Anna Bandettini per “la Repubblica”
Manesco, bullo e tiranno. Non sono proprio complimenti quelli diretti a Daniel Barenboim da giorni sotto accusa come "persona violenta". Il direttore argentino-israeliano, ex direttore musicale della Scala di Milano, oggi direttore della Staatsoper, il principale teatro di Berlino e direttore principale della Staatskapelle è stato infatti tacciato di modi bruschi e violenti proprio dalla sua orchestra. Almeno una dozzina le denunce dei professori d'orchestra emerse dall' inizio di febbraio.
La più dura quella di un timpanista, Willi Hilgers, che ha lavorato con Barenboim tra il 1998 e il 2003 e ha raccontato di essere stato costantemente intimidito e umiliato, riportando gravi disturbi, insonnia e depressione, costretto a prendere pillole a ogni esibizione. E come lui, almeno altri sette musicisti, secondo quanto riporta il New York Times che ha contattato le vittime degli sfoghi di rabbia incontrollati del Maestro.
Barenboim ammette il caratteraccio. "Sono nato in Argentina, quindi c'è un po' di sangue latino nel mio corpo", ha provato a giustificarsi ma poi in una mail resa pubblica rilancia: "Queste denunce - ha scritto - sono emerse ora, proprio mentre sono in trattative sul rinnovo del mio contratto oltre il 2022". Il sovrintendente Matthias Schulz ha assicurato che l'orchestra è dalla parte del direttore e che comunque ci saranno colloqui chiarificatori con tutti. Ma la frittata è fatta. Non sono tempi felici per i direttori d'orchestra: la scorsa estate Daniele Gatti accusato di molestie da due donne, oggi Barenboim.
"Sembrava intoccabile ora è accusato di bullismo", titolava ieri un articolo del New York Times. Non è certo la prima bacchetta a essere additata per le uscite di senno (anche Arturo Toscanini e Georg Solti non scherzavano) ma ora le accuse sono circostanziate e colpiscono un artista che aveva fama di serietà e impegno umano e civile: fondatore della West-Eastern Divan, con musicisti del Medio Oriente, fu lui nel 2001, a rompere il divieto di eseguire Wagner in Israele. Si dice anche che grazie alle sue diplomazie, la Staatsoper abbia ricevuto ben 50,4 milioni di euro dalla città di Berlino. Ora proprio i responsabili culturali della capitale sollecitano un "giudice" super partes per esaminare la questione.