Estratto dell’articolo di Tomaso Montanari per il “Fatto quotidiano”
Tra i tanti sintomi dell'involuzione della nostra democrazia trova posto anche la crescente frequenza con cui politici di professione usano la loro grandissima visibilità per attaccare o insultare chiunque rivolga le loro argomentate critiche. C'è qualcosa di intollerabilmente ingiusto in questa sproporzione, ed è per questo che mi sono deciso a presentare una denuncia-querela nei confronti di Matteo Renzi.
Il 21 maggio scorso, intervenendo in diretta a In onda, su La7, in veste di neo direttore del Riformista, Renzi diceva letteralmente: “Il professor Montanari, che era in collegamento prima e che fin dai tempi del liceo non si riesce a rendere conto delle cose che dice... lo conosco dai tempi del glorioso liceo Dante, e già allora aveva delle difficoltà...”; e ancora: “Sì, eravamo nella stessa scuola, lui è un po' più grande, ha delle difficoltà di comprendonio evidenti”.
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Cosa avevo detto, collegato pochi minuti prima alla stessa trasmissione, per meritare un simile trattamento? Commentando un mio articolo, uscito qua sul Fatto (in cui dicevo che la responsabilità più profonda del disastro seguito all'alluvione in Romagna “è quella di aver visto nel cemento l'unico sviluppo, e nella semplificazione”) la conduttrice, Concita De Gregorio, mi chiedeva se il problema non fosse che “questo tipo di argomenti non sono mai stati mai messi davvero in agenda, perché non sono redditizi da un punto di vista elettorale, quindi non convengono alla politica e in generale non convengono né alla destra né alla sinistra […]”.
Rispondendo, osservai come da decenni fosse mancata la cura del territorio, sfruttato per ragioni economiche ed eccessivamente cementificato, per consentire lo sviluppo industriale, cosa che, a lungo andare, aveva reso il terreno impermeabile. E che, prima ancora “quello che è mancato in questi anni in Italia è la politica, da tutte le parti devo dire.
Si pensa, ora, di nuovo a una riforma costituzionale che rafforzi gli esecutivi. In realtà, per quanto in Italia gli esecutivi cambiano velocemente, c'è una certa costanza, anzi ormai c'è una certa indistinguibilità… La legge Obiettivo fatta da Berlusconi, che aveva come motto 'Padroni in casa propria', cioè le mani libere, 2001; e poi lo Sblocca Italia di Renzi, che doveva essere in quel momento di centrosinistra, dicevano le stesse cose, avevano lo stesso claim, anche lui 'Padrone in casa propria'. Da questo punto di vista, drammaticamente, centrosinistra e centrodestra in Italia hanno fatto le stesse politiche”.
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Ecco perché sarei incapace di capire cosa dico: anzi sarei proprio “duro di comprendonio” per natura, fin da ragazzo. […] Ora, il direttore non responsabile ma editoriale del “Riformista” Matteo Renzi avrebbe potuto argomentare […] invece ha deciso di insultare gratuitamente chi gli aveva rivolto quelle […] critiche. Ebbene, ora sarà un giudice a decidere se questo sia un comportamento lecito.
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