“LA PIÙ GROSSA CAZZATA CHE HANNO FATTO È STATA QUELLA DI ANNUNCIARE IL COPRIFUOCO FINO AL 31 LUGLIO” - FLAVIO BRIATORE ALL'ATTACCO: "IN SEI NEI RISTORANTI? ALTRA FOLLIA. SPERANZA È IL PRIMO CHE CAMBIEREI PERCHÉ QUANDO LO VEDI IN TV TI VENGONO I BRIVIDI – LA GENTE È STATA TERRORIZZATA. I VIROLOGI HANNO SEMPRE QUELLA NOTA POLEMICA COME SE FOSSERO INFASTIDITI DA UNA SITUAZIONE CHE MIGLIORA”- "DRAGHI? CON LUI VEDIAMO LA LUCE IN FONDO AL TUNNEL" - LA PROPOSTA: "VACCINIAMO I GIOVANI IN DISCOTECA"

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Paola Bulbarelli per "la Verità"

 

briatore briatore

«Eccola l' Italia che si arrende ancora prima di combattere, che rimane ferma ai box e che non prova neppure a scendere in pista». La frase sta scritta nel libro Sulla ricchezza di Flavio Briatore. Dove si può leggere anche: «Serve a poco vantarsi di avere il maggior numero di siti Unesco rispetto a qualunque altro Paese, se poi da quell' immane patrimonio ricavi la metà della Francia».

 

Si evince che le passioni di Briatore restano quelle, la Formula 1 (è a Baku per il Gp) e il turismo visto come il business più importante del Paese. Senza dubbio, l' ex manager della Benetton e della Renault è il più grande conoscitore del mondo del divertimento notturno che vuol dire fatturati ma anche libertà. Parola sconosciuta, almeno per ora, alle discoteche. L' argomento lo riguarda in prima persona.

 

Cosa ne pensa della situazione?

speranza speranza

«Le discoteche hanno iniziato a criminalizzarle l' anno scorso e dal mese di agosto sono state chiuse. I contagi però sono arrivati a ottobre, novembre, dicembre con scuole e trasporti e con le discoteche mai più aperte. Ma in Italia dobbiamo sempre trovare un colpevole: vero o demagogico, fa lo stesso».

 

E ora? L' accanimento continua.

«Bisogna dire che gli errori li ha fatti il governo ma li han fatti tutti non essendo preparati. Le limitazioni sul numero delle persone che possono entrare contano nulla. In una discoteca da 1.000 metri quadrati se ci stanno 300 persone, quelle 300 si ammucchiano comunque. Non è che puoi mettere un tavolo ogni 20 metri. Chi è vaccinato o ha fatto il tampone può entrare in discoteca».

 

Musica sì, ballo no.

«Se entri vaccinato o tamponato puoi ballare e fare quello che vuoi. Andare a ballare senza ballare è un' assurdità, è come andare al ristorante e non mangiare».

BRIATORE SCHUMI BRIATORE SCHUMI

 

Ha qualche suggerimento?

«Dovrebbero usare le discoteche in positivo, per vaccinare i giovani. Potremmo fare degli hub al pomeriggio, non alla sera perché si creerebbero delle file. Ma al pomeriggio potremmo essere noi a convincere i giovani a vaccinarsi, dato che molti sono restii.

Non ci si può sottoporre a 30 e più tamponi in tutta l' estate. L' idea di favorire i vaccini fuori dalle discoteche la trovo molto imporrante: ai ragazzi, dopo la vaccinazione, viene dato il passaporto vaccinale e possono entrare e muoversi senza più problemi».

 

Si dice sempre pensiamo ai giovani, al loro futuro, ma non è così.

MARIO DRAGHI A FIORANO MARIO DRAGHI A FIORANO

«In questo governo e in quello precedente, i giovani non sono mai stati considerati. Qualcuno ha avuto la brillante idea di proporre il voto ai sedicenni senza pensare che hanno ben altri problemi.

