IL LAVORO DELLE PROSTITUTE VA A PUTTANE – UNA PROSTITUTA VERONESE DI 61 ANNI SI E' SPOSTATA A MANTOVA A CACCIA DI CLIENTI, MA E' STATA FERMATA DALLA POLIZIA DAVANTI A UN OSPEDALE – AL POSTO DI INVENTARSI SCUSE, LA SIGNORA HA CONFESSATO CANDIDAMENTE DI ATTENDERE EVENTUALI CHIAMATE – IN MANCANZA DI DOCUMENTI LE È STATA FATTA UNA MULTA DI 400 EURO E…

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Tommaso Montesano per “Libero quotidiano”

 

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A voler essere pignoli, il suo caso sarebbe potuto rientrare in due delle tre opzioni consentite dall' autocertificazione per gli spostamenti: «Comprovate esigenze lavorative» e, di conseguenza, anche «situazione di necessità». Del resto se non c' è lavoro non c' è il pane e dunque quale necessità migliore che trovare il mezzo per tirare avanti in tempo di crisi da Covid-19?

 

Il questore di Mantova, Paolo Sartori, non si è lasciato però convincere dalle spiegazioni di una prostituta veronese di 61 anni, in trasferta nella città lombarda a caccia di clienti, e così ha comminato alla donna 400 euro di multa per inosservanza delle misure governative per il «contenimento del contagio» previste dal decreto della Presidenza del consiglio dei ministri. Nei confronti della "lavoratrice del sesso", inoltre, è stato emesso un "foglio di via obbligatorio" dal Comune di Mantova per almeno un anno.

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Tutto comincia nella notte tra martedì e mercoledì, quando nei pressi del Pronto soccorso dell' ospedale di Mantova "Carlo Poma" gli agenti a bordo della Volante, nel consueto giro di perlustrazione a caccia dei trasgressori anti-quarantena, notano la signora davanti al nosocomio. Il punto - in piena emergenza Coronavirus - è nevralgico e così il controllo è inevitabile. Del resto la donna non mostra né le caratteristiche del paziente, né quelle dell' operatore sanitario.

 

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Di fronte alle divise, tuttavia, la signora non batte ciglio e, anziché inventarsi mille scuse, confessa candidamente di stazionare davanti all' ospedale in cerca di un posto sicuro - e possibilmente pure caldo, vista l' ora - per attendere le eventuali chiamate. Così, quando le viene chiesto di compilare il modello con l' autodichiarazione, non ha difficoltà a dichiarare di essere - lei che è residente a Verona - in trasferta a Mantova per prostituirsi.

 

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Fatale è stata, però, l' assenza di documenti, che ha costretto gli agenti a trasportare la donna in questura per gli accertamenti del caso, oltre che ai rilievi dattiloscopici e al fotosegnalamento. Ed è stato in questa circostanza che è emerso come a carico dalla signora già vi fossero precedenti per reati collegati alla prostituzione, oltre che per porto di oggetti finalizzati a offendere.

 

Da qui le sanzioni amministrative. La prima per violazione del regolamento comunale di Polizia urbana che vieta comportamenti legati alla prostituzione; la seconda per la mancata osservanza del Dpcm con le misure anti-virus, con annessa salatissima multa.

Prostitute e clienti è bene che si mettano l' anima in pace: la giustificazione del sesso non vale ai fini dell' autocertificazione.

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La scorsa settimana a Pescara un uomo è stato sanzionato nonostante avesse scritto nel modello di recarsi a consumare un rapporto sessuale a pagamento a Francavilla al Mare. Conviene fare come Katiuscia, la 45enne escort milanese che ai microfoni della Zanzara ha confessato di continuare a esercitare il mestiere più antico del mondo con una sola, semplice accortezza: farlo ancora più di nascosto.

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«Li devo far mangiare i miei figli. Siccome tengo alla mia salute ed a quella dei miei bambini, ho incontrato un paio di persone che già conosco e delle quali mi posso fidare. Due, tre incontri a settimana. E mi faccio pagare di più, visto il rischio».

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