“IL NATALE? ERA MEGLIO CANCELLARLO QUEST’ANNO” – RAFFAELLA CARRÀ E IL 2020 DI MERDA CHE NON VEDE L’ORA DI SFANCULARE: “IL 31 DICEMBRE SPACCHERO' TUTTO NELLA MIA TERRAZZA, A COSTO DI CHIAMARE IL MURATORE IL GIORNO DOPO” – “IO ICONA DELLA LIBERAZIONE FEMMINILE? NON SONO UNA MANGIAUOMINI: SI PUÒ AVERE SEX APPEAL INSIEME A DOLCEZZA E IRONIA, NON BISOGNA PER FORZA ESSERE RITA HAYWORTH” – L’AMICIZIA CON MARADONA, LE ANSIE PER LA PANDEMIA E… - VIDEO

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Maria Volpe per "www.corriere.it"

 

RAFFAELLA CARRA RAFFAELLA CARRA

«Nel giro di poco tempo mi sono vista due volte al telegiornale. Mi sono detta: oddio, che succede. Ho pure pensato: la terza volta diranno che sono morta. E ho toccato ferro». Emiliana, spontanea, divertente Raffa. Effettivamente è stata osannata dai media, tra novembre e dicembre. La prima volta si è trovata al centro dell’attenzione (europea addirittura) grazie all’articolo che il quotidiano inglese The Guardian le ha dedicato: Raffaella Carrà: the Italian pop star who taught Europe the joy of sex, Raffaella Carrà: la pop star italiana che ha insegnato all’Europa la gioia del sesso; la seconda per il video diventato virale su Twitter che mostra il ballo di Carrà e Celentano, a Milleluci nel 1974, sulle note di Prisencolinensinainciusol. Un video definito tra i più belli nel mondo dello spettacolo. 

 

raffaella carrà raffaella carrà

È davvero imbarazzata Raffa, non finge umiltà. Tanta attenzione la sorprende ogni volta. E dire che Raffaella Maria Roberta Pelloni, nata a Bologna il 18 giugno del 1943, ha cominciato a nove anni, nel 1952. Quasi settant’anni di carriera. Eppure mantiene uno stupore fanciullesco di fronte al successo, conduce una vita normale, rifugge mondanità, ospitate, gossip. Vive bene anche lontana dalla tv. Sceglie pochi amici, ma buoni. È un misto di ribellione, anarchia e trasgressione.

 

Il quotidiano britannico ha ripercorso lo scandalo del primo ombelico, la censura del Tuca Tuca, il brano Luca che per la prima volta parlava di omosessualità in modo diretto e leggero (una cosa «inaudita nell’Italia cattolica» di quegli anni, e «non sorprende che Carrà sia diventata un’icona gay internazionale», sottolinea il Guardian). «Ha insegnato alle donne che avere il libero arbitrio in camera da letto non era scandaloso» scrive ancora, ricordando brani come A far l’amore comincia tu e Tanti auguri in cui canta «ma girando questa terra io mi sono convinta che non c’è odio non c’è guerra quando a letto l’amore c’è. Com’è bello far l’amore da Trieste in giù, l’importante è farlo sempre con chi hai voglia tu», una canzone che «è diventata un inno al sesso e alla sessualità».

ALBERTO SORDI TUCA TUCA RAFFAELLA CARRA ALBERTO SORDI TUCA TUCA RAFFAELLA CARRA

 

Raffaella si ritrova in questo ritratto? È vero che ha aiutato gli italiani a vivere il sesso con allegria?

«Se è così, sono felice. Certo le donne italiane hanno grande simpatia per me perché non sono una mangiauomini: si può avere sex appeal insieme a dolcezza e ironia, non bisogna per forza essere Rita Hayworth».

Lei ha aiutato la liberazione femminile con il suo essere «trasgressiva-nostrana».

«Posso dire che Lucia Bosé ha raccontato che, il giorno che sono entrata a Madrid – era il 1975, era appena morto Francisco Franco – presentandomi in televisione ho dato la sveglia alle donne spagnole, che hanno ripreso a credere in sé stesse».

raffaella carrà raffaella carrà

 

Quel polverone sul Tuca tuca doveva farci capire che lei con allegria sapeva parlare di sesso...

«Lo ballai la prima volta con Enzo Paolo Turchi, e l’Osservatore Romano fece pressioni in Rai per stopparlo. Riuscii a riportarlo in tv solo grazie ad Alberto Sordi, a cui nessuno diceva no. Io mi vestivo così, pantaloni e top corto, senza nessun secondo fine. Ma evidentemente, senza rendermene conto, stavo rompendo gli schemi. Forse perché ballavo in modo libero, forte, comunicavo energia, non una sensualità eccessiva. E dunque è stato più facile far passare un messaggio di libertà. Mentre ballavo non pensavo: guardate come sono brava. Pensavo: dai, venite a far casino con me».

 

Il suo buon umore e la sua energia nel 2020 sono riusciti ad arginare questa ondata tremenda di morte e dolore?

