Daniela Mastromattei per “Libero quotidiano”
Ci sono parole che scaldano il cuore, che strappano un sorriso e sono un inno alla gioia, ma ci sono parole che feriscono come una lama affilata, che toccano l' animo nel profondo. Parole violente che lasciano il segno. Parole che uccidono, che mettono in dubbio ogni cosa, che innescano vortici pericolosi di rabbia, aggressività, risentimento, disistima e conflitti inarrestabili. Direbbe Freud: «Con le parole un uomo può rendere felice un altro o spingerlo alla disperazione...». Così è: le parole sono frecce, reti sufficientemente grandi da catturare il mondo e abbracciare i cieli, ma a volte sono come proiettili, per usare il linguaggio degli psicoterapeuti.
E rischiano di far finire un amore. Frasi pronunciate per gioco («sembri un' oca», «ma come sei sguaiata») o per spirito di provocazione («lascia stare faccio io, tu non sei in grado») che mettono in dubbio la dignità e le capacità dell' altro. O dal retrogusto amaro («ma come ti sei vestita», «ti vedo un po' ingrassata...», «perché hai tagliato i capelli che sembri un maschiaccio, così sei poco femminile e seducente») che colpiscono l' aspetto fisico e la sicurezza dell' altra persona. Punzecchiature particolarmente amate, dicono gli esperti, dai narcisisti sempre pronti a denigrare chiunque, pure la dolce metà se necessario, per sentirsi superiori.
LE OFFESE «Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola. A volte ne scrivo una, e la guardo, fino a quando non comincia a splendere», raccontava Emily Dickinson. E quando non splende ed è cupa e sprezzante può accadere che uno dei genitori si senta dire dall' altro: «Tuo figlio non è buono a nulla, ha preso tutto da te». Qui l' offesa è ancor più grave perché investe la persona, ma coinvolge anche il frutto dell' amore e il rapporto intimo e sessuale. Difficile da mandar giù.
«Può capitare che si usino espressioni forti per cercare una riconnessione col partner; dietro certe frasi a volte si nascondono emozioni che vanno dalla paura al dolore o alla disperazione», spiega a Libero la psicologa Emma Cosma.
Che aggiunge: «A volte si va a provocare involontariamente uno scossone per avere una reazione, ma è pericoloso, potrebbe trasformarsi in un terremoto dai risvolti inaspettati. Va bene litigare in modo sano, ma sono le aggressioni verbali che rischiano di minare le fondamenta della coppia, anche quelle dalle intese più solide». E se il rapporto interpersonale è complesso lo è pure quello con se stessi. «Quando lui (o lei) dice "è tutta colpa tua", in realtà nasconde una difficoltà a guardarsi dentro; è più facile colpevolizzare l' altro che fare autocritica», spiega la psicoterapeuta.
Terribile, per esempio, sentirsi dire «il mio ex diceva o faceva»: è una frase irrispettosa che mette l' altro in una condizione di confronto. L' ex da quel momento in poi sarà un fantasma che apparirà e scomparirà e poi riapparirà di nuovo. E così all' infinito. «A livello emozionale fa più male all' uomo che alla donna. In lui potrebbe scatenare una gelosia incontrollabile, nella donna invece una sottile competizione basata sul voler dimostrare di essere migliore. Per entrambi la sensazione di inadeguatezza è forte», sottolinea la Cosma.
DINAMICHE GIÀ VISTE Quanti danni ha provocato l' infelice critica «sei proprio come tua madre». Chi la pronuncia potrebbe provare frustrazione, rabbia e intolleranza a dinamiche già osservate nella suocera. Per chi la subisce, soprattutto se ha da sempre un rapporto conflittuale con il genitore chiamato in causa, dal quale ha cercato per tutta la vita di prenderne le distanze per creare una propria identità, il paragone è deleterio perché va a riaprire vecchie ferite. Da dove arrivano così tante frasi offensive quando si ama? «Sono tante le motivazioni.
Per affermare un potere, per competizione, per sentirsi più forti e meglio del partner o perché ci si sente superiori o perché non si accetta l' altro e quindi lo si svaluta», risponde la Cosma. «Come uscirne? Con una riflessione profonda su se stessi che permetta di accettarsi per quello che si è; perché più ci si vuol bene e più aumenta la capacità di amare gli altri». Stiamo parlando di sentimenti che prevedono generosità, rispetto, fiducia, stima e accettazione; tra innamorati insulti e paragoni ripetuti ogni giorno sono delle vere e proprie forme di maltrattamento.
Se scegli un partner è perché lo desideri così com' è, con tutti i suoi limiti. Ma se vivi nella speranza o nell' attesa di vederlo cambiare, e nel frattempo lo punzecchi con battute sarcastiche, non è quello giusto. Non sempre si è d' accordo su tutto e le critiche costruttive non hanno mai fatto male a nessuno.
Ma la discussione deve essere mantenuta sui toni gentili ed educati, se si trascende una volta, il rischio che diventi una brutta abitudine è alto. E basta poco per far crollare la fiducia. Mai pronunciare «lo sapevo che di te non mi dovevo fidare».
È come dire «non ho mai creduto in te fino in fondo, una parte di me sapeva che eri una persona inaffidabile». Frasi di questo tipo minano intesa e complicità e fanno saltare la coppia. «Le parole sono pietre», direbbe Carlo Levi. E ancor prima il saggio drammaturgo Publilio Siro: «Mi sono spesso pentito di aver parlato, mai di aver taciuto».
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