MASSIMILIANO LENZI per il Tempo
«La guerra fredda è già in corso. Il livello della realtà, di questa guerra fredda in corso, lo si coglie da quello che succede nei servizi segreti. I servizi segreti non sono così importanti nella vita quotidiana però i loro rapporti definiscono accuratamente quali siano le relazioni tra due paesi.
Se i servizi segreti vanno a letto insieme vuol dire che in realtà sono alleati nonostante tutto quello che dicono. Mentre se sono in guerra, lo sono al di là delle parole. Ed oggi tra i servizi segreti di Usa e Cina la guerra è aperta».
A parlare, in questa intervista a «Il Tempo», è Edward Luttwak, politologo, esperto di strategia militare con un passato al Pentagono (tra i vari saggi che ha scritto ricordiamo «Il risveglio del drago. La minaccia di una Cina senza strategia»).Ci aspetta un futuro di tensioni?
«Siamo dentro una guerra fredda e sa quale è l'importanza di questa vecchia definizione, appunto guerra fredda?».
Quale?
«Che questa guerra fredda continuerà, come è successo con l'Urss in passato, fino alla caduta del regime cinese. Pazientiamo. I paesi ed i sistemi non democratici cadono. Non cadono domattina ma cadono. E il leader cinese Xi Jinping questo lo capisce molto bene e perciò ha l'ambizione di sopprimere la democrazia ovunque, a cominciare da Hong Kong. Perché finché esiste una democrazia altrove il regime cinese è a rischio».
Eppure l'Europa sembra incerta su con chi schierarsi? «Si tratta di una mancanza di informazione e di informazioni». In che senso?
«Io sento spesso politici europei che continuano a parlare di un antagonismo tra Usa e Cina che non è quello vero, reale. Questi politici dicono: "Ah, ma perché noi europei dobbiamo essere calpestati dagli americani o dai cinesi!". La realtà, però, è ben differente».
E com' è la realtà?
«Il governo dell'Australia fu il primo a dichiarare, nel lontano 2008, che se non si fosse messo in piedi un muro di resistenza i cinesi avrebbero dominato tutta l'Asia ed il Pacifico. All'epoca i giapponesi erano ancora neutralisti. Ma nel 2012, con l'arrivo di Abe, anche il Giappone ha preso posizione seguendo l'Australia. Poi gli indiani, che erano pure loro neutralisti, sono saliti a bordo con l'avvento al potere di Modi».
Con questa analisi geopolitica cosa vorrebbe dirci professor Luttwak?
«Che c'è una alleanza marittima fra Australia, Giappone, India e anche Vietnam, con una partecipazione silente di Singapore, e tutti questi paesi sono contro la Cina. Gli americani, insomma gli Usa, sono venuti a bordo di questa alleanza negli ultimi sei mesi di Barack Obama.
Quindi, per essere chiari, l'Europa non deve scegliere tra Stati Uniti e Cina ma l'Europa deve scegliere tra la Cina da una parte e Australia, Giappone, India, e Usa dall'altra. La scelta non è tra americani e cinesi ma tra l'alleanza marittima di tutti questi paesi e il comunismo di Pechino. E le dico di più: se gli europei esitano in una scelta tra il mondo libero da un lato e la Cina dall'altro, beh vuol dire che hanno dei gravissimi problemi. Che non capiscono».
Oggi quale è il più forte tra i due schieramenti?
«Tutti questi paesi, Giappone, India, Australia, Usa, hanno molta più tecnologia della Cina, hanno molta più gente, hanno più capitale e più tutto».
Si può dire che si tratta di uno scontro tra democrazie da una parte e dittatura comunista dall'altra?
«Il fatto è che in Europa tutti quelli che parlano di una Europa forzata a scegliere tra Usa e Cina, tutte queste persone hanno già messo l'argomento alla rovescia. Messa così è una falsa scelta. Perché si tratta di una alleanza di paesi e non solo degli Usa. Huawei, TikTok, sono esclusi dall'India, dal Giappone, dall'Australia.
La scelta quindi non è tra Stati Uniti e Cina ma tra la alleanza marittima - da una parte - che include India e Giappone, e la Cina dall'altra. Se gli europei andranno con la Cina andranno con il lato perdente. È come tutta quella gente che in passato voleva fare la neutralista tra gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica: fare questo vuol dire solo perdere. Perché queste dittature fanno sempre grande rumore, gli Sputnik, i Gagarin ma poi vanno a finire tutte alla stessa maniera».
E l'Italia secondo lei cosa dovrebbe fare?
«L'Italia dovrebbe fare i propri interessi e questi interessi - è evidente - non sono con la Cina».
E Giuseppi (così tempo fa pronunciò il suo nome, al plurale, il presidente Usa Donald Trump) Conte sarà in grado di schierare l'Italia con gli Usa senza se e senza ma?
«Ah, Giuseppi. Io non ho commenti su questi individui. Vede, io sono una di quelle persone che non riesce a capire come gli italiani possano farsi governare da gente che non hanno mai eletto. Conte è membro del Parlamento?».
No.
«Esatto, no. Sono persone che non sono mai state elette e che governano. In passato c'era Mario Monti, mai eletto, che governava la crisi economica e finanziaria. Oggi c'è Giuseppe Conte che governa la crisi del virus. Stanno già preparando Mario Draghi. Non lo so. Cioè....».
Cioè cosa?
«Il presidente della Repubblica italiana evidentemente non pensa che gli italiani siano maturi abbastanza perché altrimenti metterebbe questa gente da parte e farebbe fare le elezioni politiche. Avere un governo non eletto è una cosa strana in tempi normali ed è stranissima durante una crisi nazionale».