IL “CAMPO ROM VERTICALE” NON C’È PIÙ – SONO SERVITI 200 POLIZIOTTI IN TENUTA ANTISOMMOSSA, AIUTATI DA VIGILI DEL FUOCO E PROTEZIONE CIVILE, PER SGOMBERARE 156 APPARTAMENTI OCCUPATI ILLEGALMENTE DA FAMIGLIE ROM IN VIA BOLLA, A MILANO – TUTTO È AVVENUTO TRA GRANDI APPLAUSI E APPREZZAMENTI DEI RESIDENTI REGOLARI – L'OPERAZIONE È COINCISA CON IL CAMBIO DI GUARDIA AL VIMINALE – VIDEO

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Giorgia Chiodo per “La Verità”

 

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Finalmente è finito il calvario degli abitanti di via Bolla, a Milano. Nella mattinata di ieri, alle 8 circa, sono iniziate le operazioni di sgombero degli appartamenti occupati abusivamente dai rom. Il maxi blitz ha visto coinvolti più di 200 appartenenti alle forze dell'ordine in tenuta antisommossa, con l'ausilio di vigili del fuoco, polizia locale e Protezione civile.

 

A questi si sono aggiunti i tecnici dell'Unareti Milano, società che gestisce l'energia elettrica e il gas, dell'Aler e artigiani fabbri. Sono stati svuotati i civici 38, 40 e 42, per un totale di 156 alloggi, di cui 90 occupati abusivamente. Diverse le famiglie con minori, che verranno seguite dai servizi sociali del Comune di Milano.

 

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Questo è il primo passo di un progetto di riqualificazione della zona, per cui Regione Lombardia ha stanziato 33 milioni di euro. Le manovre di sgombero hanno avuto inizio con il ritrovo alle 7.30 presso Piazzale Moratti di poliziotti, quasi tutti provenienti dai reparti mobili milanesi e dalle regioni vicine, agenti in forza al commissariato Bonola, alla Squadra mobile, all'ufficio immigrazione della questura, e carabinieri.

 

Con blindati, macchine di servizio e auto civetta sono poi giunti presso i fatiscenti e degradati palazzi di via Bolla e hanno dato avvio a perquisizioni e allo svuotamento degli appartamenti occupati abusivamente. Nei giorni precedenti già numerose famiglie rom avevano abbandonato spontaneamente le abitazioni, mentre sono circa 70 le persone che nella mattinata di ieri hanno lasciato gli appartamenti, con grandi valigie e borsoni. Tutto è avvenuto tra grandi applausi e apprezzamento dei residenti regolari.

 

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«Finalmente possiamo tornare a vivere tranquilli, senza più paura di uscire di casa ed essere costretti ad assistere a episodi pericolosi», dice una donna. «Speriamo che questo sia l'inizio di un'effettiva ripresa della zona e che non sia l'ennesima promessa non mantenuta». Lo sgombero è stato pianificato dal questore, Giuseppe Petronzi, e dal prefetto, Renato Saccone. Sul posto presenti anche l'assessore regionale alla Casa e housing sociale, Alan Rizzi, e l'assessore di Municipio 8, Fabio Galesi. La questura fa sapere che le operazioni si sono svolte senza problemi, senza litigi e urla: solo alcune persone si sono inizialmente rifiutate di lasciare gli appartamenti, cedendo però poco dopo.

 

Affidandosi a un post su Instagram, l'assessore comunale alla Sicurezza, Marco Granelli, ha scritto: «Dopo un lavoro di sei mesi guidato dalla prefettura, intensamente chiesto e incoraggiato dal Comune, e dopo anni di completo abbandono da parte di Aler e Regione Lombardia, si compie una vera svolta.  

 

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Aler, l'azienda che gestisce le case popolari della Regione, sta mettendo in sicurezza e a breve inizierà una riqualificazione totale. I servizi sociali del Comune di Milano hanno analizzato una a una le situazioni sociali ed economiche dei nuclei familiari, Aler ha messo a disposizione numerose soluzioni per il sostegno abitativo, cui ha contribuito anche il Comune, per circa 50 nuclei familiari con minori, perché non si mettono in strada i minori».

 

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E ha aggiunto: «Chi governa una città, chi deve tutelare sicurezza e ordine pubblico ha il dovere di affrontare e risolvere i problemi. Questo il Comune ha scelto di fare, cercando soluzioni concrete, per il bene della città, per la legalità, la sicurezza, la giustizia sociale». Forse però questa operazione doveva essere fatta prima, quando sono cominciate le denunce dei residenti. Prima che ci fossero risse, spacci di droga, uso di armi. Prima che la zona diventasse teatro e palcoscenico dell'illegalità e della criminalità. Però come si dice, «meglio tardi che mai». Non è certo una coincidenza, comunque, che questa operazione sia coincisa con il cambio della guardia al Viminale.

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