“I MIEI GENITORI MI HANNO SBATTUTA FUORI DI CASA E MI HANNO MINACCIATA” - LA TERRIBILE STORIA DI MALIKA, LA 22ENNE DI CASTELFIORENTINO, MESSA ALLA PORTA DALLA FAMIGLIA DOPO AVER CONFESSATO DI ESSERE LESBICA - DA 3 MESI NON HA UN POSTO DOVE STARE E HA DENUNCIATO I FAMILIARI PER LE MINACCE: “MI HANNO AUGURATO UN CANCRO E MI HANNO DETTO CHE, SE MI FOSSI AVVICINATA A CASTELFIORENTINO, MI AVREBBERO AMMAZZATA”

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Maria Vittoria Giannotti per “la Stampa”

 

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Ha scritto una lettera ai genitori per annunciare il suo amore nei confronti di una ragazza. È cosi che, lo scorso gennaio, per Malika, una ventiduenne di Castelfiorentino, è cominciato l' inferno: prima gli insulti, poi le minacce, infine la decisione di sbatterla fuori di casa. «Non ho avuto neppure la possibilità di riprendere i miei unici oggetti personali perché hanno cambiato la serratura» racconta questa ragazza dolcissima, dal volto pulito, gli occhi grandi e la frangetta che le copre la fronte. Da tre mesi, non ha più un posto dove stare. E, spaventata per la violenza della reazione della madre e del fratello, ha deciso perfino di sporgere denuncia ai carabinieri e di rendere pubblica la sua storia. Ha raccontato la sua vicenda con grande semplicità, ripercorrendone le tappe con lucida consapevolezza.

 

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E alle telecamere di Fanpage ha fatto anche ascoltare i messaggi vocali ricevuti dalla madre sul telefonino, tutti con offese pesantissime. «Mi hanno detto che facevo schifo, che ero la rovina della famiglia, mi hanno augurato un cancro e mi hanno detto che, se mi fossi avvicinata a Castelfiorentino, mi avrebbero ammazzata e che preferivano farsi cinquant' anni di carcere ma vedermi morta».

 

Parole che fanno male. Malika, però, è consapevole di non aver fatto niente di sbagliato. «Capisco che l' errore non l' ho fatto io - dice scoppiando in lacrime - non ho tolto nulla a nessuno e non ho mancato di rispetto. Non può esserci niente di sbagliato quando si ama qualcuno, anche se è dello stesso sesso». La sua storia ha suscitato un' enorme ondata di solidarietà che ha presto valicato i confini del paese in provincia di Firenze dove vive la giovane per raggiungere la ribalta nazionale. Il telefono di Malika, adesso, squilla in continuazione: in tanti vogliono farle arrivare attestati di stima e di affetto, ma fioccano anche richieste di interviste per giornali e tv.

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«Non riesco a rispondere a tutti, ma grazie. Porto avanti questa battaglia con coraggio - scrive sulla sua bacheca Facebook, dopo avere capito di essere diventata un simbolo - per i ragazzi che stanno passando quel che ho passato e sto passando io, per i bambini del futuro, per quel che conta nella vita Vi chiedo soltanto di non dimostrare odio, offese e parole brutte verso i miei genitori, per quanto siano anche comprensibili».

 

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La cugina della ventiduenne ha lanciato una raccolta fondi per permetterle di costruirsi un futuro indipendente, lontano dalla famiglia. L' appello è stato condiviso dalla cantante Elodie e in pochi giorni sono stati raccolti più di 20 mila euro. A mobilitarsi è stato anche Fedez che ha definito la scelta dei genitori come contro natura. Intanto anche la Procura di Firenze ha aperto un' inchiesta: l' ipotesi di reato è violenza privata.

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