantita una superficie pro capite di 2 metri quadrati. Le pause danzanti, comunque, non potranno superare i 15 minuti.
MATRIMONIO AI TEMPI DEL CORONAVIRUS
Un matrimonio che si rispetti termina con la distribuzione delle bomboniere: non sarà possibile prenderle da un tavolo comune all' uscita del locale, ma dovranno essere gli sposi a consegnarle ai tavoli. Solo allora - come già accadeva in era pre Covid - potranno finalmente riposarsi.
MATRIMONIO AI TEMPI DEL CORONAVIRUS matrimonio in california MATRIMONIO AI TEMPI DEL CORONAVIRUS