1. LE CHAT DELL’ORRORE
Estratto dell’articolo di Laura Anello per “La Stampa”
«Stanno liberando mia madre e mio fratello, sono posseduti, hanno addosso demoni molto maligni». L'orrore è in diretta, nei messaggi whatsapp che Kevin Barreca scrive a un compagno di scuola mentre nella sua villetta di Altavilla è cominciato il massacro.
Un minuto per minuto […] che gli investigatori hanno ricostruito analizzando le chat del ragazzo, 16 anni, ucciso per ultimo dopo la madre e il fratellino Emanuel, di 5 anni. «Sono spaventato, non sai che c'è stato ieri notte in casa mia», racconta domenica 4 febbraio al compagno, una settimana prima che il padre si consegnasse ai carabinieri […].
GIOVANNI BARRECA ANTONELLA SALAMONE
«Fa freddo, siamo tutti accanto al fuoco e si sente il gelo. Mio fratello e mia madre erano posseduti, dicevano cose spaventosissime. Un bambino di 5 anni che ti dice che il demone che ha dentro è venuto in questa famiglia per distruggerci e ucciderci uno a uno…», aggiunge riferendosi al fratellino. «Io non ti credo», ribatte quello. E Kevin: «Tutto ciò è al di fuori della razionalità».
Le torture […] erano già cominciate nei confronti della madre, colpita con una padella, con ferri del camino incandescenti, con un phon bollente, con fili elettrici. Bisognava fare uscire Satana dal suo corpo. E lui, Kevin, che partecipa alle violenze, colpendo anche lui e facendosi colpire, racconta il rito medievale che sta vivendo […]
la strage familiare di altavilla milicia
«Grazie, scusa se ti sto lasciando un po' in tredici, ma in questo momento a casa mia c'è una guerra», scrive al compagno […] Non aveva capito che quel che gli raccontava Kevin in diretta era una sequenza di omicidi che lo avrebbe visto come ultima vittima. Parlano come due coetanei: «Perché non vieni a scuola?», gli chiede il compagno. «Per questa settimana devo stare più vicino possibile ai miei, perché hanno bisogno di me».
L'amico risponde: «No problem, se hai bisogno chiama». La madre intanto chiedeva aiuto, urlava, mentre le torture cominciavano sul fratellino di 5 anni, Emanuel, costretto a bere grandi quantità di latte e caffè, ustionato con l'asciugacapelli incandescente mentre veniva tenuto fermo e legato al letto.
Infine, toccava a lui, a Kevin, stessa sorte, anche lui legato al letto, anche lui incaprettato con catene, anche lui con gli stracci in bocca per non urlare. Così li hanno trovati. In casa c'era la sorella diciassettenne, l'unica superstite, la vestale dell'orrore che ha confessato di avere partecipato al «rito di purificazione» e ora chiede di vedere il padre in carcere.
Ma anche lei a un tratto ha avuto paura che i due santoni vedessero Satana anche dentro di lei: «Mi avevano convinto di essere pure io vittima di una maledizione da parte della mamma e della nonna. Mi hanno fatto bere moltissimo caffè e poi mi hanno fatto vomitare, ero convinta di aver vomitato i capelli di mia madre, che da piccola mi picchiava, e della nonna.
Avevano iniziato a farmi tante domande per vedere se fossi anche io un demone. Ho pure sentito che avevano raccomandato a mio padre di chiamare la polizia e di accusarmi di tutto quello che era successo».
Invece, mentre lei dormiva con i telefonini dei familiari morti accanto al letto, lui è andato a consegnarsi con parole che sembravano deliranti: «Mia moglie era posseduta, in pratica è morta. Forse l'unica speranza che ho è mia figlia, perché sono dovuto scappare. I demoni stavano mangiando pure me».
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2. LA CHAT DELL’ORRORE “MAMMA È POSSEDUTA LA STANNO LIBERANDO”
Estratto dell'articolo di Salvo Palazzolo per “la Repubblica”
Il 4 febbraio, sette giorni prima che lo uccidessero con la madre e il fratellino, Kevin Barreca scriveva a un compagno di scuola, su WhatsApp: «Te la faccio in breve, nella mia famiglia ultimamente sono successe cose strane e c’entra il mondo spirituale. Ora sono venuti due fratelli di Dio e stanno liberando mia madre e mio fratello che hanno dei demoni molto maligni addosso ».
[…] Com’è possibile che nessuno si sia accorto di cosa stava avvenendo in quella casa? Il compagno di scuola di Kevin si è presentato alla caserma dei carabinieri di Bagheria domenica 11 febbraio, quando la notizia della strage campeggiava già su tutti i siti.
Ha mostrato il telefonino con la chat e ha rivelato una verità drammatica: «Questa situazione Kevin l’aveva raccontata via messaggi anche ad altri tre compagni di scuola, me l’hanno detto loro. Sapevano che sua madre e il fratello erano posseduti. E d’altro canto Kevin e la sorella non era venuti più a scuola da lunedì 5 febbraio». Una lunga assenza, tanti messaggi inquietanti, eppure nessuno era andato a vedere cosa stava accadendo davvero […].
[...] Kevin scriveva ancora al compagno: «La mia famiglia si sta distruggendo per colpa della mia indifferenza, io scappo sempre da casa mia per stare con voi e svagarmi perché io in questa casa non sento pace».
Continuava a non rendersi conto. «Ieri, mio fratello e mia madre erano posseduti dal demonio e dicevano cose spaventose — scriveva ancora — Pensa che mio fratello di cinque anni dice che il demone che ha dentro è venuto in questa famiglia per distruggerci ed ucciderci uno ad uno». Parole deliranti.
Il compagno chiedeva: «Vieni oggi? ». Kevin rispondeva: «Per questa settimana devo stare più vicino possibile ai miei, perché hanno bisogno di me». Il giovane credeva davvero che i due santoni e il padre stessero facendo un rito di liberazione attraverso terribili torture.
L’amico scriveva ancora: «Se hai bisogno chiama». Lui rispondeva: «Sono mancato per troppo tempo, scusa se ti sto lasciando in tredici, ma in questo momento a casa mia c’è una guerra spirituale». Il compagno provava a confortarlo: «Non ti preoccupare, ti capisco». Ancora Kevin: «Faccio fatica a crederci, ma ok poi ti spiegherò meglio, sempre se non verrò preso per pazzo».
Intanto, Massimo Carandente e Sabrina Fina, i santoni che dicevano di voler liberare la casa, continuavano a torturare la madre di Kevin. Il ragazzo scriveva all’amico: «Tutto ciò che sto vivendo è al di fuori della razionalità».
Non diceva esattamente cosa stava avvenendo. Però precisava : «Io sono spaventato, non sai che bordello c’è stato ieri notte a casa mia».
Il compagno insisteva: «Fatti coraggio». La risposta di Kevin: «So che non sei credente e che ste cose per te hanno semplici spiegazioni logiche, ma ti assicuro che tutto quello che sto vivendo non ha senso. E ho paura di quello che non so controllare».
[...] «Il fratello sta parlando con il demone che controlla mia madre e sta dicendo cose che mia madre neanche sapeva... lui e sua moglie sono potentissimi spiritualmente, fanno venire i brividi». Il giorno dopo, il compagno tornò a chiedere: «Vieni a scuola?». E Kevin rispose: «No, non posso. Per ora è la volontà di Dio». L’ultimo messaggio è di giovedì 8. Poi, anche Kevin finì nel mirino dei santoni.
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