1 - LA MORTE DI BOCHICCHIO E IL MISTERO DELLA MOTO: «POSSIBILE MANOMISSIONE»
Flaminia Savelli per “il Messaggero”
IL LUOGO DELL INCIDENTE IN CUI E' MORTO MASSIMO BOCHICCHIO
Tre testimoni, un secondo sopralluogo e l'acquisizione delle immagini di video sorveglianza intorno all'aeroporto dell'Urbe. In attesa dell'autopsia, procede spedita l'indagine per dipanare la matassa di supposizioni e interrogativi sulla morte di Massimo Bochicchio.
Il broker dei vip che ieri era atteso in aula per l'apertura del processo a suo carico per riciclaggio ed esercizio abusivo di attività finanziaria. I contorni in cui si è consumato domenica mattina il drammatico incidente non sono ancora stati chiariti: il 56enne, che era agli arresti domiciliari, era uscito grazie a un permesso concordato intorno alle 10 del mattino in sella alla sua moto Bmw. Intorno alle 12 lo schianto contro un muro della via Salaria, all'altezza del civico 875.
MASSIMO BOCHICCHIO E LA MOGLIE
Quindi lo scoppio e le fiamme che hanno parzialmente distrutto la moto e reso irriconoscibile la vittima. I vigili urbani del gruppo Nomentano, incaricati delle indagini, hanno sequestrato il telaio, i pistoni, le forcelle e il blocco motore.
«Sono le uniche parti del mezzo che non sono andate distrutte nel rogo», spiegano.
Tutto il materiale recuperato verrà poi consegnato ai periti che dovranno accertare le condizioni della Bmw al momento dell'impatto.
«Siamo ancora in attesa della richiesta della Procura», fanno sapere gli agenti che fin dai primi minuti hanno parlato di «un incidente anomalo». La precisazione sembra la parte più importante dei sospetti che ruotano intorno all'inchiesta: «Non possiamo ancora escludere nulla, ovviamente neanche una manomissione dei freni, ma su questo punto la perizia sarà complessa perché sono finiti nell'incendio».
QUEL CHE RESTA DELLA MOTO DI MASSIMO BOCHICCHIO
Nello specifico, il sospetto degli investigatori è che proprio i freni non siano entrati in funzione. Di sicuro non sono stati utilizzati, se è vero, come appurato già poche ore dopo lo schianto, che in prossimità del luogo d'impatto non sono stati rilevati i caratteristici segni sull'asfalto.
DUE ORE DI BUIO
La morte di Massimo Bochicchio, il broker di vip, resta un rebus. Ieri al comando della polizia locale sono stati a lungo ascoltati i tre testimoni. Tutti hanno riferito di aver visto sfilare la Bmw lungo il rettilineo della via Salaria. E poi, all'improvviso, di aver notato il mezzo cambiare direzione per schiantarsi subito contro il muretto: «La moto a un tratto ha deviato verso destra proseguendo la sua corsa verso l'edificio».
La speranza ora è che una delle telecamere dell'aeroporto dell'Urbe abbia ripreso almeno in parte l'ultima corsa dell'ex consulente finanziario dei vip. Per questo gli agenti della Municipale hanno eseguito anche un secondo sopralluogo: almeno uno degli occhi elettronici della zona potrebbe aver ripreso la parte finale della corsa mortale. Sul caso, comunque, c'è ancora un altro punto oscuro.
Dove stava andando Bochicchio? Come concordato per motivi medici (soffriva di diabete), gli era stato concesso un permesso di due ore al giorno. Tuttavia, non gli sarebbe stato mai consentito l'utilizzo della Bmw che invece, domenica mattina, aveva messo in moto ugualmente. Il braccialetto elettronico gli era disattivato e quindi risulta possibile ora sapere dove fosse stato l'imprenditore in quelle due ore prima di morire. Secondo quanto accertato, finora, pare stesse già rientrando a casa.
L'AUTOPSIA Questa mattina alle 10 verrà eseguita l'autopsia. Il medico legale, Edoardo Bottoni, procederà intanto con il riconoscimento. I familiari nella serata di domenica hanno potuto visionare solo alcuni brandelli di indumenti. Molto dipenderà dalle condizioni del corpo, che in parte è stato carbonizzato. Per la conferma dunque, potrà essere nominato anche un genetista per gli esami del Dna.
Da lì si passerà agli esami autoptici necessari per accertare le cause della morte: una delle ipotesi dei magistrati è che il broker sia stato colto da malore e che per questo, la moto ha sbandato per poi schiantarsi. Ma tra le piste ancora calde, c'è anche quella che il broker si sia lanciato a tutta velocità contro il muretto. Lo stress per il processo imminente e il tracollo finanziario potrebbero averlo spinto all'estremo gesto.
Ecco perché la procura sta indagando per istigazione al suicidio. Mentre gli uomini della Guardia di Finanza stanno analizzando file e documenti sequestrati nell'appartamento al quarto piano di piazza di Novella 1, nel quartiere Trieste della capitale, dove il 56enne era agli arresti domiciliari.
