Milvana Citter per www.corrieredelveneto.corriere.it
I CARABINIERI SUL LUOGO DOVE E' MORTA ELISA CAMPEOL
Fabrizio Biscaro ha provato per un giorno intero a calmare «l’impulso a uccidere» che gli bruciava dentro. Ma quel desiderio covava potente chissà da quanto, per questo la sera prima ha comprato il coltello.
Una lama con la quale non solo ha brutalmente spento la vita di Elisa ma l’ha anche oltraggiata tagliandole l’orecchio destro mentre era agonizzante e spiegando poi agli inquirenti: «L’ho preso come un trofeo. Volevo qualcosa che me la ricordasse» ha detto il 34enne di Farra di Soligo, difeso dall’avvocato Rosa Parenti, durante gli interrogatori dei giorni scorsi.
Consulenza psichiatrica
Oggi Biscaro è recluso nel carcere di Santa Bona con l’accusa dell’omicidio volontario premeditato di Elisa Campeol, 35enne di Pieve di Soligo uccisa a coltellate mercoledì sul greto del Piave a Moriago della Battaglia nel Trevigiano, ma in futuro potrebbe essere trasferito in una struttura di salute mentale specializzati.
A deciderlo saranno anche le consulenze degli psichiatri che dovranno stabilire se il modus operandi e il taglio di una parte del corpo della vittima sono riconducibili a una connotazione sessuale.
Non è chiaro infatti cosa sarebbe successo se Biscaro non fosse stato interrotto mentre faceva scempio del corpo di Elisa da due escursionisti che gli hanno gridato di smetterla. Intanto di certo c’è che il sostituto procuratore Gabriella Cama ha deciso di contestare a Biscaro anche la premeditazione dell’omicidio visto che l’uomo, poche ore prima del delitto, ha comprato il coltello con il quale ha commesso il delitto.
La ricostruzione dei fatti
I carabinieri del nucleo investigativo hanno ricostruito le 24 ore precedenti il delitto. L’uomo ha iniziato il lavoro in un’azienda della zona alle 7 ma alle 7.30 se n’era già andato. «Sono salito sulla mia auto e sono andato in giro. Ogni tanto, quando sentivo che la rabbia era troppo forte, mi fermavo e guardavo dei video musicali sul telefonino per calmarmi».
LO SQUILIBRATO DEL PIAVE FABRIZIO BISCARO
Alle 13.30 è tornato a casa per pranzare con i suoi, senza lasciar trapelare nulla del terribile travaglio che lo affliggeva. Poi è sparito, mettendosi in viaggio con la sua Volkswagen Golf per cercare l’obiettivo che, come lui stesso ha ammesso: «Ho scelto a caso perché dovevo fare male a qualcuno».
Ha prelevato alcune centinaia di euro a un bancomat, con i quali ha acquistato in un bar di Follina oltre una cinquantina di tagliandi dell’Enalotto e del Superenalotto. Poi è andato in un centro commerciale di Valdobbiadene e ha comprato alcuni generi alimentari e il coltello che gli sarebbe servito per uccidere.
Quindi ha imboccato la Feltrina e ha guidato fino a Fiera di Primiero, in Trentino. Ha passato la notte in auto. Al mattino quell’impulso era ancora lì, ancora più forte. È tornato indietro. Ha raggiunto l’Isola dei morti a Moriago.
L’aggressione
C’erano alcune persone nel parcheggio: «Ho aspettato che se ne andassero. Poi mi sono incamminato nella vegetazione fino a quando ho visto la sagoma della ragazza». Elisa prendeva il sole distesa sul lettino, prona. Non l’ha neanche sentito arrivare. Biscaro ha preso il coltello e le ha sferrato un primo colpo al fianco.
La donna è caduta dal lettino, ha provato a difendersi ma il 34enne le è salito sopra, l’ha bloccata e ha continuato a colpirla ripetutamente, così violentemente da rimanere lui stesso ferito dalla lama. Lei ha urlato finché ne ha avuto la forza, mentre lui sfogava il suo impulso una coltellata dopo l’altra. Fino a quando da lontano ha sentito le urla di due uomini: «Cosa fai, smettila!».
E lì che ha deciso di prendersi il trofeo: «Ho visto l’orecchio e l’ho tagliato». Poi è scappato e ha riposto il coltello e l’orecchio in un sacchetto di plastica, dentro lo zaino. Lo stesso che avrebbe poi consegnato ai carabinieri: «Dopo averla uccisa non ricordo bene cos’è successo, solo che mi sono trovato davanti alla caserma e mi sono costituito».