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Estratto dell'articolo di Claudio Tadicini per www.corriere.it
Quello del ventitreenne Giuseppe Russo, morto dopo un mese di ricoveri in tre ospedali diversi a causa delle complicanze del morso del ragno violino, non è un caso isolato. Dopo la tragedia del ragazzo di Collepasso, infatti, emergono altri episodi di sfortunati salentini che hanno avuto a che fare con il morso dell'aracnide e con le sue conseguenze, rischiando la vita.
La signora Anna, una settantatreenne del Basso Salento, è viva per miracolo. Il suo calvario ha inizio il 22 giugno scorso, quando sente una leggera puntura alla coscia mentre pulisce la casa al mare, ma non ci presta molta attenzione. Il giorno dopo, però, sviluppa febbre alta, la coscia si gonfia, si arrossa e inizia a farle molto male.
Il medico le prescrive una terapia con cortisone, antistaminici e antibiotici, ma la situazione peggiora progressivamente: iniziano a comparire aree nere e necrotiche sulla coscia e nella zona del basso ventre. Il 30 giugno, preoccupata dall'aggravarsi delle condizioni, si reca al pronto soccorso dell'ospedale "Vito Fazzi" di Lecce.
Nell'ospedale del capoluogo salentino, viene ricoverata nel reparto di malattie infettive, dove le somministrano potenti antibiotici. Dopo tre giorni di ricovero, però, una tac rivela la presenza di multiple raccolte ascessuali nella coscia e nell'addome inferiore, oltre a un'infiammazione acuta delle fasce muscolari del basso ventre. La diagnosi è devastante: sindrome di Fournier, una grave infezione necrotizzante con un alto tasso di mortalità.
Il 4 luglio, durante la notte, la donna viene sottoposta a un intervento chirurgico d'urgenza per drenare gli ascessi e rimuovere le aree necrotiche. Dopo l'operazione, quindi, viene trasferita in terapia intensiva e messa in coma farmacologico per gestire il dolore. I medici avvertono la famiglia della gravità della situazione, dicendo che le sue possibilità di sopravvivenza sono molto ridotte.
donna morsa da ragno violino a viareggio
Il giorno successivo, Anna inizia la terapia Vac (Vacuum Assisted Closure), che aiuta a pulire le ferite e favorisce la guarigione attraverso l'aspirazione di materiale infetto e la creazione di un ambiente sterile. E grazie all'intervento dei chirurghi generali e plastici, e alle cure successive, inizia a mostrare segni di miglioramento. [....]