Michela Allegri Alessia Marani per "il Messaggero"
Con uno stipendio di soli 700 euro al mese, negli anni i debiti si erano accumulati e, nel 2020, si era ritrovata in ritardo con l'affitto e con i soldi che non bastavano nemmeno per comprare da mangiare. Così, la dipendente di una ditta di pulizie di Centocelle, dopo avere chiesto aiuto ad amici e parenti, ha deciso di farsi prestare soldi da un collega.
All'inizio, Simone De Gennaro, classe 1992, si era presentato con il volto pulito: le aveva dato quattromila euro dicendole di non preoccuparsi, che ci sarebbe stato qualche mese di tempo per ripagare il debito e che lui, alla fine, avrebbe preso un piccolo interesse. In realtà il trentenne si è trasformato in un aguzzino: ha minacciato, picchiato e vessato la vittima per mesi, chiedendo cifre esorbitanti.
«Brucio te e ti brucio la casa», addirittura «faccio una strage»: era questo il contenuto delle più di duemila telefonate minatorie registrate dai carabinieri di Centocelle. Ieri, su richiesta del procuratore aggiunto Giovanni Conzo e su disposizione del gip Massimo Marasca, De Gennaro è finito in carcere: è accusato di usura ed estorsione aggravate.
LA VICENDA
Per la vittima, una cinquantenne romana, l'incubo inizia nel dicembre 2020. Le sue finanze sono disastrose: ha accumulato un debito da 27mila euro per il mancato pagamento dell'affitto. È talmente in difficoltà da essere costretta a recuperare gli avanzi di cibo nell'azienda dove lavora come donna delle pulizie. A fine anno, si rivolge a De Gennaro e lui accetta di prestarle quattromila euro. Poco tempo dopo, la donna ne restituisce duemila.
Ma nei mesi successive fa fatica a dare l'intera somma, comprensiva degli interessi, pari a mille euro. L'indagato diventa violento: pretende prima 40mila e poi 20mila euro. Una richiesta assurda ed esorbitante. Alla fine, la somma concordata con la vittima è seimila euro di interessi. La donna, nel maggio 2021, ha restituito in tutto ottomila euro.
Pensa di avere finalmente saldato il debito, ma è solo l'inizio della spirale di estorsioni: De Gennaro - si legge nell'ordinanza - pretende altri 15mila euro. Le vessazioni sono continue: tra il 15 dicembre 2020 e il 29 maggio 2021, gli inquirenti individuano 2.012 telefonate fatte alla vittima. Il trentenne interviene di persona. Prima si presenta a casa della donna urlando e impugnando un bastone di ferro, poi la colpisce con pugni, schiaffi e calci.
Quando il marito della cinquantenne scopre la situazione, decide di sporgere denuncia. È il maggio dello scorso anno e la donna ha troppa paura per parlare: non dice il nome del suo aguzzino. Lo farà qualche mese più tardi. Una testimone racconta che l'indagato avrebbe anche sottratto il bancomat della vittima, utilizzandolo. Nell'ottobre 2021, la cinquantenne sta cercando di vendere un appartamento di cui è proprietaria insieme alla sorella, per ripianare i debiti. L'indagato lo viene a sapere e cerca di ottenere altro denaro.
La donna dice di avere ampiamente pagato - «ogni volta cinquecento, duemila, duemila e cinquecento e tutti quegli altri? Cinquecento a settimana» -, dando addirittura più denaro rispetto a quanto avuto in prestito. Ma l'indagato non è soddisfatto: «Li dovevi dare il primo mese dei soldi e sei andata a sbattere al terzo mese». Le conversazioni intercettate sono tantissime e diventano sempre più violente: «Non aspetto più, mo' ti faccio vedere che combino», «tu pensi che stai a giocà», «faccio un macello».
Il 15 dicembre, la donna promette che entro lunedì cercherà di pagare qualcosa: «Tanto non ci arrivi a lunedì - risponde l'indagato - ti sto dicendo che tutti i giorni quando te alzi il sole si vede eh... stai attenta a quello che fai». Una violenza che ha fatto scattare l'arresto da parte dei carabinieri.