“QUANDO ERO ÉTOILE A PARIGI ARRIVÒ UNA LETTERA CHE DICEVA: LIBERIAMOCI DELLA MAFIOSA SICILIANA” – LA VITA IN PUNTA DI PIEDI DI ELEONORA ABBAGNATO, PRIMA ITALIANA A DIVENTARE ÉTOILE ALL’OPÉRA DI PARIGI E OGGI DIRETTRICE DEL CORPO DI BALLO DELL’OPERA DI ROMA: “LA DANZA È UN MONDO PIENO DI RIPICCHE E GELOSIE ESASPERATE. IL RIGORE? LA MIA MAESTRA DI PARIGI MI BUCAVA I GLUTEI CON L’AGO. OGGI SE TOCCHI UN ALLIEVO TI DENUNCIANO. MI SONO PURE ARRIVARE MINACCE DI MORTE. LE FIGLIE DI MIO MARITO? SONO CON NOI, LA MADRE BIOLOGICA AVEVA ALTRO DA FARE…”

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Estratto dell'articolo di Valerio Cappelli per www.corriere.it

 

eleonora abbagnato eleonora abbagnato

Eleonora Abbagnato è tutta fuoco. «Sono siciliana e sono un vulcano». Fino al 2021, è stata l’unica ballerina italiana (insieme con Carlotta Zambelli, ma in epoche remote) a diventare étoile all’Opéra di Parigi, che è il luogo dove è nato tutto, perché fu Luigi XIV a istituire la prima Accademia di danza. […] Dal 2015 è direttrice del corpo di ballo dell’Opera di Roma. […]

 

Com’è entrata la danza nella sua vita?

«Mamma aveva un negozio d’abbigliamento a Palermo e non avendo dove lasciarmi, al piano di sopra c’era la scuola di danza di Marisa Benassai, mi lasciava lì. A 4 anni ero già attaccata alla sbarra».

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E poi?

«A 10 anni ho iniziato uno stage importante a Montecarlo[…] A 14 anni sono entrata alla scuola dell’Opéra di Parigi […]».

 

Ha sofferto la solitudine?

«Sì certo, sono partita col cartellino col mio nome appeso al collo. Ma piangevo soltanto quando la sera non riuscivo a parlare al telefono con mia madre. Non c’erano i cellulari. Ricordo come fosse oggi la cabina telefonica. […] Alle nove di sera dovevamo spegnere la luce, tutte a dormire[…]».

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Il cigno nero è il film che ci ha mostrato che non sono tutte rose e fiori.

«Non amo quel film, non ha fatto bene alla danza […]  dice delle falsità […] è vero che la danza è un mondo a parte, pieno di ripicche e gelosie esasperate. Anche io le ho vissute».

 

Le mettevano il dentifricio nelle scarpette?

«[…] La mia maestra di Parigi mi bucava i glutei con l’ago perché inarcavo troppo la schiena, ce l’ho molto elastica. I grandi maestri entravano in classe col bastone: non per darcelo in testa, era il senso dell’autorità. Comunque intimorivano. Era un’altra epoca. […] Oggi una direttrice di ballo deve essere anche psicologa. Gli elementi negativi non sono gli allievi ma le madri. Ci sono protagonismi esagerati».

eleonora abbagnato federico balzaretti eleonora abbagnato federico balzaretti

 

Cosa le è successo?

«All’Opera di Roma ho ricevuto lettere anonime. Poi ho avuto minacce di morte […] Quando ero étoile a Parigi arrivò una lettera che diceva: liberiamoci della mafiosa siciliana».

 

Lei vive in una piccola tribù. Ha due figli, Julia di 10 anni e Gabriel di 8; più i due figli che Federico Balzaretti ha avuto nel primo matrimonio, Lucrezia ne ha 17 e Ginevra 14.

«Di Lucrezia e Ginevra non sono la mamma ma le ho cresciute io. È una storia particolare, Federico ha avuto l’affidamento esclusivo».

federico balzaretti eleonora abbagnato federico balzaretti eleonora abbagnato

 

E la loro mamma biologica?

«Aveva altro da fare».

 

Vede le figlie?

«No».

 

[…]

La chiamano mamma?

«A me non piace che mi chiamino così, però sì la piccola mi chiama mamma, la grande mi chiama Ele. Aveva un anno e mezzo quando l’ho vista la prima volta. È legatissima a Federico, che è un padre fantastico. Ed è stato sincero fin dal primo giorno. […] Federico lo risposerei ogni mese».

 

eleonora abbagnato francesco giambrone foto di bacco eleonora abbagnato francesco giambrone foto di bacco

[…]

Con Federico è stato un colpo di fulmine?

«Secondo il nostro comune amico, siamo simili nel carattere. Vero, abbiamo gli stessi valori, è un uomo d’altri tempi, ma lui per temperamento è più riservato, io sono ordinata in maniera ossessiva […]».

 

Il primo incontro con Federico Balzaretti?

«È avvenuto a cena da me a Palermo, c’era anche mio padre. Ci siamo frequentati, dopo un anno mi ha chiesto la mano, nella mia casa di Parigi, a Montmartre. […]».

 

Cosa la colpì di Federico?

«Una lettera. Quando morì mia nonna paterna, Eleonora, mi scrisse di capire la mia sofferenza, e che la famiglia era un punto fondamentale per lui. Ora fa il dirigente sportivo alla squadra di Vicenza, io vivo a Roma con i figli. Ci vediamo il fine settimana. Il problema è che non sono una che ama il telefono. Ci mandiamo tanti messaggi, anche per farci forza. Una situazione non facile».

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[…]

Riti e scaramanzie prima di andare in scena?

«Se non dormo venti minuti subito prima dello spettacolo, non riesco a ballare».

 

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