1 - «SOLO UN INCONTRO TRA IMPRENDITORI È UN'ASSURDA CACCIA ALLE STREGHE»
Mario Ajello per “il Messaggero”
VLADIMIR PUTIN E GIANLUCA SAVOINI
Un fedelissimo di Salvini, di cui è stato anche portavoce appena Matteo è diventato segretario. Uno che ha tenuto i rapporti tra la Lega e il serbo Milosevic e quelli di Bossi con Heider e poi del Senatur con il turbonazionalista russo Zirinovskj. E non c'è incontro tra Salvini e Putin o putiniani - esempio: alla cena di Villa Madama nell'ultima visita di Vlad lui era tra i big - in cui Gianluca Savoini non sia presente.
Insomma, lei che sa tutto e che c'è sempre, il Carroccio i soldi li prende dai russi oppure no?
«Ma neanche per sogno!».
Dall'audio appena diffuso però non parrebbe?
vladimir putin brinda con giuseppe conte e salvini con savoini sullo sfondo
«Mi sembra che solo di affari si sia parlato tra imprenditori russi e imprenditori italiani. Mi dispiace di smontare tutto questo giallo politico-affaristico, questo romanzo assurdo che è stato imbastito su quell'episodio. Un incontro segreto? Macché. Per caso, all'Hotel Metropole, all'ora di colazione, dopo la giornata precedente con il grande convegno di Confindustria a Mosca con tanta gente e anche Salvini, m'imbatto in alcuni imprenditori italiani e russi. E cominciamo a parlare di petrolio, di depuratori, di vigne in Toscana e in Piemonte che alcuni russi sarebbe intenzionati a comprare. Le sembrano temi così scottanti? Così scandalosi? La politica non c'entra un bel niente».
Ma lei non può negare che la Russia è sempre stata generosa con i partiti sovranisti, per esempio con la Le Pen.
«Quando qualcuno mi farà vedere un rublo o un dollaro proveniente dalla Russia nelle casse della Lega allora potremo ragionare su queste cose. Siccome mai nulla è stato trovato, perché proprio nulla c'è, è inutile parlare di queste balle. A me sembra tutto un killeraggio per colpire Salvini. Se il Pd e le altre opposizioni per contrastare la Lega si attaccano a queste cose, vuol dire che sono mesi male e noi possiamo dormire sonni tranquilli».
matteo salvini vladimir putin luigi di maio
Chi erano gli altri due italiani presenti nell'audio?
«Saranno stati imprenditori. Le ripeto: c'è stato solo un incontro casuale. In cui la politica non c'entra nulla, i soldi alla Lega neppure e sono allibito che si sua montato un caso assurdo sul niente».
Ma lei a che titolo lavora per la Lega?
«Io non lavoro per la Lega, presiedo l'associazione Lombardia-Russia e ho rapporti con quel Paese da tanto tempo. Rapporti leciti e normali. Rapporti di lavoro. Poi, certo, sono leghista e sono amico di Matteo: è una colpa? Ormai sono spiato e seguito in tutto, come se fossi un mascalzone. E invece sono un libero cittadino che non fa niente di male. Dovrò mettermi a fare querele».
matteo salvini vladimir putin gianluca savoini
Il suo vero ruolo qual è?
«Quello di uno che sa quanto la Russia sia importante per l'Europa e quanto alla Ue convenga avere buoni rapporti con quel Paese. L'Europa ha sbagliato a lungo con la Russia, spero che ora la situazione cambi, perché noi abbiamo bisogno della Russia e la Russia ha bisogno di noi. Io, nel mio piccolo, costruisco un ponte di dialogo. Ma non sono il portavoce della Lega o un politico della Lega».
Un grande amico e consigliere di Salvini però lo è?
«Ci conosciamo da moltissimo tempo. Stavamo tutti e due a via Bellerio. Ma io non ho un ruolo politico. Sono solo iscritto alla Lega dal 1991 e credo molto nel nostro partito».
l ipotesi di passaggio dei soldi dalla russia alla lega attraverso eni
Ma perché il vostro partito, a corto di soldi, non dovrebbe accettare quelli offerti dai russi?
«Perché non ho mai avuto sentore di offerte di questo tipo. Mi sembra un'assurda caccia alle streghe. Ma non ci sono le streghe. E non ci sono neanche i soldi in cassa. Le casse della Lega sono notoriamente vuote».
