Estratto dell’articolo di Mo. Ri. Sar. per il “Corriere della Sera”
i video dei terroristi di hamas che lanciano razzi
Per cancellare Hamas non basta l’uso della forza militare. I vertici israeliani ne sono consapevoli e chiedono ai Paesi alleati di aiutarli. Come? «Bisogna mirare al suo apparato finanziario». Tira fuori i numeri Ubi Shaya, ex uomo dello Shin Bet e del Mossad, che oggi collabora con il governo israeliano per smantellare l’impero finanziario di Hamas e degli Hezbollah.
«Quando dico qual è il loro budget annuale […] tutti sgranano gli occhi. Si parla solo dei 360 milioni di dollari che […] sono arrivati ai terroristi dal Qatar ma, in tutto, a Gaza in un anno arrivano circa 2,6 miliardi, eppure alla popolazione non arriva quasi nulla. C’è grande disoccupazione, il salario medio di un palestinese nella Striscia è di 300 dollari al mese».
i tunnel scavati da hamas sotto il confine tra gaza e israele
Ma come possono girare tutti questi soldi? […] «Molti arrivano dal Libano e il denaro passa anche per la Malesia. Ma il vero centro finanziario dei terroristi è Istanbul, è da lì che vengono gestiti gli affari con grande scioltezza grazie ai buoni rapporti con il governo e con le aziende turche. […] È questo sistema che va colpito».
Anche l’Italia è stata coinvolta, spiega l’esperto: «Nel 2021, dopo tantissime richieste, siamo riusciti a far chiudere un conto in Unicredit che serviva per riciclare denaro». Oggi l’obiettivo del governo israeliano è porre fine a questi meccanismi di finanziamento. Per farlo chiede a tutti i governi democratici di monitorare dove finisce il denaro, anche quello delle ong. […]
RECEP TAYYIP ERDOGAN ALLA MANIFESTAZIONE PRO PALESTINA