DAGOREPORT
LA NOTA DI "NTT DATA"
In relazione all'articolo "L'ex dg Sogei in cella. "Ha cancellato video delle telecamere durante i domiciliari"", pubblicato oggi su La Verità, NTT DATA, multinazionale giapponese del settore IT, precisa di non aver ricevuto nessun coinvolgimento dalle Autorità Giudiziarie e dagli organismi di indagine. La società si dichiara a disposizione delle Autorità.
Fabio Amendolara per “La Verità” - Estratti
La cancellazione dei video registrati negli ultimi 15 giorni dalla telecamera di sicurezza nel suo appartamento a Roma è stato il passo falso. Per Paolino Iorio, ex direttore generale di Sogei, partner tecnologico del ministero dell’Economia e delle finanze, fermato lunedì sera mentre intascava una tangente di 15.000 euro da Massimo Rossi, imprenditore del digitale, è stato disposto l’arresto in carcere.
I pm della Procura di Roma Lorenzo Del Giudice e Gianfranco Gallo, che per lui avevano disposto, con un decreto di fermo, gli arresti domiciliari, ieri hanno chiesto al giudice per le indagini preliminari di aggravare la misura cautelare. «Può inquinare le prove», hanno sostenuto i magistrati.
La Guardia di finanza, su indicazione dello stesso Iorio, durante una perquisizione nel suo appartamento, oltre a scoprire il trucchetto del reset della telecamera, ha trovato oltre 100.000 euro che erano stati occultati sopra un armadio. Denaro che gli inquirenti ritengono sia stato accumulato tramite tangenti. Secondo i pm questa somma sarebbe stata ricevuta proprio dall’imprenditore Rossi, con il quale Iorio avrebbe intrattenuto, almeno così risulterebbe dai monitoraggi degli investigatori del nucleo valutario della Guardia di finanza, incontri regolari con doppia cadenza mensile, a partire da febbraio 2023. Il gip, dopo quasi cinque ore di camera di consiglio, ha disposto il carcere sia per Iorio che per Rossi, considerando il rischio di reiterazione del reato, oltre al possibile inquinamento probatorio.
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Per alcune gare gli inquirenti hanno recuperato i documenti contabili e le fatturazioni. Ma Rossi sarebbe anche al centro di un ulteriore approfondimento giudiziario, nato prima di quello che coinvolge Sogei, e che, come svelato in esclusiva dalla Verità, punta a verificare le relazioni con alcuni manager (ed ex manager) della Tim. In questo filone sarebbe coinvolta anche la società Ntt data Italia spa, multiutility delle comunicazioni. E si procede per l’ipotesi di corruzione tra privati.
Mentre le indagini sui dipendenti di Tim sono proseguite per mesi in totale riservatezza, l’inchiesta su Sogei, probabilmente avviata tramite intercettazioni e pedinamenti di Rossi, ha subito la brusca accelerazione. Gli investigatori hanno intuito che, proprio la sera dell’arresto in flagranza, Rossi sarebbe stato pronto a consegnare una tangente.
Il colpo di acceleratore degli investigatori ha prodotto quindi l’ampia discovery sugli indagati, tra i quali c’è Andrea Stroppa, noto per il suo ruolo nella Bestia social di Matteo Renzi e oggi braccio operativo di Elon Musk in Italia. Stroppa è sospettato di aver ricevuto da Rossi un documento della Farnesina riguardante il progetto militare e dual use delle tecnologie satellitari di Spacex denominato Starlink, un metodo di trasmissione dati a bassa orbita da usare per le connessioni internet che potrebbe mettere fuori gioco la fibra.
Questo documento sarebbe passato prima nelle mani di un ufficiale della Marina militare distaccato al ministero della Difesa, Antonio Angelo Masala, pure lui indagato. «Masala», secondo l’accusa, avrebbe programmato «l’inserimento di Olidata», società indagata nella quale la moglie del militare detiene un pacchetto azionario, «nell’affare». A quel punto avrebbe rivelato «notizie riservate» a Stroppa. Una vicenda che gli inquirenti definiscono «sintomatica di un accordo concluso, o in corso di conclusione, al fine di far beneficiare Olidata degli affari» che il colosso statunitense Spacex «potrà concludere con l’amministrazione italiana, grazie all’intervento illecito del pubblico ufficiale».
Ieri il presidente di Olidata e azionista di riferimento, Cristiano Rufini, che è stato perquisito, ha rassegnato le dimissioni irrevocabili e con effetto immediato anche dalle altre società del gruppo. La decisione, fa sapere la società, «è stata presa nell’ottica di tutelare la propria reputazione e quella dell’azienda, con la finalità di chiarire il prima possibile la correttezza del proprio operato, nell’ambito delle indagini della Procura di Roma e preservare la serenità dei piccoli azionisti, del mercato e dei dipendenti. L’obiettivo è garantire la continuità dell’azienda e dell’attività lavorativa, proseguendo con la guida di professionisti di comprovata esperienza».
Il fascicolo su Sogei conta in tutto 16 indagati, alcuni dei quali potrebbero ricevere una convocazione a Piazzale Clodio per l’interrogatorio già a partire da lunedì prossimo.