Nell'audio lei dice: «Il prossimo maggio ci sono le elezioni in Europa, e Salvini è il primo che vuole cambiare l'Europa». Non possono suonare come una richiesta di aiuto queste parole?
«Proprio no. Ripeto: s'è parlato in maniera informale di possibili accordi commerciali, come si fa in tanti altri casi. E poi, questa storia di Salvini putiniano deve finire. La Lega è il primo partito italiano e ha rapporti con tutti, con Putin come con Trump. Non siamo dei soldatini russi o, peggio, dei prezzolati dei russi. Finiamola con la caricature e con le balle».
2 - IL LOBBISTA «PUTINIANO»: SOLDI? DATEMI LE PROVE E IL SEGRETARIO LO SCARICA
Fabrizio Caccia per il “Corriere della sera”
Colloquio via sms con Gianluca Savoini, presidente dell' associazione culturale Lombardia-Russia, il leghista del Metropol di Mosca: «Sono basìto dopo queste buffonate». Il suo tentativo di ottenere finanziamenti russi per la Lega? «Tutte illazioni, nulla di concreto perché mai sono arrivati soldi né fondi alla Lega dalla Russia. Mai!». Ma l' audio pubblicato dal sito americano Buzzfeed sembra chiaro: «Si fa un processo sul niente, fumo e basta per rompere le scatole a Salvini. Trovino i soldi che non ci sono e allora ne riparliamo».
l ipotesi di passaggio dei soldi dalla russia alla lega attraverso eni.
Ma che cosa ci faceva al Metropol il 18 ottobre 2018? «C'ero andato a dormire dopo il convegno del giorno prima». Che convegno? Il giorno prima del misterioso incontro in hotel, cioè il 17 ottobre 2018, a Mosca secondo Savoini «c'era stato un incontro pubblico di Salvini organizzato dagli imprenditori e nient' altro».
Ma chi sono gli altri due italiani, i presunti «Luca» e «Francesco», che si sentono parlare nell' audio? «Non lo so - risponde pronto al Corriere - . Dopo 9 mesi tirano fuori queste cose. Mah! Finanziamenti zero, quindi non ho altro da dire. Scrivete quello che volete. I soldi non ci sono mai stati e quindi querele a raffica. Grazie».
Fine degli sms alla fine del giorno più lungo di Gianluca Savoini, 55 anni, una passione di lunga data per la Russia e per Putin in particolare. Ex collaboratore di Roberto Maroni, già fedelissimo di Umberto Bossi e poi di Matteo Salvini che ora però alla luce dei fatti non esclude di querelarlo prendendo decisamente le distanze.
Sposato con Irina, originaria di San Pietroburgo, con la quale ha avuto un figlio, Savoini ieri si è sfogato a lungo pure con l'Ansa e ha definito «una chiacchierata tra imprenditori su vari temi» la conversazione registrata (da chi? Lui non sa o non vuole dirlo) nell'esclusivo Metropol di Mosca con tre russi e altri due italiani in cui si parlava essenzialmente di petrolio. Era dunque Savoini l'emissario della Lega a Mosca?
«Non ho mai detto di essere un emissario della Lega». E smentisce pure di essere un consulente di fatto del leader Matteo Salvini. «Lo conosco da 25 anni, essendo io nella Lega da inizio anni Novanta». E ribadisce: «Robe sporche». Nessuna ricerca di fondi segreti per le Europee: «I soldi dove sono? Il resto è fuffa». Lui, comunque, da anni sembra tenere in modo informale, ma visibile, i rapporti della Lega con il governo di Mosca e con il partito di Putin, "Russia Unita", con il quale il Carroccio siglò un accordo nel 2017.
l ipotesi di passaggio dei soldi dalla russia alla lega attraverso eni
Nell'audio di Buzzfeed , sette mesi prima delle elezioni europee, quel giorno al Metropol di Mosca Savoini tuonò: «Noi vogliamo cambiare l'Europa. E una nuova Europa deve essere vicina alla Russia come prima, perché vogliamo riprenderci la nostra sovranità. Salvini è il primo che vuole cambiare l'Europa».
Passate le elezioni, il 4 luglio scorso, eccolo di nuovo comparire sullo sfondo nella foto ufficiale scattata alla cena a Villa Madama dopo il vertice tra Conte e Putin a Roma. A quella cena c' erano pure Salvini, Di Maio e il fiore dell' imprenditorialità italo-russa. Menu di mare, riferiscono le cronache: mezzemaniche con moscardini, gamberetti e scorfano; spigola agli agrumi e flan di verdure.