“VENIVO INSEGUITO DALLE DONNE, MA SONO STATO ANCHE CON UOMINI” - GIUCAS CASELLA CONFESSION: “HO AVUTO UN SACCO DI DONNE, C’ERA LA FILA E IO CI STAVO. HO AVUTO ESPERIENZE SESSUALI CON UOMINI, PERÒ NON MI SONO MAI INNAMORATO. IN GIOVENTÙ MI CORREVANO TUTTI DIETRO. OGNI TANTO L’INTERESSE ERA RECIPROCO. SUCCEDE A MOLTI, SOLO CHE IO SONO SINCERO E LO DICO” - IL RAPPORTO CON PIPPO BAUDO, RAFFAELLA CARRÀ CHE AVEVA PAURA DI LUI E L’INFANZIA: “I GENITORI DEI MIEI COMPAGNI DISSERO AI MIEI DI PORTAMI DALL’ESORCISTA...”

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Estratto dell'articolo di Giovanna Cavalli per il "Corriere della Sera"

giucas casella foto di bacco giucas casella foto di bacco

 

[...]

Papà era muratore.

«Da piccolo lo aiutavo, impastavo la calce, mi piaceva. Vengo da una famiglia povera, ne sono orgoglioso».

A sei anni cadde in un pozzo.

«Gridai per chiamare aiuto. Intorno non c’era nessuno. Mia madre, sordomuta, stava raccogliendo i frutti da un albero di gelso. Non poteva sentirmi ma in qualche modo avvertì che ero in pericolo e corse a salvarmi. Credo sia stata telepatia, altrimenti non si spiega. Dopo di che cominciarono a succedermi cose strane».

giucas casella con il figlio james giucas casella con il figlio james

 

Strane come?

«Su un sentiero incontrai una vipera. La fissai terrorizzato. Ma lei restò immobile, come pietrificata. E poi con i compagni di scuola: parlando li mandavo in catalessi. Se si facevano male, li toccavo dicendo: “Ora non sentirai più nulla”. E gli passava il dolore. I loro genitori si spaventarono, non volevano che giocassero con me, pensavano fossi posseduto dal demonio, consigliarono ai miei di portarmi dall’esorcista».

 

E ci andò?

giucas casella pippo baudo giucas casella pippo baudo

«No. Il parroco, don Sarullo, spiegò che la stregoneria non c’entrava niente. E mi organizzò uno spettacolino in parrocchia. Inventò il nome Giucas. Per la prima volta proposi il numero delle mani intrecciate. Lo avevo imparato guardando un documentario su un illusionista mentre ero in collegio al “Boccone del Povero” dai preti di don Bosco, a Palermo, dove rimasi fino alla terza media. Dal banco riuscivo persino ad addormentare il professore di matematica per non farmi interrogare. Mangano, si chiamava».

 

Funzionava?

«Eccome. Russava pure».

Dopo di che?

mara venier giucas casella mara venier giucas casella

«Lavorai come garzone di un barbiere».

 

Ecco perché era pratico di lamette.

«Quando il titolare lasciò, mi comprai il locale con le cambiali. Lo chiamai “Da Peppuccio”, che ero io. Si usava il ciuffo alla Little Tony, ero bravo a tagliare e cotonare. A 18 anni, stufo, lasciai il salone a mio fratello e andai a Torino da mio cugino Massimo. Mi portò in discoteca ad Alassio. “Fai uno spettacolino dei tuoi, così non ci fanno pagare”».

 

Senso pratico.

«Mi notò un impresario. “Venga con me, girerà il mondo”. Pensai che fosse matto. Invece debuttai alla Romantica di Lugano, con un numero di fachirismo. Mi ero fatto fare degli stiletti su misura e me li conficcavo nel torace, in gola, sul braccio».

Tutto bene, sì?

orietta berti giucas casella orietta berti giucas casella

«Entravo in trance e mi rendevo insensibile al dolore. Non usciva sangue. Accadde soltanto una volta, anni dopo, a Fantastico con Montesano, in diretta. Colpa di Marisa Laurito che, dietro le quinte, mi aveva fatto inciampare. Persi la concentrazione, sanguinavo così tanto che dovettero portarmi al pronto soccorso».

