Estratto dell’articolo di Andrea Noci per “il Messaggero”
«Hai 24 ore per mandare tutte le centinaia di scatti che hai fatto, altrimenti io vengo e ti sparo». Minacce di morte su Whatsapp, atti persecutori e un post Facebook al veleno nei confronti della regista e fotografa Francesca Marino, che pochi giorni prima le aveva realizzato un servizio fotografico. La showgirl italo-britannica Lodovica Mairè Rogati torna sotto la luce dei riflettori, non degli studi televisivi, ma delle aule di tribunale. Tra i procedimenti giudiziari subiti, uno aveva infatti portato alla sua condanna a 4 anni di reclusione.
L'attrice 42enne, presidente dell'associazione contro la violenza sulle donne "Io non ci sto", si trova ora a processo davanti al Tribunale di Roma per stalking, con l'aggravante della minaccia grave, e diffamazione a mezzo stampa. È il febbraio 2018. Rogati ha bisogno di un set di fotografie, quindi tra un passaparola e l'altro, si rivolge alla figlia del regista Umberto Marino. Si mette d'accordo per uno shooting di venti foto. Tra una posa e l'altra, l'attrice si sarebbe innamorata del gatto della fotografa, tanto da volere degli scatti insieme al cucciolo.
«Quella richiesta mi aveva messo a disagio», ha raccontato ieri in aula Francesca Marino. Il servizio fotografico finisce e la vittima si mette a lavorare sulle centinaia di istantanee scattate alla Rogati. Sceglie le migliori, le corregge al computer, per poi consegnare le venti pattuite, alle quali decide di aggiungerne due, quelle scattate insieme al gatto. È a quel punto che sarebbero iniziate le persecuzioni dell'attrice. La fotografa avrebbe dovuto consegnare tutte le istantanee. Questo il motivo delle minacce. «Tu prega solo Dio di non incontrare mai me o il mio compagno per strada» […]
E ancora: «Se ti azzardi a fare anche solo un altro commento su di me, come quelli che mi hanno riferito adesso ti denuncio per diffamazione e calunnia e non solo!». Poi se l'era presa anche con i familiari della fotografa: «Tu sei figlia di qualche fallito artistoide... Io invece di chi ti spacca il c... in Tribunale e ti fa finire a vendere il pesce al mercato». […] Pochi giorni dopo questo primo messaggio ne invia un altro, più esplicito. «Ti sparo a te, al gatto, al nano, a tutta la famiglia di falliti disoccupati, ti sfondo la porta di casa coi fratelli miei e mi porto via il computer e ti do fuoco a tutto!».
Rogati nello stesso messaggio avrebbe fatto capire di poter davvero arrivare a tanto: «Non c'è fretta, io ho già il codice da stamattina per aprire quella sbarra e alle 18 ero lì. E lo posso avere ogni secondo». […]
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