Vera Mantengoli per il “Corriere del Veneto” - Estratti
La nomina del prossimo sovrintendente del Teatro La Fenice diventa un caso politico carico di polemiche. Se l’attuale Felice Ortombina ha già incontrato i lavoratori del Teatro La Scala dove sarà operativo ufficialmente dal prossimo gennaio 2025, a Venezia c’è ancora il vuoto su chi guiderà l’istituzione veneziana. Negli ultimi giorni è però riemersa l’ipotesi di Nicola Colabianchi, sovrintendente del Teatro Lirico di Cagliari di area meloniana, voluto nel 2020 dal sindaco di Fratelli d’Italia Paolo Truzzu.
Non si sa ancora se sarà lui a essere nominato dal ministro della Cultura Alessandro Giuli, ma è certo che - come riportato su più organi di stampa - il suo nome è al centro di un’indagine della Procura di Cagliari per abuso di ufficio, truffa e falso, ma non solo. La gestione del Teatro di Cagliari ha creato una spaccatura interna tra i sindacati rendendo il clima tra i lavoratori molto difficile.
Inoltre, in questi giorni è riaffiorato un vecchio articolo de L’Unità, datato 15 giugno 1976, in cui si racconta dell’appartenenza a Ordine Nuovo del giovanissimo Colabianchi che, a 17 anni, insieme ad altri tre studenti, teneva una fitta corrispondenza con i terroristi fascisti Giancarlo Rognoni e Umberto Balestrieri.
Episodi che possono apparire scollegati, ma che hanno indignato la deputata Rachele Scarpa e la segretaria Monica Sambo, entrambe del Pd e il consigliere comunale Marco Gasparinetti di Terra e Acqua. Scarpa, in accordo con Sambo, ieri ha depositato un’interrogazione parlamentare al ministro della Cultura Giuli chiedendo se la nomina sia
detto opportuna al contesto veneziano, al passato politico ambiguo di Colabianchi e al fatto che risulti indagato. «Abbiamo chiesto se si ritenga che i risultati fin qui ottenuti dal maestro Colabianchi siano adeguati per aspirare a ricoprire un ruolo così prestigioso al Teatro La Fenice – spiega Sambo - Considerato anche il passato politico ambiguo di Colabianchi, legato alle organizzazioni neofasciste eversive negli anni Settanta».
Il malumore era già stato espresso qualche giorno fa da Gasparinetti in un’interrogazione depositata in Comune. «Il suo curriculum vitae appare gonfiato rispetto agli incarichi ricoperti – ha detto il consigliere comunale –. Anche se i riferimenti della sua appartenenza politica sono lontani nel tempo si riferiscono comunque a un momento buio della storia. Rispetto al prestigio della Fenice è un profilo inadeguato e fonte di imbarazzo».
Colabianchi, è direttore d’orchestra, compositore, pianista ed è stato direttore artistico del Teatro dell’Opera di Roma, prima di arrivare in Sardegna nel 2020, a inizio pandemia. Da quando ha iniziato a gestire la riapertura del Teatro di Cagliari, sono sorti molti problemi come dimostra la spaccatura tra Fials Cisal, Uil e Cgil che ritengono che abbia fatto un buon lavoro e Cisl Fistel, Usb e Libersind Confsal che lo hanno accusato apertamente di scarsa competenza, incapacità di gestione e di aver allontanato il pubblico.
(…) La prossima settimana il sindaco Luigi Brugnaro incontrerà il ministro Giuli e sembra che dall’incontro potrà uscire il nome del futuro soprintendente del Teatro La Fenice.