 

Tanto per cambiare la scoprì Pippo Baudo.

«La sua segretaria mi notò al Bagaglino, durante una serata per la mia amica, la contessa Edda Ciano. L’avevo conosciuta in crociera, insieme a Roberto Gervaso, per tre anni avevo lavorato sulle navi che facevano il giro del mondo. Baudo mi portò ad Antenna Sicilia. I cinque minuti di spettacolo diventarono 50. Mi ospitò a dormire a casa sua, mi pagò il volo Catania-Roma. E cinque giorni dopo ero a Domenica In. Gli devo tanto, è il padrino di mio figlio, ci sentiamo sempre».

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Ipnotizzò anche lui?

«Figuriamoci se me lo lasciava fare, Pippo che vuole dominare tutto».

«Solo quando lo dirò io!» diventò un tormentone. E ogni tanto qualcuno restava con le mani incastrate.

«In Germania accadde a un ministro tedesco, che era a casa sua, lo liberai dalla tv. E a Ciriaco De Mita, durante una festa di piazza a Nusco. Sciolsi anche lui con la forza del pensiero».

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Gigi Sabani la sfotteva: «Paragnosta, figlio di gran paragnosta».

«All’inizio mi arrabbiavo. Me ne lamentai con la Rai. “Sei pazzo? È tutta popolarità”, mi spiegò Pippo».

La sua amica Mara Venier la prende spesso in giro: «Giucas, come mago sei una sòla».

«È la mia sorellona, la adoro, ci vogliamo bene, lei gioca, non mi offendo, l’ironia ci vuole».

 

[...] Con Simona Ventura l’ipnosi non riuscì: si mise a ridere.

«Se il soggetto non collabora, resiste, l’esperimento non viene bene. Funziona con persone forti, che cedono il comando della propria volontà, non con quelle deboli che hanno paura. Belén andò in catalessi profonda, sospesa tra due sedie e rigida come una statua, ci sono anche salito sopra. Ho ipnotizzato tanti personaggi. Loretta Goggi. Paolo Villaggio, i Pooh. Raffaella Carrà restò con le mani bloccate. Eravamo amici, giocavamo a carte insieme, ma era terrorizzata, evitava di guardarmi negli occhi».

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[...] Da giovane, oltre che il mago, faceva il playboy.

«Che ne so, non ricordo. Ho avuto un sacco di donne. No, non le ipnotizzavo per sedurle. Mi inseguivano ovunque. C’era la fila. Ero bello, un bonazzo, e lo sono tuttora».

E lei ci stava?

«E certo che ci stavo, ero libero».

[...]

 

Ha raccontato: «Sono per l’amore libero. Sono fluido, non gay. Amo sia gli uomini che le donne».

«Da ragazzino ho avuto esperienze sessuali con uomini, è successo un paio di volte, la prima quando ero in collegio dai preti, ma a quella età è normale. Tra maschi ci mettevamo lì tutti insieme e... ognuno faceva per sé».

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Ed è andato anche oltre?

«Sessualmente è successo, però non mi sono mai innamorato. Attiro anche gli uomini, per me è un complimento. In gioventù, hai voglia tu, mi correvano tutti dietro. Ogni tanto l’interesse era reciproco. Succede a molti, solo che io sono sincero e lo dico».

 

A 37 anni è stato un ragazzo padre.

«Carol era inglese e faceva la modella, è stata la mia prima vera donna. Ci siamo lasciati ma ogni tanto ci vedevamo lo stesso».

Mentre lei era già impegnato con Valeria, sua compagna da oltre 40 anni.

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«Eh sì, una santa. Una volta io e Carol abbiamo fatto l’amore ed è rimasta incinta. Io non ne volevo sapere di un figlio. Mi richiamò quando è nato James. “Non posso tenerlo, voglio darlo in adozione”. Chiesi consiglio a Baudo. “Prendilo con te, sennò un giorno te ne pentirai”. Gli ho dato retta, aveva ragione».

 

[...]

Colleziona Barbie.

«Sono la passione del mio assistente Giuseppe, che sta con me da una vita, me l’ha passata. Ne avrò quasi mille, le tengo in cassaforte perché non devono prendere luce».

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