Estratto dell’articolo di Francesco Merlo per “la Repubblica”
maurizio vanadia marina berlusconi 1
Marina Berlusconi e Veronica Lario, una figlia per amica e una moglie per nemica. […] Marina, l'erede, non si accontenterà dell'Italia del dolce necrologio. Vuole quello che non otterrà: il famoso cambio d'epoca, e cioè che «la verità storica cominci finalmente ad essere letta senza le lenti deformanti del pregiudizio e dell'odio». […] Anche Veronica non si accontenterà dei pensieri puliti del giorno del lutto.
Sono suoi tre dei cinque figli, Barbara, Eleonora e Luigi, e 10 dei nipoti che in tutto, compresa la pronipote, sono 16. E nelle foto di famiglia si possono riconoscere due mondi e due stili che […] non si somigliano tra loro […] Alcuni diventeranno donne e uomini adesso, accanto a una bara, nel funerale-manicomio che sarà ovviamente berlusconiano e dove tutti esigeranno ottime poltrone accanto alla famiglia […] E Veronica? Dove sarà Veronica?
VERONICA LARIO AL CONVEGNO DI +EUROPA A MILANO
[…] Marina e Veronica, dunque. La figlia padrona e la ex moglie sono le sole che, nel mondo più maschilista d'Italia, avevano già rotto il soffitto di cristallo quando la metafora non voleva ancora dire nulla. […] Anche Marta Fascina, l'ultima badante sessuale, l'ultima lupa che chissà cosa gli ha fatto firmare, padrona del partito, padrona della vita, padrona di tutto, come nella canzone di De André, «per sentirsi dire micio, bello e bamboccione». […]
[…] potete giurarci che la figlia guardiana continuerà a difenderlo come qualsiasi padre sogna di essere difeso da una figlia. Con la tenacia e la passione che tutti le riconosciamo, Marina ha già negato che, guardandolo troppo da vicino, vede male il padre per il quale stravede. […] E però se da vivo se lo portava sulle spalle come Enea portò Anchise, adesso che è morto, la figlia rischia di diventare più occhiuta e tenace di prima: non la custode, ma la prigione della sua memoria. È capitato spesso alle figlie femmine dei grandi italiani con qualità smodate di fare al padre questo torto d'amore.
VERONICA LARIO AL CONVEGNO DI +EUROPA A MILANO
Marina potrebbe sfuggire alla trappola che, come un destino e come una banalità, l'attende? Ha, nientemeno, la Fininvest e la Mondadori e, indirizzando gli studi su papà Silvio, potrebbe avvicinarci alla verità oppure correggendo, premiando e rettificando potrebbe allontanarci dalla verità di quell'uomo che da oggi appartiene alla storia d'Italia e non più a lei e alla famiglia Berlusconi.
In fondo, se ci pensate, è la capofamiglia di una famiglia che non è esagerata, non è vero. Cinque figli e 16 nipoti non sono grandi numeri nelle dinastie del capitalismo, specie se li si confronta con i numeri della cassa di casa che sono circa quattromila milioni. […] non c'è una sola grande famiglia del capitalismo italiano che, dopo i lutti, non abbia affidato i sentimenti ei risentimenti agli avvocati e alla carte giudiziarie. E si può dunque dire che la fine è nota: da un lato ci sarà una guerra tra storici d'Italia e dall'altro un guerra tra avvocati d'Italia.
marta fascina silvio marina berlusconi
Marina e Veronica dunque, con la figlia che vuol cambiare la storia che la ex moglie cambiò nel gennaio del 2007, quando scrisse a Repubblica una lettera di denunzia che era anche una lettera d'amore […] amore ferito e probabilmente amore già finito […] La signora Berlusconi, chiedendo rispetto per sé, lo chiedeva anche per lui. E fu l'ultimo e anche il più serio tentativo di salvarlo da se stesso: «Ho cercato di aiutare mio marito, ho implorato coloro che gli stanno accanto di fare altrettanto, come si farebbe con una persona che non sta bene. È stato tutto inutile. Credevo avessero capito, mi sono sbagliata”.
silvio berlusconi veronica lario
Veronica difendeva in sé stessa anche Berlusconi perché era ancora berlusconiana, anche se di un berlusconismo ingentilito. […] È anche la donna alla quale più che alla sinistra, allo spread, a Merkel, a Sarkozy ea tutti i diavoli rossi del mondo, Berlusconi attribuì la fine dei suoi governi, la fine di un'epoca, e proprio a partire da quella lettera a Repubblica.
Qualche notte prima, durante la cerimonia per la consegna dei Telegatti, Berlusconi aveva detto a Mara Carfagna di essere pronto a sposarla subito, se non fosse già stato sposato. «A mio marito e all'uomo pubblico — scrisse Veronica — chiedo pubbliche scuse non avendone ricevuto privatamente e chiedo se debba considerarmi la metà di niente».
E ancora: «Devo dare alle mie figlie l'esempio di una donna che sa tutelare la propria dignità. E voglio aiutare mio figlio a mettere il rispetto per le donne tra i suoi valori fondamentali».
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Cominciò così l'epopea di Noemi, di Ruby e delle Olgettine fino alle belle badanti e alla finta moglie Marta Fascina, appunto, sposata “per finta” che nel mondo di Berlusconi voleva dire “per davvero”. Le Olgettine divennero una sigla, un toponimo, le impiegate di concetto del famigerato bunga bunga […] Fellini lo girerebbe così il funerale: la processione sino al mausoleo di Arcore di tutte le sue donne finte e dunque vere, tutte vestite di bianco e con la stessa faccia, diecimila donne che sono tutte la stessa donna, benedette da loro due, la figlia e la moglie, quelle vere e dunque finte.
silvio berlusconi veronica lario
A Veronica Lario furono assegnati un milione e quattrocentomila euro al mese, ma la Cassazione dopo alcuni anni le tolse il vitalizio e le impose di restituire sessanta milioni a Berlusconi. È vero che sono disputa tra ricchi, anzi tra ricchissimi e forse quella montagna di danaro sporca la favola etica della donna tradita che i giornali di gossip dell'ex marito trattarono con la volgarità dei paparazzi che la inseguivano per mostrare quanto era ingrassata e quanto tramontava in quella donna bella e orgogliosa e quanto quegli occhi intensamente espressivi erano diventati segretamente dolenti: informazione, gossip o macchina del fango? […]