La campagna elettorale è partita ma cresce il rischio astensionismo.
— Controcorrente (@Controcorrentv) July 30, 2022
Giampiero Mughini: "Gli astensionisti non sono tutti uguali, ci sono quelli ai quali la politica dei partiti non li tocca minimamente" #Controcorrente pic.twitter.com/0pDVPNNFYv
Semplicemente scatenato, il Giampiero Mughini ospite a Controcorrente su Rete 4 nella serata di sabato 30 luglio. Si parla della campagna elettorale e delle imminenti elezioni, l'appuntamento con le urne è per il 25 settembre, e Mughini si spende proprio sugli elettori.
"Gli astensionisti non credo che siano tutti uguali, ci sono quelli ai quali la politica dei partiti non li tocca minimamente, perché aprono una bottega al mattino, pagano il meno possibile di tasse - premette lo scrittore -. Che la politica dei partiti sia la più grande passione nazionale noi lo abbiamo potuto credere al tempo della ricostruzione democratica, quando da una parte c’erano i comunisti e dall’altra i cattolici. Gli astensionisti non li conosco bene, ma capisco che uno se ne strafreghi altamente di stare a sentire l’uno o l’altro babbeo, perché la qualità della classe politica è questa, perdonami", si sfoga Mughini.
Ma non è finita, perché Mughini marca poi le distanze tra la sua e le successive generazioni. "Io vengo da una generazione diversa. Chi faceva politica quando io ero all’università era colui il quale aveva tutti 30 e lode, capisci? Qui quelli che vedo hanno un rapporto zoppicante con l’italiano. Non sono mai stato un entusiasta della Seconda Repubblica, ma aveva una cosa forte, l’idea di creare una sorta di bipartitismo. Da una parte uno schieramento, da una parte l’altro. Da una parte Massimo D’Alema, dall’altra Silvio Berlusconi. Adesso c’è un partito che nasce un giorno sì e un giorno no", conclude un Mughini seccato e piuttosto nostalgico della politica che fu.
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