“LA COSTRINGEVA A SUBIRE RAPPORTI SESSUALI SADOMASO” – UN GEOMETRA DI VERONA ULTRACINQUANTENNE È ACCUSATO DI AVER PLAGIATO E COSTRETTO UNA RAGAZZINA DI 15 ANNI A FARE SESSO A TRE – LA RELAZIONE ERA COMINCIATA CON ALCUNI INCONTRI “RAVVICINATI” CONSENZIENTI CHE SI ERANO TRASFORMATI IN UN RAPPORTO PERVERSO – DALL’ESAME DEI CELLULARI È EMERSO UN NUMERO IMPRESSIONANTE DI MESSAGGI: CIRCA VENTIMILA IN SOLI TRENTA GIORNI…

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Laura Tedesco per www.corriere.it

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A 15 anni, sarebbe stata «plagiata e indotta a fare sesso sadomaso» da un vicino di casa ultracinquantenne, che l’avrebbe legata, bendata, imbavagliata. Per mesi, una studentessa minorenne (che è veronese come l’accusato) avrebbe avuto rapporti intimi completi con un insospettabile geometra di oltre quarant’anni più «adulto» di lei.

 

Tra loro, durante quella relazione tenuta del tutto segreta, dall’esame dei cellulari è emerso un impressionante numero di messaggi reciproci tramite chat, addirittura più di ventimila nell’arco di soli trenta giorni.

 

Stando al capo d’accusa, dall’agosto 2018 al giugno 2019 la ragazzina avrebbe avuto «incontri ravvicinati» consenzienti con l’adulto che ne avrebbe conquistato la fiducia con atteggiamenti paterni: i due avrebbero fatto sesso per quasi un anno e lei, mentre si trovavano in intimità, sarebbe stata «indotta a subire rapporti sessuali completi connotati di sadomasochismo».

 

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Una presunta escalation di perversione in cui, stando al pm Federica Ormanni, lui avrebbe tentato di coinvolgere anche una coetanea della 15enne, la sua unica amica, «istigandola ad avere rapporti sessuali a tre».

 

Finché la madre dell’adolescente aveva poi scoperto ogni cosa e si era presentata in Questura a sporgere denuncia: proprio i genitori della minorenne, si sono costituiti parte civile con i legali Gilberto Tommasi e Apollinare Nicodemo in vista del processo che prenderà il via davanti al Tribunale collegiale il prossimo 18 giugno.

 

Per il geometra, l’accusa da cui si dovrà difendere è atti sessuali su minore ma l’avvocato dell’imputato, il legale Marcello Manzato, annuncia di avere le proprie carte da giocare in aula: «Il mio assistito non nega i rapporti con la minore, peraltro del tutto consenzienti, però il quadro della vicenda è in realtà ben diverso rispetto al capo d’incolpazione e verrà a galla nel corso del processo».

 

L’accusa

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Secondo l’accusa, invece, l’irreprensibile geometra mai incappato (finora) in guai con legge, in realtà avrebbe indotto la minorenne a «subire rapporti completi, legandole i polsi, bendandola e comunque affermando la propria superiorità, abusando delle condizioni di inferiorità psichica e anagrafica» della ragazzina «e della sua fragilità, della quale era al corrente».

 

Tra i genitori della 15enne il rapporto era problematico, i due erano separati e, in base alle accuse, l’insospettabile vicino di casa avrebbe approfittato di tale circostanza, intessendo un legame di fiducia e amicizia con la minore e la madre, carpendone progressivamente la fiducia, trascorrendo con loro intere giornate.

 

Lo stesso avrebbe fatto anche con il padre della 15enne, aiutando quest’ultima con consigli e dandole supporto nei momenti di difficoltà familiare. A lei si sarebbe inizialmente proposto come una sorta di figura paterna, finendo però via via per insinuarsi totalmente nella vita di lei.

 

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Infine, facendo leva sulla fragilità psichica della ragazzina l’avrebbe indotta ad accettare rapporti sessuali completi per mesi, dall’agosto 2018 al giugno 2019. Contestazioni gravi e inquietanti, che la difesa tenterà di far traballare «facendo emergere la verità di questa vicenda al processo». L’appuntamento è in aula tra poco meno di tre mesi.

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