«Così, così, ho avuto e ho molta paura. Non esco e così questo 2020 è diventato un anno sabbatico, anche perché io non sopporto l’idea di lavorare con le distanze o con le mascherine. Meglio non lavorare. Nella prime due edizioni del programma A raccontare comincia tu (dedicato ad interviste/chiacchierate con personaggi dello spettacolo, ndr) ho passeggiato e sono andata in tram con la Littizzetto; con Loretta Goggi ci siamo divertite come due matte sulla macchinetta del golf. Io gli incontri seduti tutti immobili non ce la faccio a farli».

raffaella carra' raffaella carra'

 

E a febbraio stava cominciando le riprese della nuova edizione del programma su Rai3.

«Avevamo già organizzato tutto per girare le quattro nuove puntate. Sarei dovuta andare a Milano a incontrare Achille Lauro: volevo scoprire la sua intimità, perché lui non è solo uno che si veste da matto, come del resto abbiamo fatto io o Renato Zero. Se vesti in modo così stravagante devi avere qualcosa dentro, devi avere coraggio e qualcosa da raccontare. Poi sarei dovuta andare in California per Mika e a Los Angeles per Tiziano Ferro, con cui ho un rapporto bellissimo. E infine Emma. Anzi Emma era la prima, stavamo per partire per Lecce».

 

Poi il lockdown ve l’ha impedito?

«No, non c’era ancora. È stata una voce dentro, penso un angelo custode. Sul serio. Era la seconda metà di febbraio: sento qualcosa in televisione e avverto dentro una strana inquietudine. Chiamo Rai3 e dico: questo programma non si può fare, è troppo pericoloso. Non me la sento».

raffaella carra' stefano coletta 1 raffaella carra' stefano coletta 1

 

E alla Rai che le hanno detto?

«Sono stata irremovibile. Ho detto a Sergio (Iapino, regista di questo e di quasi tutti i suoi programmi, nonché suo ex compagno e ora amico del cuore, ndr): Sergio, non ce la faccio, se si ammala uno di noi è il disastro. Dopo una settimana è scoppiata la pandemia, poi si è chiusa l’Italia. Ho avuto fiuto. Mi dispiace che prima degli altri ho tolto lavoro a tante persone. Ma forse ho fatto del bene».

 

Affranta?

«Affranta per la situazione generale, ma io non ho tutta questa smania di fare tv. È bene che ci siano altri a combattere e divertirsi».

 

E il semi lockdown attuale come lo sta vivendo?

«Sono più ansiosa adesso di prima. Mi manca tanto la libertà. Ho vissuto i primi mesi del lockdown a Porto Santo Stefano (Argentario), avevo il giardino, passeggiavo, facevo la spesa e vedevo il mare. Sono stata privilegiata».

 

MARA VENIER E RAFFAELLA CARRA' OSPITI DI MARIA DE FILIPPI A AMICI MARA VENIER E RAFFAELLA CARRA' OSPITI DI MARIA DE FILIPPI A AMICI

E ora?

«Sono a Roma e soffro di più. Proprio giorni fa mi sono chiesta: quali sono le cose belle accadute nel 2020? Nessuna, nulla».

 

Natale?

«Mio nipote non potrà venire dalle Marche, mia nipote sta in Irlanda. Forse lo trascorrerò con Sergio, che sta a Roma. Le feste sono già malinconiche… Forse era meglio cancellarlo quest’anno».

 

Almeno tra poco finisce questo 2020.

«E meno male. E dire che era partito così pieno di aspettative, così rotondo. Il 31 dicembre bisogna spaccare tutto. Lo farò in privato nella mia terrazza, a costo di chiamare il muratore il giorno dopo».

raffaella carra' raffaella carra'

 

Si vaccinerà?

«Dopo un po’ sì, anche se non penso che con l’arrivo dei primi vaccini saremo tutti liberi. Dovremo continuare per un bel po’, almeno un anno secondo me, con le tre regole: distanza, mascherina, lavarsi le mani. Io finora le ho rispettate alla virgola».

 

Il suo amico Diego Armando Maradona ci ha lasciato troppo presto.

«Un grande dolore. Io che non amo fare i video per gli amici, avevo fatto un’eccezione e ho girato un breve filmato per i suoi sessant’anni. Gliel’hanno mandato e mi hanno detto che si è commosso nel vederlo. Eravamo davvero amici. Era un mascalzone, ma generosissimo, capace di slanci incredibili, nonostante la sua vita pericolosa, tra droga e alcol. Una sera del 2001 è venuto a cena a casa mia, a Roma, era con Minà. Io dovevo presentare Sanremo e Diego mi disse: “Voglio fare Sanremo con te”.

 

MARADONA RAFFAELLA CARRA' MARADONA RAFFAELLA CARRA'

Gli ho risposto: “Diego, tu in questo momento sei stato fermato all’aeroporto perché hai problemi con l’Agenzia delle Entrate in Italia, e vuoi fare Sanremo? Io sarei felice, per me sarebbe un colpaccio, ma lo dico per il tuo bene: non guadagni una lira, ti prenderà tutto lo Stato e la stampa ti massacrerà”. E lui come un bambino ha replicato: “Davvero? Ma non è stata colpa mia!”.

 

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È andato via come un cane bastonato. Io davvero lo feci per lui: sarebbe stato certo meglio avere Maradona che Ceccherini. Ora purtroppo partirà la telenovela dell’eredità. Ma dico io, benedetto uomo, non poteva usare il condom? Continuano a venire fuori figli illegittimi. Che cavallo pazzo Diego, ma di razza. Pura».

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