 

I giovani sono obesi, è un anno e mezzo che non fanno palestra, che non stanno fuori. Se noi non abbiamo la possibilità di gestirli nelle discoteche, non è che un ragazzo di vent' anni va a dormire alle 10 o 11 di sera, in particolare d' estate. Si ritroveranno senza nessun tipo di controllo. Perché hanno bisogno di sfogarsi, di socializzare, di conoscere gente».

 

L' industria del turismo è garantita a sufficienza?

ALLEGRI BRIATORE ALLEGRI BRIATORE

«Il governo si è dimenticato che l' Italia ha 7.000 chilometri di coste e potrebbe essere la Florida dell' Europa. Non ci sono investimenti per il turismo, né per gli alberghi, tantissimi hanno chiuso, così come molti ristoranti. Si è fatta un po' di elemosina ma non c' è stata una task force per aiutare il turismo in modo massiccio. Il turismo è la più grossa azienda che abbiamo. E i turisti che vengono nel nostro Paese vogliono divertirsi, andare nei nostri ristoranti e nelle nostre discoteche. Specialmente in Romagna, in Sardegna. Non possiamo pensare di fare il turismo e poi mettere delle limitazioni».

 

Che fare, quindi?

BRIATORE BRIATORE

«Credo che dovrebbe essere la volta buona per lasciare lavorare in sicurezza gli operatori. Ok la regola che per entrare ci vogliano tampone o vaccino, ma poi bisogna lasciar lavorare la gente che non riesce più a sopravvivere.Esclusi i grandi gruppi, gli altri stanno morendo».

 

Il divertimento in Italia muove 71 miliardi di euro l' anno, più di tre manovre finanziarie.

«Il business della notte non sono solo le discoteche ma anche i ristoranti che tengono aperto fino a tardi, le pizzerie, le paninerie, i bar. Quello che il turista lascia sul territorio, in base alle sue potenzialità economiche è enorme. E non se ne tiene conto».

 

massimo galli 4 massimo galli 4

Atri settori penalizzati?

«È enorme il mercato delle barche. Ma qui se ce l' hai è perché hai rubato o sei un evasore fiscale. Si dimentica che i più grossi cantieri nautici sono in Italia. La nautica dà lavoro a oltre 200.000 persone. C' è questa demagogia che tutti quelli che hanno successo sono criminali».

 

Quali sono i suoi locali aperti senza nessuna restrizione?

«All' estero sono tutti aperti: quattro a Londra, a Montecarlo, a Riad, a Dubai. Aperti senza alcun problema. È aperto il Twiga a Forte dei Marmi, ma con limitazioni. E apriremo il Billionaire in Sardegna dal 24 luglio al 28 agosto con il debutto di The Billionaire Experience».

 

briatore briatore

Si spera che per quelle date anche in Italia ci sia il via libera.

«In Inghilterra, negli ultimi giorni, hanno avuto zero decessi. Hanno fatto una vera politica del vaccino. Anche qui hanno vaccinato 30 milioni di persone, ma non basta. Negli hub si devono fare le prenotazioni altrimenti accade come a Bologna dove ti ritrovi 10.000 persone che si spingono una con l' altra per andare a vaccinarsi. C' erano ragazzi che erano lì dalle 2 del mattino. Una follia».

 

Secondo lei, giornali e tv hanno creato un clima della paura?

«Certamente, la gente è stata terrorizzata. Tutti aspettavano con trepidazione quando alle 6 del pomeriggio c' era il bollettino dei dati funebri e se c' era qualcosa di positivo mettevano subito le mani avanti dicendo che tanto l' indomani si sarebbe ricaduti nella stessa situazione. Sembrava gioissero, alcuni, ad avere più contagi possibile. E i virologi, invece di dire che le cose stanno funzionando, hanno sempre quella nota polemica come se fossero infastiditi da una situazione che migliora».

