Estratto dell’articolo di Salvo Palazzolo per “la Repubblica”
«Quando mi sono trovato davanti a Gaspare Spatuzza, ho subito capito che era un uomo profondamente cambiato». Franco Puglisi, il fratello di don Pino, il parroco di San Gaetano ucciso dalla mafia nel 1993, ricorda ancora con emozione quel giorno di qualche anno fa. Adesso, Spatuzza è tornato in libertà — anche se è una libertà condizionale — dopo 26 anni trascorsi fra carcere e domiciliari: così ha deciso il tribunale di sorveglianza di Roma.
Come nacque quell’incontro con il collaboratore di giustizia che ha confessato di aver partecipato alle stragi del 1992-1993 e poi anche al delitto di suo fratello?
«Spatuzza ci aveva scritto una lettera dai toni accorati. Raccontava la sua storia, ripercorreva i momenti dell’omicidio. E poi, soprattutto, rievocava cosa accadde in carcere.
Dopo la condanna all’ergastolo per il delitto di mio fratello, chiese di andare in isolamento: “Una scelta che mi consentirà di intraprendere un cammino di ricerca dell’uomo”, […]».
[…] Decise subito di incontrare Spatuzza?
«All’inizio, ero perplesso, titubante, ma ero curioso di conoscere questa persona che scriveva di aver fatto un percorso di pentimento rispetto al passato da mafioso. Accettai di vederlo dopo alcuni mesi di riflessione. Non era facile per me, conoscendo tutte le malefatte di cui era accusato».
[…] «Restammo insieme un’intera giornata, insieme ad altre persone. Era diverso da come appariva nelle immagini delle televisioni e dei giornali. Era commosso, mi sembrava davvero addolorato per quello che aveva fatto. Capivo che le sue parole erano espressione di una macerazione interna […] Diceva che la lettura del Vangelo lo aveva trasformato. Non ho avuto l’impressione si trattasse di un’impostura».
Cosa le disse?
«Ci sono parole di quel giorno che terrò solo per me. Posso però dire che erano le parole di un uomo che aveva fatto una profonda riflessione: per dieci anni era stato in isolamento, al carcere duro. Credo che solo lui sia davvero pentito dei crimini che ha commesso, perché la sua scelta non è avvenuta per convenienza, pochi istanti dopo l’arresto, come accaduto in tanti altri casi. È stata una scelta molto ponderata».
Cosa le ha risposto quando le ha chiesto di essere perdonato?
«Gli ho detto: “Se sei veramente pentito il Signore ti ha perdonato, chi sono io per non fare altrettanto?” Dopo mi sono sentito sollevato da un peso interiore e più sereno, in pace con me stesso».
[…] Che effetto le fa sapere che oggi Spatuzza è libero?
«Nessuna emozione: né caldo, né freddo, sono indifferente a questa notizia. Se non avessi passato con lui una giornata intera forse non sarebbe stato lo stesso, e non so se lo incontrerei nuovamente. Ma gli auguro di rifarsi una vita, se ciò è possibile. Adesso nei suoi confronti non ho alcun rancore».