“LO STUPRO NON È UN BARBATRUCCO” – ALCUNI ESPONENTI DEL COLLETTIVO CAMPO INNOCENTE HA INSCENATO UNA PROTESTA SMUTANDATA DAVANTI AL TEATRO ELISEO DI ROMA: HANNO TIRATO SU LE GONNE E HANNO MOSTRATO LE LORO PARTI INTIME, CONTRO LE PAROLE DI LUCA BARBARESCHI SULLE ACCUSE DI MOLESTIE SESSUALI DA PARTE DELLE ATTIVISTE DEL GRUPPO “AMLETA” (“ALCUNE DI QUESTE SI PRESENTAVANO DA ME SEDENDO A GAMBE LARGHE. CERCANO SOLO PUBBLICITA”) -  “LE SUE DICHIARAZIONI SONO UN DISTILLATO DI MASCHILISMO E CULTURA DELLO STUPRO” - VIDEO

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Estratto dell’articolo di Viola Giannoli per www.repubblica.it

 

protesta del collettivo campo innocente contro luca barbareschi al teatro eliseo di roma 4 protesta del collettivo campo innocente contro luca barbareschi al teatro eliseo di roma 4

"Lo stupro non è un barbatrucco". E poi giù gli slip e su le gonne per mostrarsi nude e nudi all'obiettivo e ai passanti su via Nazionale.

 

Così oggi un gruppo di lavoratori dello spettacolo, appartenenti al collettivo Campo innocente, ha voluto protestare contro l'attore, regista e produttore Luca Barbareschi che, in un'intervista a la Repubblica, ha minimizzato le accuse di molestie sessuali da parte delle attiviste del gruppo Amleta.

 

Il blitz è avvenuto davanti allo storico teatro Eliseo, adesso chiuso e fallito sotto la gestione Barbareschi, e davanti alla società di produzione Casanova Multimedia spa.

 

 

luca barbareschi foto di bacco (3) luca barbareschi foto di bacco (3)

“Non una dichiarazione di opinioni: un’aggressione” quella di Barbareschi, sostengono i manifestanti. Che aggiungono: “Le parole – come i gesti, come le azioni – feriscono, umiliano, fanno violenza. Si incidono sui nostri corpi, modificano l’ambiente in cui viviamo. Negare legittimità alle parole di chi denuncia è un ulteriore atto di violenza - continuano in un comunicato molto acceso - Le dichiarazioni di Barbareschi sono un distillato di maschilismo, e cultura dello stupro. Sono parole inaccettabili”.

 

[...] “La realtà che noi viviamo è un’altra - dicono - chi denuncia si espone e rischia di non lavorare, il settore culturale subisce tagli sistematici che penalizzano le esperienze più fragili e indipendenti, non esiste alcuna forma di reddito per i/le lavoratrici precarie della cultura e dello spettacolo”. [...]

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