 

flavio briatore flavio briatore

La storia del coprifuoco ha mandato in tilt le prenotazioni degli stranieri?

«La più grossa cazzata che hanno fatto è stata quella di annunciarlo, più di un mese fa, fino al 31 luglio. Bastava stare zitti. La gente prenota in febbraio, marzo, aprile. E noi siamo stati l' unico Paese a dare una data.

 

L' americano, lo svedese, il turco non sanno che la nostra politica dipende da come gira il vento. Andando sul sito dell' Italia leggevi che il coprifuoco era fino al 31 luglio. Una comunicazione senza senso pur sapendo, noi addetti ai lavori, che non sarebbe stato mantenuto. Allora perché lo dici? Fai come gli altri Paesi e man mano ci sono risultati positivi si apre».

 

Per i ristoranti c' è stato un miglioramento, da quattro a sei seduti allo stesso tavolo.

elisabetta gregoraci e flavio briatore elisabetta gregoraci e flavio briatore

«Ma che senso ha? Altra follia. Vorrei vedere in faccia chi ha proposto una cosa del genere e quella di chi l' ha accettata. Mi chiedo se è gente che non è mai andata al ristorante. C' è gente che vuole lavorare ma qui sembra che siano privilegiati quelli che vivono di assistenzialismo».

 

I politici hanno la cultura del lavoro?

fabrizio pregliasco 6 fabrizio pregliasco 6

«No, escluso. Magari qualcuno, raro. Hanno la cultura del parlare, di andare in tv, di cambiare idea ogni cinque secondi. E però sono loro che gestiscono il nostro Paese e chi ha voglia di lavorare. È come essere seduti su un pullman guidato da un autista ubriaco. Parlano gli interventi fatti da questi politici, gente senza alcuna esperienza».

 

Non tutto è negativo, però.

«Hanno messo Figliuolo ed è la prima volta che c' è qualcuno che capisce di logistica. Prima avevamo Conte, Arcuri, quei pasticcioni. Alla domanda del curriculum, qual è il tuo primo lavoro? La risposta era "ministro del Lavoro". Eravamo messi così».

 

Draghi ha cambiato marcia al Paese?

briatore briatore

«Draghi dovrebbe andare avanti lui e fregarsene della politica. Se noi abbiamo Draghi, dobbiamo ringraziare una persona sola, Matteo Renzi. Lui non si è impossessato di questa operazione che è stata la più importante per il nostro Paese per liberarci dagli incapaci. Dato che è un Paese di paraculi lui continua a perdere consensi».

 

Con Draghi è cambiata la vita.

«Con lui vediamo la luce in fondo al tunnel. Anche come capacità e reputazione europea. Prima c' era gente che cambiava lavoro solo negli uffici moquettati e mai gente che è stata a contatto con gli imprenditori e con le imprese».

 

Le aziende sono aiutate?

«Abbiamo una burocrazia che è una follia. Dovremmo semplificare e non lo fa nessuno. Ma perché creano e mantengono la burocrazia? Perché loro devono esistere. Credo che potremmo gestire il Paese con il 50% di gente in meno e il 50% in più di gente brava e pagata bene. Non è possibile che in Italia un sindaco venga pagato 3.000 euro. Dovrebbe prendere almeno quanto i deputati e i senatori. Chi va a fare il sindaco oggi? Solo uno che è fuori di testa».

 

Flavio Briatore Flavio Briatore

Cosa cambierebbe se avesse in mano le redini del Paese?

«Il ministro della Salute è il primo che cambierei perché quando lo vedi in tv ti vengono brividi. Lui è sempre bad news anche quando le cose vanno bene».

 

A parte Speranza quali ministri butterebbe giù dalla torre?

«Per la maggior parte non li conosco. Comunque penso che i ministri, in una partita di 90 minuti, non tocchino palla per più di 10. Vanno in televisione ma la maggior parte non conta nulla».

 

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