Francesco Merlo per la Repubblica - Estratti
«Er Giubileo», risponde l’autista della navetta sulla quale non tento neppure di salire per non soffocare. «L’Albania la famo a Roma» ride una signora rassegnata. «Ma che te ridi? C’hai detto?». «Ha detto che c’è la deportazione dei romani».
La navetta sostituisce la linea A della metro. A Termini avevano forse annunciato gli improvvisi lavori sui binari, ma l’altoparlante non funzionava e dunque era tutto un c’ha detto? di facce spaesate nell’entra-esci dai vagoni. «Ha detto che è per il Giubileo».
Sono le 18 di giovedì 23 ottobre, il Giubileo comincerà il 24 dicembre e sarà l’Apocalisse in questo mondo di sporcizia e di degrado che raccontiamo da 15 anni abusando, come sto facendo io, del romanesco degradato in romanescorum - daje, stacce, m’arimabarza, t’accollo - e aggiungendoci qualche fregnaccia per épater le bourgeois ovviamente de noantri. I gatti, per esempio, vennero magnati dai barboni di colle Oppio ben prima - anvedi- che Trump li scoprisse in bocca agli haitiani.
È però vero che, in 15 anni e 4 sindaci, i 750mila disgraziati che penetrano ogni giorno nella metro hanno via via sperimentato deragliamenti, tamponamenti, inondazioni e fughe sui binari per incendio. Oggi siamo allo smarrimento di Roma, che aspetta Godot tutta “impacchettata” nei suoi 300 cantieri che meglio che oroscopi sono il manifest destiny.
Dunque, da Tor Vergata alla Porta santa bisogna «portare pazienza» perché «la stiamo rifacendo» dice Gualtieri, e ci sono 4,4 miliardi di euro che il sindaco e i cardinali stanno spendendo.
Tutto è in ritardo, ma gli spot pubblicitari spiegano che gli autobus saranno salotti, i tram voleranno, le panchine culleranno il pupo in carrozzina e gli schermi interattivi offriranno la luce di Star Wars. Pazienza se intanto tutto si ferma e anche gli altoparlanti singhiozzano «per il Giubileo».
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Interminabili e inutili sono le code per i taxi che non arrivano, il traffico è la piaga che Johnny Stecchino trovò a Palermo. Si va a piedi e ci si bagna, singing in the rain nella “città dolente”. I giornalisti di tutto il mondo si preparano a ri-raccontarla, e ci saranno i poeti come Dante che nel Giubileo del 1300 fu stipato in una navetta d’epoca: «Deh peregrini che pensosi andate… /certo lo cor de’ sospiri mi dice/ che lagrimando n’uscireste pui». Forza Roma, l’ora X sta arrivando
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