Estratto dell’articolo di Antonio Di Costanzo per www.repubblica.it
Omicidio in piazza Municipio a Napoli. Le immagini delle telecamere di sorveglianza riprendono il 17enne che ha sparato a Giovanbattista Cutolo: impugna la pistola e spara più volte contro il giovane musicista.
Da quanto filtra il 17enne avrebbe indicato i pseudonimi di altri compagni che erano con lui, tutti maggiorenni che sono stati individuati anche grazie ai video delle telecamere. E tra questi ci sarebbe anche colui che gli avrebbe passato l’arma, e che quindi risponde di concorso in omicidio, e di un altro amico, anch’egli indagato, mentre un altro maggiorenne è indagato per rissa.
«Non volevo ucciderlo e non credevo che fosse morto: si era allontanato, giuro che non credevo di averlo ucciso. La pistola? Ai Quartieri Spagnoli le pistole vanno e vengono come l’acqua fresca, ma non era mia, me l’hanno passata».
OMICIDIO GIOVANBATTISTA CUTOLO
Parla così il 17enne che ha ammazzato, sparandogli contro tre volte, uno dei quali lo ha raggiunto allo sterno, Giovanbattista Cutolo, giovane e apprezzato musicista di 24 anni della Nuova Orchestra Scarlatti, ucciso all’alba di giovedì in piazza Municipio dopo una lite scoppiata per futili motivi: il parcheggio di uno scooter. Assistito dall’avvocato Davide Piccirillo il minore ha ammesso le gravi responsabilità. Nei suoi confronti il pm della Procura dei minorenni, Francesco Regine, ha emesso un decreto di fermo per il reato di omicidio aggravato e porto abusivo di arma.
IL RAGAZZO AVEVA GIÀ GRAVI PRECEDENTI
il luogo dove e stato ucciso giovanbattista cutolo
Il giovane è stato subito identificato dagli investigatori della squadra mobile guidata da Alfredo Fabbrocini che adesso è sulle stracce di altri ragazzi, di chi potrebbe avergli dato la pistola nella tragica alba di piazza Municipio. Chiuso per 30 giorni il pub dove è avvenuta la rissa. […] Il minore era già noto alle forze dell’ordine per precedenti di truffa e per tentato omicidio: durante una rissa, quando aveva appena 13 anni, accoltellò una persona rischiando di ammazzarla. Non risultano legami con i clan, anche se c’è una parentela alla lontana con un camorrista della zona. [..]
«Era il doppio di me, mi sono solo difeso non volevo ucciderlo. Non credevo di averlo ucciso - ripete il giovane in stato di fermo - non volevo uccidere nessuno, mi sono solo difeso quando ho visto l’altro ragazzo venire verso di me con tono minaccioso. Ho avuto timore che potesse succedermi qualcosa - ha aggiunto - mi sono fatto dare la pistola e ho sparato tre colpi, ma non per uccidere, anzi ho visto che indietreggiava e credevo di avergli fatto paura. Non sapevo di averlo ucciso, quando l’ho scoperto sono rimasto choccato». […]
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