Al.Ar. per il "Corriere della Sera"
«Che brutta notizia: davvero hanno dichiarato inammissibile il referendum sull'eutanasia? Chi ha preso questa decisione non deve avere idea di che cosa sia la sofferenza, quella vera».
Sabrina Bassi, lei è una mamma che conosce la sofferenza. «Ho due figli tutti e due malati di Sla, la sclerosi laterale amiotrofica: Carlo e Marco. Hanno 38 e 34 anni e sono malati da quando sono bambini, un'eredità genetica».
Marco è il copresidente dell'Associazione Coscioni che si sta battendo per questo referendum dall'inizio.
«Sono anni che Marco combatte per tutti i diritti dei malati. Vive sulla carrozzina da quando andava alle elementari e si è battuto fin da quando era al liceo per i suoi diritti e per chi soffre come lui Anche per le Dat, le Disposizioni anticipate di trattamento, ha fatto la sua battaglia».
Pure il suo Marco, come Marco Cappato, non si fermerà davanti a questo rifiuto della Consulta?
«Combatterà fino a quando avrà energie per farlo. Ma non capisco una cosa».
Cosa?
«La Corte costituzionale ha detto che non sarebbe tutelata la vita umana soprattutto per i deboli e i vulnerabili. È così?».
Sì.
«Mi dispiace davvero molto. Sono sempre più convinta che chi ha scritto questa sentenza non ha idea di cosa siano le persone deboli e vulnerabili che non hanno più una vita degna di essere vissuta. Vorrei capire se su quindici giudici almeno uno si è opposto a questo giudizio».
Adesso la questione passa al Parlamento, con la legge sul suicidio assistito.
«Già, ma dopo questa sentenza della Corte sarà tutto un percorso in salita. Ci sono tanti emendamenti, finiranno per affossarla».
Marco e Carlo avevano pensato di chiedere l'eutanasia?
«No. Tutti e due hanno già dato le loro disposizioni anticipate di trattamento con molta chiarezza».
E cioè?
«Non vogliono la tracheotomia. Non vogliono in alcun modo venire attaccati ad una macchina per vivere come dei vegetali».
E quindi?
«Quando sarà il momento rifiuteranno la macchina e moriranno o per soffocamento o, mi auguro, dopo una sedazione».
Lei e suo marito siete d'accordo?
«Sì, poveri ragazzi. Vorrei che qualche giudice della Consulta venisse a casa mia a vedere come si vive».
MARCO CAPPATO PROMUOVE IL REFERENDUM EUTANASIA