2 - DEBITI, POLIZZA VITA, EREDITÀ SI CERCANO I SOLDI ALL'ESTERO PER I CREDITORI POCHE CHANCE
Valeria Di Corrado per “il Messaggero”
Oltre a quello sulla morte di Massimo Bochicchio, c'è un altro giallo che tiene banco: riusciranno i clienti vip che il broker romano avrebbe truffato per milioni di euro a recuperare i loro risparmi?
La Procura di Roma ha in corso una serie di rogatorie all'estero, per cercare di individuare capitali eventualmente nascosti dal broker in vari paradisi fiscali. Seguire la pista dei soldi potrebbe essere utile anche a chiarire le cause del tragico incidente in cui il 56enne domenica ha perso la vita andando a schiantarsi con la sua moto contro il muro di cinta dell'aeroporto dell'Urbe di via Salaria, nella periferia a nord della Capitale, fino a diventare una torcia umana.
Considerato che non ci sono altri veicoli coinvolti, il pm Andrea Cusani ha aperto un'indagine per istigazione al suicidio. La tesi più accreditata dagli inquirenti è quella di un improvviso malore che potrebbe aver colto Bochicchio mentre era in sella alla sua Bmw. Tuttavia, anche se finora non sono stati trovati biglietti d'addio, si sta cercando anche di capire se la vittima avesse ricevuto delle minacce, tali da indurlo a un gesto estremo per mettere magari al sicuro la moglie e i due figli adolescenti da creditori senza scrupoli.
MASSIMO BOCHICCHIO CON LA MOGLIE
L'ipotesi di un suicidio mascherato da incidente stradale potrebbe avere un senso anche nell'ottica di un'eventuale polizza sulla vita da lasciare alla famiglia (gli investigatori stanno infatti verificando se la vittima ne avesse stipulata una). Per riscuoterla e per rientrare in possesso dei beni a lui sequestrati (quadri, orologi, conti correnti), gli eredi dovrebbero però accettare l'eredità e farsi carico anche dei suoi debiti. Basti pensare che, solo presso la società Kidman Asset Management di Londra a lui riconducibile, i suoi clienti romani avevano versato 70 milioni di euro. A questi si aggiungono altri 11 milioni di euro a lui affidati da 6 imprenditori milanesi, accusati di evasione fiscale o bancarotta fraudolenta.
PC, CELLULARE E AGENDE
Gli uomini del Nucleo speciale della polizia valutaria della Guardia di Finanza - su delega della Procura - hanno per questo acquisito tablet, cellulare, pc e documenti, tra cui una agenda, del broker. Obiettivo di chi indaga è verificare le comunicazioni e i contatti che il broker ha avuto nelle ore e nei giorni precedenti alla sua morte.
Erano tante, infatti, le persone alle quali doveva restituire dei soldi: alcune di loro sono venute allo scoperto, denunciandolo per truffa e appropriazione indebita; altre sono rimaste nell'ombra, probabilmente per nascondere l'origine illecita dei capitali che volevano investire.
Calciatori, allenatori, ambasciatori e imprenditori avrebbero affidato a Bochicchio almeno 500 milioni con la promessa di rendimenti vantaggiosi, a fronte di un rischio di investimento pari a zero. Peccato che, nel momento in cui i clienti volevano disinvestirli, i soldi non c'erano più.
L'ULTIMO IMBROGLIO
Ieri, intanto, la VII sezione penale del Tribunale di Roma ha rinviato al 15 settembre l'udienza del processo in cui Bochicchio è imputato per esercizio abusivo di attività di investimento e riciclaggio, in attesa del riconoscimento del cadavere che porterà i giudici a dichiarare l'estinzione del reato «per morte del reo».
IL LUOGO DELL INCIDENTE IN CUI E' MORTO MASSIMO BOCHICCHIO
«È opportuno fugare ogni dubbio sulla dinamica dell'incidente», ha commentato l'avvocato Cesare Placanica, che difende 14 delle 38 parti civili costituite nel processo, tra cui l'attaccante romanista El Shaarawy, l'agente dei calciatori Federico Pastorello, la compagna Leona Koenig, il tecnico del Tottenham Antonio Conte e l'ambasciatore italiano a Londra Raffaele Trombetta. Il legale ieri ha anche depositato al collegio un'indagine difensiva: Bochicchio avrebbe mentito quando, per rassicurare i clienti, aveva detto di aver contattato la piattaforma Interactive brokers per disinvestire i capitali investiti.
Oltre al processo in corso, seguito alla misura cautelare degli arresti domiciliari dello scorso novembre, il 56enne era indagato dalla Procura capitolina anche per truffa e appropriazione indebita. «Non si deve strumentalizzare la morte di una persona costruendo un film su qualcosa che non esiste», ha tagliato corto l'avvocato Gianluca Tognozzi, difensore della vittima.