Giampiero Rossi per il "Corriere della Sera"
Non potevo immaginare che il treno viaggiasse da solo. Fino alla stazione di Carnate sembrava tutto normale. Poi è successo quel casino... Come una bomba. Ho ancora paura adesso, non ho dormito». Il ricordo è frammentato in fotogrammi sparsi che si sovrappongono nella concitazione del racconto.
Ma nonostante un italiano non sempre fluido, il quarantanovenne marocchino Salah M. non si sottrae a ripetere la sua testimonianza di unico passeggero del convoglio Trenord 10776, il «treno fantasma» che è partito da solo e ha terminato la sua corsa sbattendo contro un muro della stazioncina brianzola di Carnate.
«Ho già detto tutto alla polizia», si premura di sottolineare. E in effetti gli agenti della Polfer - che quando hanno inserito le sue generalità nel terminale hanno scoperto un passato con qualche «inciampo» giudiziario - lo hanno sentito subito dopo averlo estratto dalle lamiere.
Innanzitutto come sta?
«Mi fa male il collo, il piede sinistro, il ginocchio, non sono riuscito a dormire, non mi sento bene...».
Però per fortuna, visto come si è accartocciato quel treno, se l'è cavata con conseguenze lievi.
«Sì lo so, per fortuna ero nell'ultimo vagone, ma che casino...».
Ma lei come mai si trovava a bordo di quel treno già molto prima dell'orario di partenza dalla stazione di Paderno-Robbiate?
«Io sono partito da Milano e dovevo andare a Carnate. ma poi mi sono addormentato e ho perso la fermata e poi mi sono svegliato che il treno era arrivato all'altra stazione e tutti sono scesi».
Quindi lei non avrebbe neanche dovuto trovarsi lì?
«No, no, io dovevo scendere a Carnate, tutto questo è successo perché ho dormito troppo. E allora sono rimasto seduto sul treno fermo aspettando di ritornare indietro».
Quindi il treno è partito. Ma in anticipo e a bordo c'era soltanto lei.
«Nel mio vagone ero solo, sì, ma io non ho guardato se c'era altra gente e non ho fatto caso all'orario. E come potevo pensare che non c'era nessuno a guidare? Se un treno va vuole dire che c'è qualcuno che lo fa andare».
Le porte erano aperte o chiuse?
«Erano aperte, ma dopo un po' si sono chiuse».
Quindi a lei sembrava un viaggio normale?
«Normale, sì. Ma alla stazione di Carnate è diventato strano».
Cosa ha notato?
«Che il treno non si fermava e passava su un binario lontano dalla stazione».
E cosa ricorda del momento dello schianto?
«Come quando scoppia una bomba, tutto rotto, i vetri addosso, un rumore forte, un disastro. Ho sentito male alla gamba e non riuscivo a camminare. Sono venuti a prendermi i pompieri e quelli dell'ambulanza, che mi hanno aiutato a uscire dal vagone che era finito in alto».
Cosa farà adesso?
«Non lo so, sono a casa da mio fratello a Lecco, sento ancora male forte al collo e non sono riuscito a dormire».
Chiederà il risarcimento dei danni?
«Io non lo so cosa devo fare. Ho detto tutto alla polizia ho fatto tutto quello che dovevo, dopo non lo so. Chiederò a mio fratello di aiutarmi. Che casino...».
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