Cesare Giuzzi per corriere.it
elisa pomarelli massimo sebastiani
Venti minuti di cammino. Nessun sentiero, solo un irregolare e fitto susseguirsi di robinie, querce e alberi di faggio. La pioggia del mattino rende i passi incerti e la terra scivolosa e imprevedibile. In fondo a una riva, dove anche gli esperti carabinieri dei Cacciatori di Sardegna devono aggrapparsi ad ogni ramo per mantenersi in piedi, c’è un grande tronco caduto verso il fondo valle. Lì sotto, nel letto asciutto di un rivolo d’acqua, nascosto nell’ombra impenetrabile delle frasche, Sebastiani ha sepolto il corpo di Elisa.
In questo saliscendi infinito e intricato sembra impossibile che l’operaio 45enne sia riuscito a trasportare da solo un corpo senza vita. Quello di Elisa, nonostante la corporatura esile e i suoi 45 chili, deve essere stato trascinato e fatto scivolare lungo la boscaglia.
Solo così Massimo Sebastiani, il suo assassino, sarebbe potuto arrivare in una zona tanto impervia. Per questo, al di là del sospetto di possibili complici, c’è l’ipotesi che il cadavere sia stato spostato nel bosco più volte e in momenti diversi prima di essere sepolto. C’è da chiarire anche il ruolo dell’amico, padre di una ex fidanzata di Sebastiani, Silvio Perazzi arrestato dal pm di Piacenza Ornella Chicca in flagranza per «favoreggiamento personale».
elisa pomarelli massimo sebastiani
L’anziano avrebbe messo a disposizione del fuggitivo un giaciglio nella sua casa di campagna di Sariano di Gropparello. Qui, nel solaio, il 45enne ha trascorso le ultime notti prima di essere arrestato sabato mattina proprio vicino all’abitazione. A celare il nascondiglio un armadio posizionato per «coprire» alla vista dei carabinieri l’accesso al sottotetto. Perazzi era stato sentito nei primi giorni d’indagine e aveva detto di aver visto Sebastiani domenica 25 agosto, data della scomparsa, alle 15.30 per un «veloce bicchiere di vino» proprio nella sua casa di Sariano.
Nel suo pollaio
Sebastiani ha strangolato Elisa nel suo pollaio di Campogrande dove l’aveva portata, dopo il pranzo in una trattoria, per regalarle alcune uova. Lei lo aveva scritto anche a un’amica nel suo ultimo sms. Poi ha chiuso il corpo nel bagagliaio dell’auto ed è andato a casa di Perazzi, prima di riprendere a girovagare. Quando ha scaricato il cadavere? Possibile che lo abbia lasciato subito vicino a casa dell’anziano?
Domande che non hanno ancora una precisa risposta e la cui soluzione potrebbe portare ad un aggravamento della posizione dell’amico. I carabinieri di Piacenza, guidati da Michele Piras e Marco Iannucci, stanno chiarendo anche il movente costato la vita alla 28enne. Sebastiani ha detto di essere «ossessionato» da quella relazione che proseguiva da tre anni. «Lei mi ha detto che non ci saremmo più visti.
Che sarebbe stata l’ultima volta. Ho perso la testa e l’ho strangolata», ha detto durante l’interrogatorio. Elisa non voleva più vedere Sebastiani. Per lei, dichiaratamente omosessuale, il 45enne era solo un amico. Un amico diventato forse ossessivo e insistente. Ma che, evidentemente, mai le aveva fatto temere per la sua vita. Altrimenti non sarebbe entrata con lui, sola, in quel pollaio.
elisa pomarelli massimo sebastiani sopralluogo del magistrato a casa di massimo sebastiani massimo sebastiani elisa pomarelli elisa pomarelli massimo sebastiani