Estratto dell’articolo di Stefano Mattia Privetti per www.today.it
"Il fulmine mi è entrato dal petto ed è uscito dalla mano, passando vicino al cuore. Sono vivo per miracolo". È l’incredibile racconto di Paolo Serravallo, triestino residente a Fiumicello. Ora è convalescente e fuori pericolo, è stato dimesso dall’ospedale diversi giorni fa e può raccontare quella che definisce, con ironia, "un’esperienza elettrificante". Che poteva costargli molto cara.
Il fatto risale allo scorso 19 luglio, nel parcheggio di un locale a Castions di Strada: "Non mi trovavo nel pieno di un temporale, mi trovavo fuori dal locale con due amiche, avevo letto che era previsto un temporale e vedevo la perturbazione in lontananza, verso Lignano. Ho preso il cellulare in mano e ho visto che erano le 21:40. Mi sono detto, ecco, il temporale sta arrivando, e poco dopo averlo pensato ho sentito un rumore fortissimo, come fosse appena caduta una bomba. In una frazione di secondo mi sono accorto che mi bruciava il pettorale sinistro e il braccio, ho guardato la mia mano e ho visto una ferita, e così anche sul pettorale, dove sentivo una contrazione fortissima e dolorosa".
le ferite sul corpo di paolo serravallo
[…] "Durante lo scoppio ho sentito come un pugno sul petto - spiega Serravallo - e la sensazione era che il cuore si fosse fermato il cuore, per poi ricominciare a battere. I medici mi hanno detto che è normale, quando si riceve una scarica elettrica così forte il cuore può fermarsi e poi, come se avesse una sorta di pacemaker naturale, può riprendere a battere senza grossi danni. Nel frattempo la gente, spaventata dal rumore, usciva dal locale ma nessuno, tranne io e le mie amiche, si era accorto di ciò che era successo".
A quel punto Paolo […] decide di salire in macchina e andare da solo al pronto soccorso di Monfalcone, nonostante la dolorosa contrazione muscolare. "Mi hanno subito dato il codice rosso e mi hanno monitorato per 12 ore per capire se c'erano aritmie, lesioni interne o versamenti di sangue. Stranamente non ho preso paura, ero calmissimo e respiravo lentamente, ma la pressione arteriosa era a 190 a causa della scarica elettrica. Il giorno dopo, verso le 13, mi avevano già dimesso. […]".
[…] Paolo ha deciso di rendere pubblica questa storia per un motivo ben preciso: "Voglio lanciare un messaggio a chi legge: se c’è un temporale non uscite di casa oppure aspettate in macchina. A me non è successo mentre ero nel bel mezzo di un temporale, non avevo le saette sopra la testa, ero a cinque o sette metri da un albero ma il fulmine mi ha colpito lo stesso e i medici hanno detto che è passato a dieci centimetri dal cuore. Sono stato fortunato perché è entrato dal pettorale sinistro e uscito dalla mano, avevo scarpe con la suola di gomma ma con calzature di cuoio o scalzo il fulmine sarebbe stato attratto dalla terra e sarei morto sul colpo. Mi ritengo un miracolato per questo".
le ferite sul corpo di paolo serravallo albero tranciato dal fulmine che ha colpito paolo serravallo