IL LATO OSCURO DI NEURALINK - L'AZIENDA DI ELON MUSK PROMETTE CHE IL SUO CHIP, CHE CONNETTE IL CERVELLO UMANO CON IL COMPUTER, SARA' IN GRADO DI COMPIERE "MIRACOLI", COME  RESTITUIRE LA VISTA A UN PAZIENTE CIECO - MA QUELLO CHE NON DICE E' CHE, SE DOVESSE FINIRE NELLE MANI SBAGLIATE, I RISULTATI POTREBBERO ESSERE CATASTROFICI - IL NEUROSCIENZIATO ANGELO VESCOVI: "QUALCUNO POTREBBE INTRODURRE NEL CERVELLO UMANO DEGLI STATI EMOTIVI O DELLE ALLUCINAZIONI PER TORTURARE UNA PERSONA OPPURE PER…"

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Estratto dell'articolo di Pier Luigi Pisa per “la Repubblica”

 

NOLAND ARBAUGH GIOCA A SCACCHI CON LA MENTE - NEURALINK NOLAND ARBAUGH GIOCA A SCACCHI CON LA MENTE - NEURALINK

[…] Il primo paziente operato da Neuralink, l’azienda che Musk ha fondato nel 2016 per sviluppare chip impiantabili nel cervello umano, riesce ora a muovere un cursore su uno schermo usando soltanto la forza del pensiero. Un’operazione che Noland Arbaugh, 29 anni, immobilizzato dalle spalle in giù, in precedenza era costretto a eseguire mordendo un joystick con i denti. «Ora mi basta fissare il punto in cui voglio spostare un oggetto», […]Ma non è nulla rispetto a quello che ha promesso Musk: «Ora daremo la vista a chi è cieco».

 

Neuralink ci sta lavorando da tempo. «Pensiamo di poter ripristinare la vista anche in una persona cieca dalla nascita — affermava Musk già a dicembre del 2022 — perché la parte del cervello che elabora le informazioni visive è ancora lì». «Blindsight — in italiano “visione cieca” — è il nome del nostro prossimo prodotto», ha annunciato qualche giorno fa il fondatore di Neuralink, aggiungendo che «la qualità della vista all’inizio sarà bassa, simile alla grafica delle prime console per videogiochi Nintendo, ma alla fine potrebbe superare quella umana».

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Nel caso del 29enne Arbaugh, […] gli impulsi elettrici che partono dal cervello raggiungono — in modalità wireless — un computer in grado di interpretarli e di trasformarli in un’azione specifica. L’impianto pensato per ridare la vista, invece, funziona in modo opposto. In questo caso un segnale elettrico parte da un sensore — quello di una videocamera integrata in un paio di occhiali smart, per esempio — e finisce nella corteccia visiva. È qui che iniziano i problemi.

 

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«Trasferire il segnale, per quanto complesso, è possibile — dice Angelo Vescovi, neuroscienziato e presidente del Comitato Nazionale di Bioetica — ma la vera sfida è renderlo interpretabile dal cervello, che non è una macchina programmabile ». Musk non sembra avere dubbi. «Funziona già sulle scimmie », ha scritto sui social. […] Proprio sulle scimmie Neuralink ha sperimentato i suoi primi chip.

 

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Poi ha ottenuto dalla FDA — l’ente regolatorio che salvaguarda la salute pubblica negli Usa — l’autorizzazione ad avviare i test clinici sull’uomo. E ci sono già migliaia di volontari che attendono di farsi operare. Neuralink punta a impiantare chip in 11 individui entro il 2024. Saranno ventiduemila — stando alle stime dell’azienda rivelate da Bloomberg — le persone che riceveranno un chip entro il 2030. Ogni impianto costerà all’azienda circa 10mila dollari. I pazienti-clienti pagheranno una cifra molto più alta: circa 40mila dollari. […]

 

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È vero che Musk non ha inventato nulla di nuovo. Ma ha reso più semplice la tecnologia che c’era già. Incrementando anche i suoi rischi. «Teoricamente qualcuno potrebbe introdurre nel cervello umano degli stati emotivi o delle allucinazioni — spiega il neuroscienziato Vescovi — . Questa interfaccia potrebbe essere utilizzata addirittura per torturare una persona oppure per legare la sua mente a un’arma». «Dovremo proteggere la privacy mentale», dice Nita Farahany, docente della Duke University ed ex membro della Commissione bioetica degli USA. Farahany, autrice del saggio “Difendere il nostro cervello” edito in Italia da Bollati Boringhieri, invita a procedere con cautela, «rispettando il diritto degli individui di scegliere se e come accedere e modificare i loro cervelli».

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