Estratto dell’articolo di Giovanna Vitale per “la Repubblica”
emanuele merlino foto di bacco
È stato dipinto come l’uomo delle trame, la vera eminenza grigia del ministero della Cultura, dove è approdato ai tempi di Gennaro Sangiuliano come longa manus di Giovanbattista Fazzolari, il potente sottosegretario alla presidenza del Consiglio che l’avrebbe incaricato di tenere sotto controllo il Collegio romano per riferire ai piani alti di palazzo Chigi qualunque movimento strano.
È stato lui a segnalare, ancorché in ritardo, il “pericolo” Maria Rosaria Boccia. Lui a non aver evitato, finendo perciò sotto accusa, la controversa nomina di Francesco Spano a capo di gabinetto di Alessandro Giuli. Quarantacinque anni, figlio del fondatore dell’organizzazione neofascista Avanguardia nazionale nonché teorico del kulturkampf di Giorgia Meloni condensato in un documento dal titolo evocativo — Controegemonia — Emanuele Merlino, capo della segreteria tecnica del dicastero è l’epicentro delle manovre che, si racconta, puntano a commissariare il neo-ministro già presidente del Maxxi.
francesco spano - alessandro giuli - francesco gilioli - servizio di report
Dottore Merlino, cosa sta succedendo al ministero? È vero che, fra veleni e sospetti, siete al tutti contro tutti?
«Che veniamo da mesi complicati non credo sia un segreto. Ma all’interno del gabinetto, che è quello che meglio conosco, non c’è alcun tipo di guerra. Anzi, il clima è di grande concordia. Poi certo, ognuno può raccontarla come vuole».
Si dice però che lei non ami il ministro Giuli e, d’accordo con Fazzolari, lo voglia commissariare.
«Io e il ministro ci conosciamo da molto tempo, da prima che diventasse il mio capo. Abbiamo un dialogo quotidiano e un rapporto solido. Questa è la verità, anche se i giornali si divertono a scrivere e sostenere il contrario».
A cosa si riferisce?
«È stato scritto che il 23 ottobre io e il sottosegretario alla Cultura, Gian Marco Mazzi, avremmo avuto un incontro con Fazzolari per tramare contro Giuli. Niente di più falso. Io quel giorno a palazzo Chigi ero insieme al ministro. E Mazzi nemmeno c’era».
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Quindi non è lei l’uomo delle trame contro Giuli?
«Non diciamo sciocchezze. Io lavoro per il ministero e per il mio ministro, lealmente, come ho sempre fatto».
Giuli andrà avanti in piena autonomia?
«Ma scherziamo? Certo che andrà avanti. E non c’è nessun tentativo di commissariamento. Io e Alessandro ci confrontiamo tutti i giorni, condividiamo i dossier e poi decide lui, naturalmente».
Però la nomina di Spano a capo di gabinetto non sembra essere stata condivisa.
«Francesco era ed è un ottimo professionista. Ha fatto le sue valutazioni e ha stabilito lui di dimettersi».
Il ministro ha parlato di “fuoco amico”, ha puntato il dito contro alcune frange di FdI a lui ostili.
«Ma quale fuoco amico. Non esiste. Ho letto di faide, di gente che passa notizie ai giornali. Io non ci credo, né l’ho mai visto». [...]
alessandro giuli alla camera foto lapresse 4 le iene servizio su alessandro giuli e francesco spano giorgia meloni e giovanbattista fazzolari