Estratto dell’articolo di Lilli Gruber per “Sette - Corriere della Sera”
Cara Lilli, a proposito di tasse, gli evasori che incontriamo tutti i giorni sono gli idraulici, gli imbianchini, i meccanici, gli elettricisti, i giardinieri. Sono gli stessi che, se si ammalano non guadagnano più niente e, non pagando le tasse, si assicurano malattie e vecchiaia. Non è bello ma è così. Dei grandi evasori non so, ma non sono sei milioni. [...]
G. Guidotti
Caro Guidotti, fra tutti gli argomenti che vengono utilizzati per tollerare e giustificare l’evasione fiscale, questo è uno dei più ipocriti e odiosi: il così fan tutti. Un «realismo» artificioso e fatalista che nasconde solo l’intento di dare legittimazione a un comportamento illegale ed eticamente scorretto.
I dati li conosciamo, l’Italia è gravata da un’evasione fiscale che sottrae a tutti noi circa 90 miliardi l’anno. Solo l’1,2% dei contribuenti dichiara di guadagnare più di 100 mila euro. E solo il 14% paga quasi i due terzi di tutte le tasse che incassa l’erario. Quindi pochi pagano per i servizi che tutti usano. Scuola, sanità, sicurezza, infrastrutture.
Di fronte a questi numeri qual è la risposta di questo governo? Condoni, condoni e ancora condoni. Perché «mica possiamo pensare che in Italia ci siano sei milioni di criminali», come ho sentito dire ad esempio in alcune puntate di Otto e mezzo. Una teoria piuttosto bizzarra: per paradosso, tanto varrebbe allora legalizzare anche furti e rapine già che ci siamo, visto che esistono nella realtà.
giorgia meloni e il pizzo di stato - vignetta by emiliano carli
Tra l’altro l’evasione fiscale non è «uguale per tutti»: ci sono fortunatamente cittadini che non eludono le tasse, perché rispettano la legge e il patto sociale, e poi ci sono quelli che non possono farlo, perché hanno il sostituto di imposta: dipendenti e pensionati.
Quindi non prendiamoci in giro: l’evasione fiscale – grande o piccola che sia – è un furto che un singolo compie per avere un beneficio personale a danno della comunità. Punto, non ci sono alibi o giustificazioni. Senza contare che se tutti fossero fedeli alle regole della tassazione, pagheremmo tutti di meno.
L’amara verità è che su questo tema la destra oggi al potere ha completamente abdicato al ruolo di guida che dovrebbe avere la politica, decidendo deliberatamente di lisciare il pelo agli evasori, che rappresentano anche un significativo blocco elettorale di riferimento.
Giorgia Meloni parla spesso di «fisco amico», ma dietro questo slogan si nasconde sostanzialmente un fisco complice: 20 condoni fra sanatorie, rottamazioni e stralci in due anni di governo. Oltre al danno poi c’è la beffa: l’ultimo concordato preventivo costerà allo Stato 986 milioni di euro, come riportato dallo stesso testo di legge che lo istituisce. Chi aderisce può mettersi in regola pagando un’imposta sostitutiva dell’Irpef che può andare dal 10 al 15%. Senza sanzioni o interessi di mora.
giorgia meloni alle celebrazioni per gli 80 anni del quotidiano il tempo 11
Un vero e proprio regalo a chi ha evaso quindi, che neanche porterà risorse nelle casse pubbliche. E che purtroppo ripropone con forza la solita domanda: ma in questo Paese chi paga le tasse e rispetta le regole è un povero fesso?
lilli gruber (3) LA GIORGIA DI LOTTA E QUELLA DI GOVERNO - VIGNETTA BY ELLEKAPPA EVASIONE FISCALE