MEDIA, ISRAELE HA SPARATO CONTRO POSTAZIONE UNIFIL,2 FERITI
(ANSA) - Una fonte delle Nazioni Unite afferma che Israele ha nuovamente aperto il fuoco contro un posto di osservazione delle Nazioni Unite nel Libano meridionale, ferendo due persone. Lo riporta Haaretz.
Secondo il Times of Israel, il fuoco israeliano è stato aperto contro un posto di osservazione della forza di mantenimento della pace UnifilL nella sua base principale a Naqoura, nel Libano meridionale. Le Idf non hanno rilasciato dichiarazioni immediate in merito al rapporto.
MILLE ITALIANI DELL’UNIFIL IN LIBANO, MA GLI ISRAELIANI VOGLIONO LE MANI LIBERE NELL’AREA
Estratto dell’articolo di Francesco Grignetti per “La Stampa”
[…] Sul mandato di Unifil-2 c'è stato però a lungo un grosso malinteso. Molti l'avevano inteso come un'azione di forza dell'Onu, in gergo di "peace enforcing". Ovvero ci si aspettava che i Caschi Blu prendessero il controllo del territorio e disarmassero chiunque trovassero nell'area proibita. Invece il mandato è molto diverso: i Caschi Blu sono lì per il "peace keeping", devono osservare e riferire violazioni della tregua al Palazzo di Vetro, e devono assistere l'esercito regolare libanese, cui è demandato il lavoro sporco.
Distruzione in Libano dopo raid aerei israeliani - foto lapresse
Sennonché questo esercito è debolissimo, certo molto più debole di Hezbollah. Insomma, gli hanno affibbiato il classico compito impossibile. […]
PERCHÉ ISRAELE ATTACCA LA FORZA UNIFIL
Estratto dell’articolo di Andrea Nicastro per il “Corriere della Sera”
[…] Ciò che non ha fatto la missione Unifil in Libano è evidente. Primo, non è riuscita ad assistere le forze armate libanesi nel ristabilire il controllo del territorio. Il Sud del Libano, dove operano gli oltre 10 mila caschi blu, è stato per anni sotto occupazione di Israele e poi di gruppi armati cristiani alleati di Tel Aviv.
Quando sono arrivati i soldati di pace (1978) avrebbe dovuto tornare sotto il potere del governo ufficiale di Beirut e invece è rimasto sostanzialmente in mano a chi l’aveva liberato: le milizie del Partito di Dio Hezbollah.
Secondo fallimento. Unifil non è riuscita a impedire che Hezbollah e Israele si sparassero attraverso il confine, anzi, siccome non è stata firmata alcuna pace tra i due Paesi e quindi non esiste un confine riconosciuto, attraverso la «linea blu» che segna una divisione provvisoria tra i due Stati.
Terzo fallimento, fresco degli ultimi giorni. Unifil non è riuscita a impedire che Israele invadesse di nuovo il Libano come aveva fatto nel 1978, nel 1982 e nel 2006. […]
Unifil non è quindi servita a nulla? No. Ha aiutato lo sviluppo dell’area, difeso i civili, abbassato la tensione quando le due parti si stuzzicavano, ma soprattutto è riuscita a disegnare la «linea blu», il «confine provvisorio» marcato con bidoni di petrolio dipinti di blu. Mesi di trattative per ognuno. Un centimetro avanti e due indietro fino a convincere entrambe le parti che quella poteva essere la posizione giusta. Un barile a vista del successivo e una linea tra l’uno e l’altro passando in mezzo a boschi, ruscelli, creste e villaggi.
Ci sono ancora poche aree che le due parti non hanno accettato di spartirsi. La principale è quella delle fattorie Shebaa che Israele non intende restituire.
[…] Il costo della missione a cui partecipano decine di Paesi supera i 500 milioni annui di cui 150 solo per l’Italia. I soldati di pace morti sono stati più di 300. Ne valeva la pena per una colonna di bidoni blu?
Ma soprattutto, adesso che l’ambiente si fa caldissimo non è meglio ritirarsi? Israele l’ha chiesto apertamente. Negli ultimi mesi ha anche fatto pressione perché il contingente irlandese, espressione di un Paese molto critico nei confronti della violenza esercitata a Gaza contro i civili palestinesi, venisse ritirato.
Poi è passato alle pressioni militari. Soldati israeliani hanno sparato a telecamere e fari anche del quartier generale di Naqoura dove sono dislocati molti soldati italiani. Avevamo «ordinato alle forze Onu di rimanere in spazi protetti» si è giustificata l’Idf, Israeli Defence Force.
BOMBARDAMENTI ISRAELIANI IN LIBANO
Il modus operandi è simile a quello usato con i civili a Gaza e in Libano: prima l’ordine di evacuazione o di mettersi al riparo e poi fuoco a volontà. Le Nazioni Unite, per il momento resistono.
[...] Perché Israele vuole liberarsi dell’Unifil? Nel campo delle ipotesi ce ne sono due molto plausibili: una di immagine internazionale e una militare. Israele non vuole l’Unifil per non avere testimoni dei suoi combattimenti, ad esempio dell’uso di armi chimiche vietate come il fosforo bianco […]
Il secondo motivo è tattico. Commando e riservisti stanno penetrando in territorio libanese soprattutto dalle fattorie Shebaa che sono al limite di nord-est del Libano meridionale. Se Unifil si ritirasse si aprirebbe un corridoio lungo la costa, a sud-ovest dell’area contesa. Gli israeliani potrebbero così realizzare una classica manovra a tenaglia con le unità provenienti dalle fattorie. I combattenti di Hezbollah sarebbero in trappola. […]
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