Esteatt dell'articolo di Cesare Giuzzi e Giuseppe Guastella per www.corriere.it
I mesi della relazione con il collega di lavoro Alessandro Impagnatiello, l’aborto e poi la scoperta della gravidanza della compagna di lui, Giulia Tramontano, attraverso le fotografie trovate sul tablet e il crollo delle bugie. È iniziata nell’aula della Corte d’assise la terza udienza del processo per l’assassinio di Giulia Tramontano. Sul banco dei testimoni c’è la ragazza 23enne italoinglese, ex collega di lavoro, con cui il barman 30enne aveva una relazione parallela a quella con la vittima. La ragazza è protetta da un paravento per motivi di sicurezza.
ALESSANDRO IMPAGNATIELLO - GIULIA TRAMONTANO
Una testimonianza drammatica, interrotta in alcuni momento a causa dello choc e della commozione della ragazza, specie quando ha ricordato la sua gravidanza e il successivo aborto e la scoperta dell'altra relazione dall’analisi delle immagini trovate su tablet e cellulari. Il procuratore aggiunto Letizia Mannella e il sostituto Letizia Menegazzo hanno chiesto alla ragazza anche del falso test del Dna con cui Impagnatiello aveva cercato di convincere l’amante che il figlio di Giulia non fosse suo: «Mi ha dato il test in una bustina - ha spiegato -. Ho capito subito che fosse falso, poi infatti ho trovato il file excel usato per crearlo».
La 23enne ha anche raccontato che il barman le aveva detto che Giulia era «bipolare» e che «voleva uccidersi» e per questo era costretto a starle vicino. «Non sapendo come gestire la situazione volevo aiutare Giulia, farle capire, darle qualcosa di concreto e farle capire cosa stava succedendo», ha detto la ragazza.
[…] «Lui ha continuato a negare di essere il padre del bambino». Poi la decisione di chiamare Giulia: «Ero convinta perché ho detto “prima di partorire lei deve sapere chi ha davanti”. Lui mi ha detto “chiamala se non mi credi”, ma io avevo già intenzione di farlo».
GIULIA TRAMONTANO - ALESSANDRO IMPAGNATIELLO
Poi, interrogata dal pm Menegazzo, ha ricostruito il contatto telefonico con Giulia, la sua proposta di incontrarsi di persona e l’appuntamento. «Lui ha scoperto che l’avevo sentita ed era inc... con me, perché aveva capito che era finita»: «Entrambe volevamo che lui partecipasse all’incontro ma lui è uscito prima dal lavoro per non farlo». Nel corso del confronto le due ragazze si raccontano delle «scoperte» fatte in quei mesi «l’una dell’altra»: «Le ho raccontato di quando ci siamo conosciuti, della nostra relazione: da una parte Giulia non era choccata, le ho solo confermato i dubbi che aveva».
Poi sono stati trasmessi alcuni messaggi vocali che Giulia e la ragazza si sono scambiate dopo l’incontro. In uno lei chiede alla vittima «ma il figlio è suo? Lui è il padre?» e racconta della sua gravidanza «negli stessi giorni» e del suo aborto: «Mi ha giurato che lui non è il padre, ti prego devo sapere chi è il padre di tuo figlio».
[…]
Intanto, poco prima dell'udienza, la sorella di Giulia, Chiara Tramontano, ha scritto su Instagram: «Una sola condizione: ergastolo a vita».
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