Benedetta Centin per il "Corriere della Sera"
Doveva essere un week end con gli amici a Milano Marittima. E invece la sua auto, finita contro il guard rail della corsia di sorpasso, si è spenta nel bel mezzo della carreggiata. In piena autostrada Adriatica, nel tratto bolognese tra i caselli di San Lazzaro di Savena e di Castel San Pietro Terme. Ed è stata una trappola mortale.
Lei, Alessia Grimaldi, 23enne di Castel Maggiore (Bologna), nel panico, cosciente del pericolo che correva, ha cercato di far ripartire la sua Fiat 500. Di spostarla da lì, in fretta, ma niente: era in panne. E al telefono con il suo fidanzato, in stato di forte agitazione, si stava facendo spiegare come uscire in sicurezza dall’abitacolo quando è stata centrata in pieno dal suv che in quel momento sopraggiungeva nella stessa corsia. A bordo, a quanto pare, c’erano due pensionati.
Alessia, in seguito al tamponamento, è stata sbalzata all’esterno, sull’asfalto. Un impatto violentissimo, che l’ha uccisa. Era sabato sera, verso le 19, e c’era ancora luce.
Il messaggio social
«A te che mi facevi ridere, che mi hai capito e sostenuto. A te che mi hai sempre amato. Non ti dimenticherò mai. Non smetterò mai di amarti. Riposa con gli angeli, piccola mia», ha scritto sui social Michele, il suo fidanzato, che ha provato come ha potuto a salvarla.
Oggi sono i suoi genitori, a cui è già toccato lo straziante compito del riconoscimento della salma, a raccontarci una prima ricostruzione dell’incidente, su cui sono in corso indagini da parte della polizia stradale, coordinata dalla procura di Bologna che ha aperto un’inchiesta. E che potrebbe indagare per omicidio stradale il conducente del suv, che in stato di choc e ferito, ma non grave, sabato era stato portato in ospedale dai soccorritori.
L’ultima telefonata
«Le informazioni che abbiamo sono ancora frammentarie, il fidanzato di Alessia ci ha raccontato dell’ultima telefonata, abbiamo visto le immagini dei mezzi in tv e sui giornali — fa sapere papà Massimo —. Ho notato come erano ridotte le due auto, distrutte, quella di Alessia finita nel senso di marcia opposto rispetto a quello in cui stava procedendo. Non escludo che possa essere stata tamponata a velocità elevata».
Le dinamiche vanno chiarite. Per i familiari, coscienti del grande dolore con cui dovranno convivere d’ora in poi, tante domande attendono risposta. «Alessia era finita con la 500 contro il guard rail della corsia di sorpasso, ha detto al ragazzo che l’aveva preso di striscio, non sappiamo il perché, di certo l’auto era stata sottoposta a un controllo di recente e aveva pneumatici nuovi — continua il signor Massimo —. Solo che dopo l’urto, forse per un guasto, la 500 si è spenta». E non è più ripartita.
Lo schianto
Alessia si è agitata. Spaventata, ha contattato il fidanzato per chiedergli cosa fare, come uscire dall’abitacolo senza rischiare. All’altro capo del telefono il ragazzo, che le dava indicazioni, potrebbe aver sentito in diretta lo schianto. Con il cuore in gola si è subito messo in strada con suo padre. «Poi la notizia che Alessia non ce l’aveva fatta» racconta, distrutto, Grimaldi al telefono. Con la moglie Daniela, parrucchiera, non riesce a darsi pace.
«Alessia era una ragazza solare, con tanti amici, intraprendente e con lo sguardo al futuro — raccontano — ci ha sempre dato grandi soddisfazioni e aveva vissuto con noi fino a prima della pandemia, per poi trasferirsi poco distante. Dopo l’istituto alberghiero aveva frequentato un corso di specializzazione da parrucchiera per aiutare la mamma nel suo salone». I sogni e i progetti di una 23enne cancellati negli istanti in cui le lamiere si sono contorte.
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