Giuseppe Sarcina per www.corriere.it
invasione russa dell ucraina gli scenari
Il presidente Joe Biden avverte: «La guerra in Ucraina è imminente». E ieri, giovedì 17 febbraio, il Segretario di Stato, Antony Blinken e il capo del Pentagono, Lloyd Austin, hanno fatto cupe previsioni, richiamando le immagini satellitari diffuse in questi giorni. In particolare, giovedì, Blinken ha detto al Consiglio di sicurezza dell’Onu che «l’invasione sta per cominciare.
I russi sganceranno missili e bombe su tutto il territorio; i “cyber attack” manderanno in tilt le istituzioni chiave; i carri armati e i soldati russi avanzeranno verso obiettivi prefissati». Da settimane i generali e servizi segreti americani, in stretto contatto con i colleghi di Kiev, stanno esaminando diversi scenari.
Qui ricostruiamo i quattro considerati più probabili. Dal più minimalista, l’annessione del Donbass; al più devastante, il bombardamento di Kiev con la destabilizzazione del governo di Volodymyr Zelenski.
Il più probabile: l’invasione del Donbass
separatisti filo russi nel donbass
L’operazione considerata più probabile è anche la più semplice per Mosca. Del resto, dal territorio arrivano segnali inquietanti, come i colpi di mortaio sparati giovedì 17 febbraio contro un asilo. I soldati russi potrebbero entrare ufficialmente nel Donbass, la regione dell’Est Ucraina che controllano di fatto dal 2014.
Non ci sarebbero scontri con la linea di difesa ucraina, attestata a ovest di Donetsk, la capitale della regione. Le formazioni filorusse accoglierebbero come «salvatori» i carri armati con le insegne di Mosca. L’11 maggio 2014 ci fu un referendum farsa per sancire «l’indipendenza» del Donbass dall’Ucraina. Finora Vladimir Putin non ha accolto l’invito della Duma , il parlamento russo, che avrebbe voluto dichiarare in modo unilaterale l’annessione del Donbass alla Federazione russa.
Certo, gli occidentali non riconoscerebbero il cambio di status giuridico nell’Ucraina orientale, come è accaduto nel marzo 2014 per la Crimea. Ma il punto è capire se l’esercito ucraino abbia la forza per andare a riprendersi il Donbass. La risposta di Putin, oggettivamente fondata, è «no». Americani ed europei potrebbero dividersi sull’entità delle sanzioni contro la Russia.
Il più temibile: l’offensiva ibrida verso Kiev
Lo scenario più angosciante è l’attacco a Kiev. Negli ultimi giorni prima il consigliere per la Sicurezza, Jake Sullivan, poi lo stesso Blinken, hanno prefigurato addirittura il bombardamento della capitale ucraina (2,8 milioni di abitanti).
A questo punto le forze russe ammassate in Bielorussia, secondo il Pentagono, sarebbero pronte per marciare verso Kiev. Putin potrebbe anche ordinare un’offensiva ibrida. Partirebbe una micidiale sequenza di incursioni telematiche, con l’obiettivo di mettere fuori uso la rete del riscaldamento domestico e le telecomunicazioni. A quel punto la capitale precipiterebbe nel caos.
volodymyr zelensky mangia con i soldati
I filorussi, che sarebbero già all’opera, uscirebbero allo scoperto, manovrando in Parlamento per rovesciare il governo di Volodymyr Zelensky e invocando «la pace» con Mosca. Se ciò non bastasse i russi potrebbero sconfinare, puntando verso le città di Sumy o di Kharkiv (Nord-Est del Paese) e minacciando un’avanzata verso Kiev. In questo caso la reazione occidentale sarebbe durissima.
Il più defilato: il controllo del Mar d’Azov
L’ipotesi Donbass ha una variante più aggressiva. I russi non si accontenterebbero dell’annessione, ma porterebbero a termine un piano concepito nel 2014 e poi abbandonato. Vale a dire: espandersi verso Sud, conquistando la città portuale di Mariupol (477 mila abitanti) e arrivando fino alla Crimea.
separatisti filo russi nel donbass
A quel punto Mosca avrebbe il pieno controllo del Mar d’Azov e priverebbe l’Ucraina di un importante sbocco commerciale, anche se non vitale come quello sul Mar Nero. Nello stesso tempo il Cremlino risolverebbe i problemi di rifornimento della Crimea, finora collegata alla nuova madrepatria solo da un ponte stradale e ferroviario.
esercitazioni militare russe 1
L’Unione europea si era limitata a una protesta verbale nel 2018 e nel 2019, quando entrarono in funzione i collegamenti. Sul piano militare è un’operazione alla portata dell’esercito russo, per come è schierato ora sul campo. Gli ucraini sarebbero presi in mezzo da nemici in arrivo da nord (Donbass) e da Sud (Crimea).
Il più strategico: obiettivo Odessa
possibile scenario invasione russa dell ucraina
L’offensiva russa potrebbe partire anche dal Mar Nero, dove, come ha notato ieri il capo del Pentagono, Lloyd Austin, la flotta russa ha «perfezionato il posizionamento». Mosca, inoltre, può contare sulla base navale militare di Sebastopoli, in Crimea. Si può immaginare, allora, se non un vero blocco dei traffici, almeno pesanti azioni di disturbo sulle rotte che portano ad Odessa. La splendida città ucraina (990 mila abitanti, storicamente considerata la «madre della nazione russa») è anche uno snodo fondamentale per l’economia del Paese. Dal suo porto transita circa il 50% dell’import-export del Paese. Da qui salpano i cargo con grano, carbone e metalli. Qui approdano i beni di prima necessità.
L ASILO COLPITO DAI SEPARATISTI FILO-RUSSI NEL DONBASS
Il volume d’affari è diminuito di 10 volte dal 2014, quando i russi occuparono Crimea e Donbass. E da allora Odessa vive in una precaria condizione di allarme. La pressione della flotta russa potrebbe portarla al collasso. Non a caso la Nato sta spostando unità da guerra nel Mar Nero. Non si escludono neanche rapide incursioni via terra, con partenza dalla Crimea, oltre a cyber attack.
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