JESOLO? NO, JE-SÓLA! DUE FAMIGLIE DI TURISTI CREDEVANO DI AVER PRENOTATO UNA CASA PER UNA SETTIMANA NELLA LOCALITÀ DI MARE IN VENETO MA, QUANDO SONO ARRIVATI, LA STRUTTURA ERA GIÀ OCCUPATA. I POVERETTI AVEVANO PERSINO VERSATO 600 EURO DI CAPARRA PER RISERVARE LA CASA – LORO AVEVANO PRENOTATO ONLINE MA AD OCCUPARSI DELLA GESTIONE DEGLI AFFITTI “REGOLARI” È UN’AGENZIA...

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Estratto da www.tgcom24.mediaset.it

 

CASE VACANZA TRUFFA CASE VACANZA TRUFFA

Seicento euro di anticipo su una somma totale di mille da versare per una settimana in un appartamento al mare a Jesolo (Venezia). Ma poi arrivare sul posto, da Como o da Treviso, con i figli di pochi mesi in braccio, e trovare la casa già occupata. E l'acconto evaporato oltre che le ferie rovinate.

 

E' accaduto a due famiglie di turisti, rispettivamente da Como e Treviso, come detto, che avevano prenotato l'alloggio del Ferragosto su un sito internet. Mentre a gestire i regolari affitti dello stesso immobile è un'agenzia, ignara di tutto, come ignari erano i regolari inquilini, che si sono ritrovati i truffati a bussare alla loro porta.

 

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A raccontare la disavventura a Jesolo di due famiglie cadute nella trappola online della finta casa-vacanze in affitto è Il Gazzettino. Alle vittime del raggiro non è rimasto altro che cercare un'altra sistemazione, con un'ulteriore spesa, pur di trascorrere qualche giorno al mare, agognato da tempo.

 

Ma da Nord a Sud, e in particolare nelle settimane di agosto, sono numerose le segnalazioni su questo tipo di annunci-truffa. Solo negli ultimi giorni, episodi analoghi si sono registrati nel Salento e nel Teramano. Ma i truffatori non l'hanno fatta franca.

 

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E ancora, ad Alba Adriatica (Teramo) i carabinieri hanno scoperto la truffa delle cosiddette "casa-vacanze fantasma". I militari sono stati allertati in due occasioni da turisti romani che avevano scelto la località abruzzese per trascorrere le vacanze. Dopo le opportune indagini hanno individuato come responsabile una donna, denunciata per truffa.

 

Nei mesi scorsi i due turisti avevano contrattato l'affitto di due case situate ad Alba Adriatica utilizzando alcune piattaforme online: per bloccare le abitazioni avevano rispettivamente versato la somma di 300 e 200 euro a titolo di caparra. Appena giunti ad Alba l'amara scoperta che agli indirizzi indicati non esisteva alcun appartamento da affittare e che le foto pubblicizzate nell'annuncio non corrispondevano alle abitazioni presenti in loco. […]

 

 

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