LULU CHU FAMILY THERAPHY PORN VIDEO:
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LULU CHU DADDY’S DESIRE PORN VIDEO:
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LULU CHU GETS DESTROYED PORN VIDEO:
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Barbara Costa per Dagospia
"Choosy Dads Choose Chu!": e tu, che fai, la scegli Lulu Chu? Io dico di sì, io ti stuzzico a dire sì, anche perché, così, metti da parte le pene di questo virus, almeno per 44 minuti, il tempo che dura il porno di questa baby-sitterina che mette a santa nanna i pupi per diabolicamente sollazzarsi i padri, e ottenerci extra monetari a suon di prestanze orali necessarie, scoppi di bombe spermatiche troppo a lungo trattenute. Guardi Lulu Chu e scordi le tue pene ma poi subito te le rammenti, e nei tuoi incubi te le riporto io, adesso che ti svelo da dove viene tale bocconcino qui: Lulu Chu è di Wuhan, sicuro, la città divenuta il mostro, di pestilenza generatrice e propagatrice.
Però Lulu Chu di Wuhan sa nulla, lì vi è nata da cinese padre ignoto che l’ha abbandonata in pancia di una cinese da lui messa incinta e che partorisce Lulu per lasciarla in un cinese brefotrofio. A un anno d’età, Lulu è adottata da una famiglia americana, e lascia Wuhan e la Cina senza farci più ritorno. Cresciuta in Oklahoma, Lulu si diploma, compie 18 anni e una settimana, e va via dai suoi genitori adottivi, scassap*lle e opprimenti al massimo: trattasi infatti di 2 cattolici ultra-integralisti che le vietavano persino di uscire di casa se non per andare a scuola.
In tale ambiente claustrofobico, Lulu perde la verginità a 17 anni, e senti come e con chi: “Uno visto su Instagram, un mio coetaneo, l’ho contattato, sono andata a casa sua: "dopo" non l’ho voluto più vedere né sentire”.
Lulu dall’Oklahoma si trasferisce a Los Angeles, mantenendosi come baby-sitter (non porno!) ma più come cam-girl nonché attrice di amatorialissimi porno girati in camera da letto col suo ragazzo, o sul divano dell’appartamento diviso con una coinquilina che non partecipa ai giochi ma lascia fare indisturbata, seduta lì accanto, i due a cam-copulare sul divano, lei intenta a guardare la tivù. Per Lulu, il salto nel porno professionale è avvenuto entrando in "East Coast Talents", tra le agenzie più grandi del porno USA. A fare da calamita, le sue esibizioni in cam e il suo corpo naturale super-minuto: 147 cm per 41 chili di peso.
Lulu Chu non ha nemmeno 20 anni (li fa a gennaio, e senti, caro Pornhub, dai, correggi la data di nascita sulla scheda di Lulu, e togli che è nata negli USA e, già che ci sei, metti 2 cm in più alla sua statura), ha all’attivo non tante ma buonissime scene, per studios rinomati, e ora io ti dico pure che Lulu ha fatto porno lesbo non avendo mai fatto sesso lesbo prima, nella vita reale, fuori dai set (“Come me la sono cavata? Ho letto testi erotici, a tematica lesbo, e sul set ho messo in pratica ciò che ho capito meglio!”).
La mamma adottiva di Lulu Chu, in Oklahoma, piange per la scelta porno della figlia, il padre sta incaz*ato a biscia, nel frattempo la porno-cinesina si è iscritta all’università, studia Sistemi informatici di gestione, vuole pagarsi gli studi col porno, laurearsi, e poi, magari col porno smettere, o magari no, magari fare altro, magari la porno-regista. Ma lei pensa pure di tornare a Wuhan, alla scoperta delle sue radici, e alla ricerca della sua madre biologica.
Per il momento, il porno la paga bene: sono poche le ragazze asiatiche nel porno USA di alto livello, le cinesi sono ancora meno, e quelle che sono cinesi e che nel porno ci sanno fare, sono una rarità! Così il porno la cerca, la incensa, col suo consenso la feticizza in video pieni di cliché etnici: stereotipi che la vedono stesa, in doggy-style, presa da dietro, insultata per la sua "razza", che mangia in sadomaso dominazione cibo cinese da una ciotola. Porno stravisto e che ha scatenato le social grida delle femministe e femministi e degli antirazzisti i più scontati e politicamente corretti.
Il bello è che Lulu se ne stra-impipa, lei risponde a tutti così: “È grave essere e sentirsi feticizzata come persona, nella vita vera, che sui set porno, dove tutto è finzione. Il mio esotismo, i miei tratti asiatici, in questo lavoro sono la mia fortuna: io ne approfitto, la concorrenza è minima”. Sapientoni, cultori del bene, paladini del conveniente e giusto sempre, per tutti e comunque, avete letto la scritta che troneggia sui social di Lulu? “I need money, not feelings”: quanto mi piacciono le f*ghe decise, rasenti il cinico!
Cari miei, nel porno professionista nulla si pensa e si gira senza previa approvazione e permessi firmati dagli attori. Il porno USA è talmente sopra, avanti, oltre ogni ondata moralista e conformista che i tópoi razziali li prende anche in giro, e pure li enfatizza apposta, per titillare quanto di più empio nell’animo di chi li guarda c’è, esiste ed è compresso e giustamente vi si prova vergogna. Lulu Chu al porno ha posto un divieto: no a peni di 30 centimetri! Ma è tutta manfrina, infatti eccome se i 30 le sono andati bene, infilati benissimo, in "So Deep"! Un altro pregiudizio vuole che le asiatiche abbiano una vagina più stretta e delicata: però quella di Lulu Chu si apre e si estende a penetrazioni mirabili.
A proposito di cinesi: la Cina è il più grande esportatore di sex-toys al mondo, ok, ma tu lo sapevi che durante il primo (nostro) lockdown, tali sue esportazioni sono aumentate del 50 per cento, e che tra i primi posti, tra gli acquirenti, ci sono USA, Francia e un terzo Paese che, indovina qual è? Inizia con I…
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