Riccardo Bruno per corriere.it
Le discoteche riapriranno, ma con il 35% della capienza.
«Non ha nessun senso, è una scelta insensata da tutti i punti vista, sanitario, economico e sociale».
Flavio Briatore ha appena chiuso i suoi locali estivi in Versilia e Sardegna, la decisione per ora non lo riguarda direttamente. Ma ha attività anche a Dubai, Londra e Montecarlo. «Lì si entra con il green pass, non ci sono altre limitazioni. Perché non deve essere così anche qui in Italia, dove tra l’altro l’80 per cento della popolazione è già vaccinata?».
Non è comunque un segnale positivo?
«Se ci sono mille persone alla porta e io ne posso fare entrare solo 350, con quale criterio li scelgo? Si rischia di incentivare i ritrovi abusivi o di creare delle risse davanti alle discoteche».
Si può ricorrere alla prenotazione.
«Il problema è anche un altro: entra un terzo della capienza massima, ma quelli che sono dentro staranno vicini, vogliono socializzare, è il connecting people, come fai a mantenere la giusta distanza. Ho l’impressione che chi ha preso questa decisione non sia mai andato in discoteca, devono essere dei bigotti».
Le valutazioni sono fatte da un Comitato di tecnici che evidentemente ritengono le sale da ballo luoghi più a rischio di altri.
«E allora i trasporti? Basta vedere le immagini della metropolitana a Roma, stanno tutti ammassati come sardine. Oppure pensiamo alle feste dopo gli Europei, c’erano milioni di persone in piazza a baciarsi ed abbracciarsi senza mascherina».
Appunto, si potrà ballare senza indossarla, ma i locali dovranno adottare altre misure, come arieggiare i locali o igienizzare con frequenza.
«È una presa in giro, così faranno saltare 3.000 aziende e 200 mila persone che lavorano in questo settore. Dopo tutto questo tempo di chiusura, gli imprenditori non hanno più capitali da investire per adeguare le loro strutture.
Anche perché c’è il rischio che finisca come le piscine, che dopo che si erano messe a norma sono state richiuse. Quando si mettono regole di questo tipo, poco chiare, diventa impossibile attuarle. La verità è che la discoteca viene criminalizzata, e invece avrebbe un valore importante proprio in questo momento che il Covid sembra essere contenuto. Il ballo è una liberazione, dopo le guerre tutti andavano a danzare».
Non crede che la «guerra» al Covid sia ancora in corso?
«E allora non dovrebbero aprire gli stadi, i cinema e le metropolitane. Lo ripeto, queste regole non hanno senso, e temo che ci saranno dei casini».
Secondo lei cosa bisognerebbe fare?
«Per accedere il green pass è sufficiente, come avviene altrove, oppure ai Gran premi di Formula 1, a Monza c’erano 100 mila persone e hanno fatto un lavoro fantastico. E ovviamente tutto il personale deve essere vaccinato. Rispetto le scelte individuali, ma credo sia corretto che lo faccia chi lavora a contatto con il pubblico, per dare serenità e sicurezza».
E i clienti?
«Regolarsi come facciamo a Dubai o a Montecarlo. Lì la pista l’abbiamo abolita. Si entra con gli amici, e chi vuole ballare si alza in piedi e lo fa attorno al proprio tavolo».