Giuliano Foschini, Marco Mensurati e Fabio Tonacci per rep.repubblica.it
"A margine del contratto con la Protezione civile c'era un accordo riservato per il quale la dottoressa Irene Pivetti poteva rivendere privatamente una parte delle mascherine che importava". A svelare il retroscena del contratto da 30milioni di euro con cui la Protezione Civile il 18 marzo ha incaricato la Only Logistics srl, di cui l'ex presidente della Camera è amministratrice unica, di importare mascherine di tipo Ffp2 in Italia è Fulvio Daniele, al tempo braccio destro di Pivetti e addetto commerciale della suddetta società. L'uomo, cioè, che tutto conosce di quella costosa commessa rivelatasi un flop, visto che le mascherine sono rimaste negli scatoloni: sono tuttora prive di certificazione valida, dunque non distribuibili.
La storia è stata riportata nei giorni scorsi da Repubblica dopo che la guardia di finanza di Savona aveva trovato e sequestrato, presso una grossa farmacia del centro città, un migliaio di pezzi appartenenti allo stock importato dalla Pivetti. Mascherine di fabbricazione cinese ma - era la curiosa caratteristica di quel materiale - con una certificazione di conformità polacca risultata falsa, e che ha indotto il pm Giovanni Ferro ad aprire un'inchiesta.
Altra stranezza: contrariamente a quanto dichiarato pubblicamente sino ad oggi sia dal commissario Domenico Arcuri, per la transazione milionaria proposta da Pivetti lo Stato aveva accettato senza troppi problemi di pagare in anticipo il 60 per cento dell'importo.
Proprio in quei giorni le cronache erano piene di imprenditori che si presentavano ad Arcuri e Borrelli, con proposte del tutti simili (alcune anche con maggiori garanzie) a quella di Pivetti. E che però venivano respinti perché bisognava "fare la gara Consip". Daniele, come detto, di quella storia sa tutto. E ha accettato di raccontarla a Repubblica.
Quanti carichi ha gestito per la dottoressa?
"Diciamo otto, nove al massimo".
Poi?
"Poi ci sono state delle problematiche e mi sono fermato. Avevo coinvolto anche dei cari amici con cui non ho fatto una bella figura..."
In che senso?
"La dottoressa Pivetti si sta dando molto da fare per importare i Dpi (dispositivi di protezione individuale, ndr) dalla Cina. Materiale che, a mio parere, è anche valido. Però il problema è che non riesce a ottenere risposte dall'Inail... i certificati, voglio dire".
Senza quelli non si possono usare in Italia...
"Eh no. Funziona così: l'importatore le sdogana, fa richiesta all'Inail, che dovrebbe rispondere in tre giorni - una settimana al massimo. Poi distribuisce. Lei è da più di un mese che aspetta delle risposte. So che ne ha fatte tante di richieste. Ma niente. Io non so dove sia il problema, se è burocratico, se ha immesso la domanda in modo errato, o se le mascherine non sono buone".
C'è anche questa possibilità...
"Non lo so... So che ci sono delle società, alcune le ho portate io, che ora si trovano in difficoltà... A un certo punto so che lei ha fatto un'autocertificazione. Lei diceva che con autocertificazione polacca era tutto ok. Io non mi intendo di queste cose. Però so che in molti hanno le stesse difficoltà...Non solo la Pivetti".
Un'affidabile fonte confidenziale sostiene che lei abbia cercato, insieme all'imprenditore della grande distribuzione Rosario Ungaro (già oggetto di verifiche da parte della procura di Taranto nell'inchiesta su Salvatore Micelli, il pregiudicato vincitore della gara Consip) di acquisire in Cina dei certificati "Ce" appartenenti ad altre mascherine per appiccicarli a quelle della dottoressa Pivetti.
"Non conosco Salvatore Micelli, anche se so chi è perché l'ho visto in tv. Conosco Ungaro, ma non ho cercato proprio un bel niente".
In quei giorni, tutti i dispositivi di protezione individuale che entravano in Italia e che non avevano una destinazione pubblica venivano sequestrati in dogana. Come mai quelle della Pivetti non venivano sequestrate?
"Perché la dottoressa le importava grazie al contratto che aveva con la Protezione civile".
E allora che ci facevano le mascherine importate dalla Pivetti per la Protezione civile in libera vendita, a prezzi ultra-maggiorati, presso una farmacia di Savona?
"A margine del contratto c'era un accordo con la Protezione Civile e la dottoressa Pivetti, in base al quale una parte delle mascherine che riuscivamo a importare sarebbero restate a lei, e le avrebbe potute vendere come meglio credeva a farmacie private o a istituti ospedalieri".
In percentuale, su dieci, quante mascherine restavano per la vendita sui canali privati?
"Non gliela so quantificare. Piccola, credo".
Pagavate l'Iva su quella piccola parte?
"Non glielo so dire".
Come funzionava esattamente?
"La dottoressa Pivetti faceva la fattura al cliente e il cliente andava in dogana a Milano, ritirava la merce e saldava".
Come fa a non sapere se veniva pagata l'Iva?
ANGELO BORRELLI CON LA MASCHERINA
"Il mio ruolo era quello di mettere in contatto le farmacie con la Pivetti".
La Only Logistics, che aveva 50.000 euro di fatturato, si è ritrovata all'improvviso a muovere 30 milioni di euro. Quanto ci ha guadagnato?
"Non so"
Da quanto tempo lavorava con la Pivetti?
"Io sono arrivato all'inizio, da metà febbraio, quando il canale della dottoressa era principalmente con Russia e Ucraina. Aveva organizzato due spedizioni, ma in entrambe le circostanze è finito che dopo aver pagato gliele hanno rubate".
Come?
"Non saprei, è arrivato qualcuno più grosso o con più soldi, fatto sta che le mascherine sono sparite. A quel punto la dottoressa si è trovata in drammatico ritardo con le consegne che aveva già venduto, così abbiamo deviato sulla Cina".
Nell'ambiente lei è noto per essere un ex finanziere e per questo è accreditato di avere molti contatti, soprattutto con le dogane italiane.
"Non sono mai stato finanziere. Sono solo iscritto all'Associazione nazionale finanzieri d'Italia. Mio zio da parte paterna era finanziere così io mi sono associato come 'simpatizzante'".
Un equivoco, dunque.
"Sì".
La facilità con cui il materiale della Pivetti passava le dogane è dovuta a qualcos'altro?
"C'era un contratto con la Protezione Civile, tutto qui".