Estratto dell’articolo di Camilla Mozzetti per “Il Messaggero”
Sugli account Facebook, Instagram, TikTok era il "Dandi", in omaggio alla nota serie tv, ispirata alla Banda della Magliana e a quel Renato De Pedis che ne teneva le redini. Nella realtà è "solo" un padre di famiglia, anonimo e insospettabile, disoccupato, che da Furio Camillo, proprio con i social network e con la complicità della moglie, aveva messo su un giro di vendite online di prodotti contraffatti.
È finito ai domiciliari insieme alla consorte smascherato dalla Guardia di Finanza (I Nucleo operativo metropolitano di Roma) che da un semplice sequestro è riuscita a risalire la filiera del traffico di prodotti contraffatti (che cubava più di 400 mila euro), svelando per la prima volta il meccanismo delle vendite illegali attraverso i social network. La coppia con dei figli minori è finita ai domiciliari a fronte del pericolo di recidiva, come riporta l'ordinanza del gip. Per mesi avevano acquistato dall'Asia prodotti falsi ma perfettamente simili agli originali: orologi, borse, capi di abbigliamento.
La merce veniva spedita in Germania dove l'uomo, un 45enne, aveva un suo referente che sdoganava i prodotti, li impacchettava nuovamente per spedirli ai coniugi. I finanzieri hanno anche accertato come parte delle spedizioni avveniva con i corrieri e attraverso nomi fittizi. Nello stesso analogo modo con cui le organizzazioni criminali recapitano la droga. La maggior parte della merce però arrivava a casa o nell'ex attività commerciale della moglie. E da lì ripartiva per raggiungere i clienti. Che erano tutti consapevoli di aver acquistato dei prodotti falsi ma perfettamente copiati agli originali. […]
I due coniugi dopo esser stati scoperti non si sono dati inizialmente per vinti e, nel corso delle indagini, che hanno portato ad oscurare alcuni profili, hanno comunque aperto nuovi account. In tutto sette sono stati alla fine i profili chiusi. I prezzi della merce? Variavano ma il "catalogo" completo era consultato su una piattaforma di nome "Yupo" dove attraverso una password è possibile entrare è vedere ciò che il 45enne proponeva alla clientela.
«Ti mando catalogo così scegli e ti vedi tutte le foto di tutti i modelli e ti mando iban», diceva. I prezzi? Variavano a seconda dell'oggetto: «I Rolex vengono 210 euro, il sub e quello in acciaio e oro vengono 310, il Daytona ibrido 250». Per ognuno veniva inoltre specificato se si trattava di un «clone» o di un «super clone». […]
Ma c'è anche dell'altro perché l'uomo oltre a importare e vendere prodotti falsi offriva, sempre via social, le proprie conoscere per creare una rete di affiliati. Il suo "Know-how" aveva un costo fisso, per duemila euro infatti poteva spiegare i "trucchi" del mestiere. «Ti insegno a fare il mio lavoro con i risultati che sai: i rischi o la bella vita! Ognuno decide come vuole morire, anche su abbigliamento risparmi la metà dei soliti prezzi quindi con pochi ordini già rientri ma questi benefit te li lascio per sempre». […]