(ANSA) - Sono "molte" le preoccupazioni dell'Ance sullo stato di attuazione degli interventi Pnrr "che segna profondi ritardi". Lo afferma il vicepresidente dell'Ance, Luigi Schiavo, nel suo intervento al convegno dell'associazione "Opere pubbliche oltre il 2026", in corso a Vico Equense.
"Molti appalti sono stati aggiudicati, ma i lavori, in molti casi, non risultano consegnati ed avviati. - sottolinea - Si profila quindi il serio rischio di non riuscire a collaudare le opere entro la scadenza imposta dall'Europa per il 2026, con il risultato di perdere il finanziamento. Tutto ciò è fonte di grandissima preoccupazione per le imprese".
Luigi Schiavo - vicepresidente Ance
Nel nuovo Codice degli appalti "emerge, anzitutto, un problema di mercato. Infatti, i principi di apertura del mercato e di tutela della concorrenza sono messi a rischio dalla scelta di liberalizzare sino alla soglia comunitaria le procedure negoziate senza gara, che limitano fortemente la concorrenza".
Lo afferma il vicepresidente dell'Ance, Luigi Schiavo, nel suo intervento al convegno dell'associazione "Opere pubbliche oltre il 2026", in corso a Vico Equense. Secondo l'associazione dei costruttori "le soglie andrebbero riviste al rialzo, garantendo al di sopra di determinati importi l'invito di tutti i soggetti potenzialmente interessati.
Sebbene il Ministero delle Infrastrutture abbia avuto modo di chiarire, nel recente incontro sul correttivo, che la norma sulle negoziate non vedrà cambiamenti, noi non ci stanchiamo di auspicare che un parziale ripensamento possa esserci", ha insistito Schiavo sottolineando che anche la Commissione Ue "ha una preoccupazione al riguardo".
Per l'Ance inoltre, la scelta operata nel nuovo Codice degli appalti di avere regole molto diverse e peculiari per i settori speciali "non appare condivisibile", perché "crea un mercato parallelo per chi opera in tali contesti". "Si pensi, ad esempio, alla scelta di non prevedere per tali settori l'obbligo di esternalizzare una quota dei lavori per i concessionari senza gara. - ha spiegato Schiavo -
Un mercato parallelo, quello dei settori speciali, dalle dimensioni tutt'altro che trascurabili: secondo dati Anac, nel 2023, a fronte di un ammontare di appalti pubblici (lavori, servizi e forniture) di circa 280 miliardi, dei quali 100 miliardi (il 35%) sono riferiti a lavori pubblici, la quota dei bandi/inviti afferente ai settori speciali per questo comparto raggiunge quasi il 40% dell'importo totale. In altri termini, nel 2023, oltre 37 miliardi di euro di appalti riferiti a lavori pubblici sono stati regolamentati da norme diverse dai regimi ordinari".
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